The Edge Company ha una tecnologia brevettata che sfrutta l’intelligenza artificiale per monitorare uccelli e droni negli aeroporti. Vanta il sostegno del WWF
«Nel mondo ogni 15 minuti c’è un bird strike, ovvero un impatto tra un aereo e uccelli. Per l’aeronautica civile è un problema molto più grave di quanto non si pensi». Francesca Dalla Venezia è una dei soci di The Edge Company, la startup fondata nel 2017 a Rimini, che ha sviluppato BCMS (Bird Concentration Monitoring System), una tecnologia brevettata in grado di rilevare non soltanto la presenza di uccelli attorno agli aeroporti e sulle piste, ma di stabilirne anche il numero e la specie con una precisione del 97%. Tutto grazie a un sistema di telecamere equipaggiate con intelligenza artificiale. Informazioni fondamentali che aiutano le autorità aeroportuali ad attivare i richiami sonori giusti per allontanare i volatili senza impattare in alcun modo sulla loro salute e sull’habitat.
Da marzo il team – 8 persone in tutto con un bagaglio che spazia anche nell’aviazione militare – sta già sperimentando la tecnologia in uno scalo italiano ed entro la fine del 2019 potrebbe lanciare sul mercato Ventur, un prodotto che grazie al BCMS migliora la sicurezza in fase di atterraggio e decollo, i due passaggi più delicati per quanto riguarda il pericolo bird strike.
I numeri del bird strike
L’episodio più eclatante e recente si è verificato in Russia, quando un Airbus A321 della Compagnia Russia Airlines si è scontrato con uno stormo di uccelli poco dopo il decollo. Il danno a entrambi i motori dell’aereo ha costretto il pilota, Damir Yusopov, a un atterraggio di emergenza in un campo. Tutti i i 233 passeggeri si sono salvati, ma non sono mancati i feriti. In giugno era capitato a un aereo in partenza da Genova che è riuscito a frenare ancora prima di decollare a causa di un gabbiano finito del motore. A bordo c’era la nazionale italiana femminile di pallanuoto.
Secondo l’ENAC, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, dal 1988 più di 282 persone sono morte nel mondo a seguito di un wildlife strike (ovvero l’impatto con animali selvatici, per la maggior parte uccelli) e almeno 262 aerei sono stati distrutti. «Ma le statistiche non sono facili da ottenere – spiega Francesca Dalla Venezia – secondo l’ICAO (l’Organizzazione Internazionale del’Aviazione Civile, ndr) il 70% dei bird strike non vengono neanche segnalati».
Come vi avevamo raccontato, i danni economici dovuti all’impatto tra aerei e uccelli sono stati stimati, solo in Italia, in 40 milioni di euro tra ritardi e riparazioni nel 2014. Sempre stando ai numeri pubblicati dall’ENAC, il fenomeno è in aumento da decenni in tutto il mondo vista anche la crescita numerica dei volatili. Negli Stati Uniti si è passati da 1.847 episodi nel 1990 a 13.408 nel 2016; nel 2002 in Italia i casi erano stati 348, aumentati a 1.313 nel 2016.
Come un proiettile
Il pericolo non emerge soltanto quando sulla pista ci sono stormi di gabbiani. Anche una lepre o un piccione rappresentano un rischio concreto per la sicurezza del volo. È ancora l’ENAC a spiegare in termini scientifici cosa comporta fisicamente uno scontro simile. L’effetto è identico a quello di un proiettile sparato contro il motore. «L’energia che si sviluppa nell’impatto – si legge in un report del 2017 – è infatti direttamente proporzionale alla massa e al quadrato della velocità , per cui anche l’impatto con un piccione in atterraggio, o l’aspirazione di una lepre nel motore durante la corsa di decollo, producono lo stesso effetto di un proiettile».
Come funziona BCMS
Per supportare gli aeroporti nella prevenzione e nel monitoraggio, The Edge Company ha sviluppato BCMS ricevendo anche 478mila euro dal MISE come finanziamento agevolato. «Su tutte le nostre tecnologie di intelligenza artificiale abbiamo investito 3 milioni di euro e lavoriamo anche con l’Università di Verona con cui abbiamo sviluppato questo sistema di computer vision». Fabio Masci è il CEO della startup, ex pilota militare che proprio grazie a queste esperienze sul campo può testimoniare l’urgenza di fare qualcosa per evitare il più possibile i bird strike. «Ogni volta che c’è un impatto – spiega a StartupItalia – il velivolo deve essere ispezionato. A inizio anni 2000 uno studio diceva che ogni ritardo o cancellazione ne ingenera altri 4 e ciascuno di questi costa 75mila dollari».
«Per una pista lunga 3 km servono 6 telecamere – spiega Francesca Dalla Venezia – ciascuna è in grado di riconoscere un animale o un oggetto fino a un chilometro di distanza. L’elaborazione dell’immagine avviene in millisecondi. Tutto questo serve agli aeroporti per capire se attivare automaticamente un richiamo sonoro di pericolo, allontanando così in modo naturale ed efficace i volatili dal sedime aeroportuale. Sì, perché gli uccelli sono molto intelligenti e sanno riconoscere un richiamo vero da uno fasullo». Come ci spiegano da The Edge Company, la pratica più usata in Italia per monitorare gli aeroporti è quella dei binocoli per cercare di capire qual è la specie in questione da allontanare.
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Tecnologia green
«Nel mondo anglosassone usano molto i radar negli aeroporti, ma questi non informano sul tipo di specie di uccello presenti. In più non tutelano l’habitat». Proprio perché non impatta sulla vita degli animali, The Edge Found ha ricevuto il sostegno del WWF e della Lega Antivivisezione. Ma perché gli uccelli sono così presenti attorno agli aeroporti? «In realtà – spiega Dalla Venezia  – per loro è un luogo ideale, molto aperto, caldo, vicino alle città o magari anche a discariche. Non percepiscono il pericolo degli aerei». Inoltre Ventur garantisce un monitoraggio costante senza alcun tipo di emissione.
E i droni?
Nel dicembre 2018, proprio sotto Natale, l’aeroporto inglese di Gatwick fu costretto a cancellare un migliaio di voli per colpa di alcuni droni. Piccoli giocattoli volanti adatti al lavoro/divertimento di film-maker in erba, ma dalle conseguenze devastanti se usati dove non si dovrebbe proprio (l’immagine qui sopra testimonia l’effetto dell’impatto di un drone sull’ala). L’intelligenza artificiale di Ventur è in grado di riconoscere anche un oggetto simile, più facile da individuare perché a differenza degli uccelli non cambiano forma in volo.
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Le applicazioni della tecnologia BCMS non si limitano soltanto a ridurre il rischio di bird strike negli aeroporti. «Potremmo utilizzarla anche nelle piazze o ovunque possa servire avere un monitoraggio costante di oggetti o animali». Di recente la startup è stata selezionata tra le dieci finaliste a livello globale dall’acceleratore Starbust di Monaco di Baviera ed è arrivata seconda nella categoria safety allo Startup Village a Mosca.