Dal curation manager che prepara le playlist in streaming al data analyst che scava fra le informazioni d’ascolto fino al sync manager: chi sono e cosa fanno
Posti di lavoro che muoiono, nuove professioni che nascono. La pervasività del web, l’iperconnessione dei social network e l’avvento della fruizione dei contenuti in streaming hanno avuto un forte impatto anche nel settore musicale, che proprio dallo streaming è uscito rivoluzionato sia nell’ambito della redistribuzione dei diritti discografici che nella più generale mutazione delle abitudini individuali.
Il nuovo scenario ha favorito la disintermediazione totale – in quell’ambito come in molti altri, basti pensare alla mobilità, all’individuazione di un professionista o al turismo – e una comunicazione diretta tra artista e fan. Determinando nuovi modi per promuovere un brano, ripensando l’idea di album, invertendo la vettorialità fra proposta e pubblico, manager e artisti. Così, sono nate inedite figure professionali che richiedono una competenza diversa rispetto ai ruoli più tradizionalmente conosciuti nell’industria.
Claudio Ferrante (nella foto sopra), Ceo di Artist First – la prima società italiana di distribuzione discografica, fisica e digitale, nata nel 2009 per offrire un’alternativa al sistema distributivo musicale italiano proponendo servizi e prodotti realizzati su misura per gli artisti e il comparto musicale nostrano – ha individuato le cinque nuove professioni che si sono create nel mondo della musica e su cui i giovani possono puntare per costruire il proprio spazio in un ambito visto ancora da molti come un sogno.
Curation manager
Con il boom dello streaming, le playlist sono diventate uno strumento imprescindibile per ascoltare la musica e scoprire nuovi brani. Su di esse molte piattaforme, a partire da Spotify che è la regina del settore passando per le altre, ciascuna con sue peculiarità, come Tidal e Apple Music, fanno ruotare gran parte delle loro strategie sia di promozione di nuovi artisti che di ascolto. L’utente si affida sempre di più alle compilation create dalle piattaforme musicali che le realizzano in proprio o attraverso società specializzate: come noto, infilare un brano in una playlist molto seguita potrebbe decretarne il successo. Prende sempre più importanza, quindi, il ruolo del curation manager, la figura che si occupa di inserire le novità in uscita nelle playlist. “Per svolgere questo lavoro è necessario essere dotati di una buona cultura musicale, essere appassionati della nuova scena e sempre informati sulle novità, capaci di saper realizzare una playlist a seconda di un mood giornaliero” spiega Ferrante.
Streaming platform data analyst
Se lo streaming è uno strumento consolidato sul mercato ed estremamente apprezzato dagli utenti, dall’altro lato ha un risvolto molto importante sul business musicale. Permette infatti di accedere a un gigantesco flusso di dati e informazioni in tempo reale, cifre potenzialmente infinite che forniscono un identikit preciso di gusti, abitudini, tempi dedicati all’ascolto. E che devono essere analizzate per meglio comprendere gli utenti o, per dirne una, capire come sia stato accolto un nuovo album appena lanciato. Il ruolo dello streaming platform analyst è dunque quello di analizzare i dati e i trend di ascolto streaming di tutti i brani e degli album in catalogo. Per certi versi non differisce granché da simili ruoli di data analysis in altri ambiti. “Il data analyst è una figura molto tecnica, il candidato ideale deve avere attitudine e predisposizione all’analisi di flussi di dati e all’organizzazione di interfacce – spiega il Ceo di Artist First – deve rendere, infatti, i dati raccolti interpretabili e utili in un mondo fatto per lo più da artisti, musicisti e creativi”.
Sync manager
La musica ormai “liquida” è presente in ogni occasione nella vita delle persone, è disponibile sempre e ovunque e può essere, quindi, la colonna sonora di ogni momento. Anche nel mondo della comunicazione, è sempre più forte la narrazione di un prodotto attraverso la musica che deve essere selezionata accuratamente da uno specialista. Il sync manger si occupa dunque di collocare i brani come colonna sonora degli spot pubblicitari, nelle serie tv e nei film ma anche in decine di altri prodotti audiovisivi, dalle applicazioni per smartphone ai prodotti anzitutto digitali, individuando canzoni in linea con il brand e con il mood del prodotto o con la specifica sequenza. “Non bisogna sottovalutare l’inserimento di brani in ambiti pubblicitari, di fiction o di cinematografia perché consentono di raggiungere un pubblico mainstream e di promuovere pezzi che, ad esempio, non passerebbero in radio ma possono essere in linea con un brand o adatti a enfatizzare ancor di più il pathos di un lavoro cinematografico. Le scelte di un bravo sync manager possono rappresentare una piattaforma di lancio per potenziali successi musicali da scoprire” chiarisce Ferrante.
Web content video editor
Anni fa si parlava di videoclip musicali solo in virtù di quelli che venivano trasmessi in tv sui canali musicali con cui almeno un paio di generazioni, marchiate a fuoco da Mtv e simili canali, sono cresciute. Il web ha evidentemente ribaltato il vecchio sistema e ridato spinta al tema del video nella musica ma in chiave diversa. I contenuti multimediali devono anzitutto essere cuciti su misura per gli utenti del web e dei social media. Il web content video editor si occupa quindi di realizzare, girando e montando, filmati e pillole per i social e più in generale per il web, con attenzione crescente ai contenuti per le Instagram stories e funzionalità affini. “Essere “smanettoni” del montaggio fai da te può essere un elemento iniziale a favore, che deve essere strutturato e approfondito con corsi specializzati che oggi alcune aziende pagano per formare in questo campo i propri collaboratori” commenta Ferrante.
YouTube and video content manager
Il potere del video nel content marketing è oramai assodato ed è quasi diventato cruciale sui social e sul digitale, fondamentale per l’universo musicale. La nascita di piattaforme come YouTube ha reso necessario porre l’attenzione sui contenuti multimediali fruibili all’utente con una figura specializzata: il video content manager, che si occupa nello specifico di tutti i contenuti audiovisivi della casa discografica che transitano su piattaforme come YouTube e Vevo. “Essere predisposti alla gestione e lo sviluppo dei contenuti sul web è la chiave per potersi specializzare in questo settore. I nativi digitali nascono già con questa indole, che deve essere inquadrata professionalmente con corsi di formazione ad hoc” conclude il Ceo, che è anche fondatore e presidente del gruppo.
Che cos’è Artist First
Artist First conta più di 500 pubblicazioni esclusive (dirette o acquisite attraverso le etichette distribuite), 75 dischi d’oro, 39 dischi multiplatino, un disco di diamante, quest’ultimo anche disco più venduto nel 2011, un doppio disco di platino, che è stato anche l’album più venduto nel 2014 e 18 ingressi al vertice della classifica. L’azienda ha sede a Milano e impiega 50 collaboratori, tra dipendenti, agenti e visual merchandiser.