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La passione per le materie scientifiche, la voglia di cambiamento e l’amore per la complessità hanno accompagnato Silvana Filipponi nel suo percorso di studi, professionale e di vita. E sono questi alcuni degli elementi fondamentali per consolidare la leadership al femminile
É una fisica teorica (percorso di laurea scelto dopo il diploma di Liceo classico), un settore che ha approfondito con un dottorato e su cui ha fatto ricerca anche all’Università di Harvard, e un MBA conseguito in Bocconi. É sempre stata affascinata dall’osservazione della natura e dalla conoscenza delle spiegazioni scientifiche, guidata dall’amore per la complessità e dalla curiosità. Silvana Filipponi è la responsabile Brand e Product Marketing Visa, un ruolo a cui è arrivata dopo un cambiamento di cui sentiva l’esigenza. “La fisica teorica – spiega Silvana nell’intervista a StartupItalia! – è un ambito che richiede studio continuo e collocabile in una dimensione didattica. Io sentivo il bisogno di riprendere il contatto con il mondo reale, senza abbandonare la mia passione per la curiosità e la conoscenza”.
Silvana Filipponi
Il percorso professionale in settori scientifici, appartenenti sia al mondo della ricerca che a quello d’impresa, in cui si è abituati a vedere uomini in carriera è stato vissuto da Silvana serenamente, nonostante le reazioni di “stupore genuino” di chi, vedendo una donna ad una conferenza internazionale sulla fisica teorica, non avrebbe mai pensato fosse una relatrice ma piuttosto la persona a cui dare il cancellino in mano, come racconta lei stessa ridendo.
Abbiamo chiesto a Silvana alcuni consigli che possano motivare le donne a seguire le proprie ambizioni lavorative, senza rinunciare ad essere se stesse.
L’intervista
Hai avuto paura di fronte al cambiamento portato dal passaggio dal mondo della ricerca a quello d’impresa?
Ho sempre avuto una forte propensione verso le situazioni sfidanti e credo che, al di là del mio curriculum, alcune esperienze lavorative me le sono andata a cercare. La volontà di entrare nel mondo aziendale è stata una sfida che ha richiesto di spostare l’attenzione dalla ricerca scientifica al contatto con i clienti, alle dinamiche e soluzioni di business e alle tempistiche. Ho iniziato a lavorare in IBM, nel 1998, occupandomi dello sviluppo di canali e-commerce, quando ancora si sapeva ben poco di commercio elettronico. Poi in Vodafone, dedicandomi ai primi sistemi di pagamento basati su mobile e tecnologie web, e in American Express alle soluzioni interattive per la gestione dei clienti. Ogni cambiamento deve essere visto come un momento di formazione su nuove tematiche. Sbagliare ed essere imperfetti significa sapersi migliorare.
Quindi bisogna sempre essere critici con se stessi?
Non proprio. Io, ogni volta che porto a termine un lavoro, mi chiedo come avrei potuto farlo diversamente, perché penso ci sia sempre un modo migliore, al di là del risultato raggiunto. In questo sta la complessità della realtà, con le sue alternative, i nostri successi e insuccessi e le nuove sfide che saremo noi stesse a porci.