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Nata in una famiglia povera, si è sempre interessata della comunità afroamericana e lavora già da anni nel Consiglio dei Supervisori della città californiana
Ha 43 anni. È donna. È afroamericana. Sono tre caratteristiche che non dovrebbero suscitare scalpore, ma l’interessata, London Breed, fa notizia perché è la nuova sindaca di San Francisco, la prima di pelle nera della storia. Le elezioni l’hanno incoronata a capo della città californiana dopo la morte del suo predecessore Ed Lee. Breed ha vinto la competizione elettorale con Mark Leno, ex senatore della California, che era favorito nei pronostici prima del voto. Il mandato della prima donna afroamericana in questo ruolo scadrà nel 2020.
La carriera politica
Anche se la sua elezione è senz’altro un fatto storico, il suo profilo non ha nulla da invidiare ad altre personalità che hanno avuto quella carica. Breed aveva già lavorato nel Consiglio dei Supervisori di San Francisco divenendo anche presidente di quell’organo che equivale al nostro consiglio comunale. È poi la seconda donna sindaco della città dopo la democratica Dianne Feinstein che rimase in carica tra il 1978 e il 1988.
Le origini e la formazione
Nel curriculum della neosindaca c’è una laurea in scienze politiche all’Università della California, Davos. Successivamente si è specializzata in amministrazione pubblica nello stesso ateneo. La sua famiglia di origine era povera e Breed è cresciuta con la nonna. La sua estrazione sociale è uno degli argomenti a lei più cari visto anche il suo impegno per la comunità afroamericana, nel ruolo di direttrice esecutiva del African American Art & Culture Complex, per la promozione di programmi culturali e artistici dedicati. «Penso che il messaggio che questo trasmette alle giovani generazioni che crescono in questa città è: non importa da dove vieni, puoi fare qualsiasi cosa tu voglia». Ai giornalisti che le hanno chiesto un’opinione sul fatto di essere la prima donna afroamericana a guidare la città di San Francisco, la sindaca ha detto: «È davvero emozionante ed è davvero un onore. Io so quanto questo significhi per molte persone».