Sono disponibili i bandi di PRIMA volti a trovare soluzioni innovative ed efficienti per affrontare le sfide ambientali e sociali nell’area del Mediterraneo. Riccaboni: “Creare una piattaforma di dialogo tra attori pubblici e privati”
Ricerca, sono disponibili i bandi di PRIMA – Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area – sui temi delle risorse idriche, dell’agricoltura sostenibile e dei sistemi alimentari per quanto riguarda l’area mediterranea. L’Italia partecipa per il 2018 con 50 milioni di euro.
Cos’è PRIMA
Il programma PRIMA è un’iniziativa approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio con decisione del 4 luglio 2017 e avviata da 19 Paesi del bacino del Mediterraneo, di cui 11 membri della UE, 3 Paesi Associati ad Horizon 2020 (Israele, Turchia e Tunisia); 5 Paesi Terzi del Mediterraneo (Algeria, Egitto, Libano, Marocco e Giordania). L’obiettivo è quello di sviluppare soluzioni innovative nell’area mediterranea nel settore dell’approvvigionamento idrico e dei sistemi alimentari, contribuendo così a risolvere i problemi più gravi che attualmente si riscontrano nel settore dell’alimentazione e della salute. L’ottica è quella di cooperare affinché si prevedano soluzioni in grado di apportare benefici economici ma anche sociali. La ricerca e l’innovazione diventano fondamentali per le sfide sociali e ambientali del Mediterraneo.
Agricoltura, un settore su cui puntare
I problemi legati all’acqua sono noti per quanto riguarda l’area mediterranea. Diventa allora fondamentale capire la complessità delle condizioni climatiche e socio economiche per sviluppare soluzioni innovative che possano garantire la disponibilità delle risorse idriche a lungo termine, sia migliorando a livello di tecnologie sia grazie a studio socio economici che possano definire i limiti del consumo di acqua e di energia in alcune regioni, bilanciando così l’utilizzo dell’acqua e l’efficienza energetica. Non bisogna poi dimenticare che le risorse idriche sono fondamentali per l’agricoltura.
In questo contesto, la sfida è quella di migliorare la produttività dell’acqua di irrigazione riducendo i rischi ambientali attraverso tecnologie da diffondere fra gli agricoltori. Altro fattore di rilievo sottolineato da PRIMA è il cambiamento climatico. “Ha un impatto drammatico sul Mediterraneo”, si scrive nel PRIMA Annual Work Plan 2018 (documento in cui sono anche descritti i bandi). Di conseguenza, è cruciale trovare soluzioni per adattare l’agricoltura all’aumento delle temperature, alla siccità e alla soilsalinità.
Altro problema riguarda i parassiti e le malattie che colpiscono piante e animali, in aumento anche per il cambiamento climatico e per l’intensificazione dei flussi commerciali. “Le malattie e i parassiti delle piante e degli animali causano una diminuzione significativa della resa e della qualità di colture mediterranee”, si scrive nel documento, causando “forti conseguenze economiche e sociali”.
È necessario, dunque, sviluppare le conoscenze scientifiche per sviluppare metodi di prevenzione e gestione dei parassiti. Inoltre, “dovrebbero essere sviluppati approcci di ricerca integrati e multidisciplinari per accrescere i potenziali benefici dell’agricoltura in termini di occupazione e riduzione della povertà”. Anche in questo caso diventa centrale lo sviluppo di tecnologie adattate ai diversi sistemi agricoli. Come sottolinea il documento, “La crescita dell’occupazione rurale è fondamentale per combattere la povertà”. Focus anche sulla sicurezza alimentare. L’efficienza è cruciale: “La ricerca dovrebbe concentrarsi sull’elaborazione e l’adozione di soluzioni innovative volte a migliorare il controllo della qualità nelle catene di approvvigionamento a livello locale e regionale al fine di garantire la qualità e la sicurezza degli alimenti in tutta la catena alimentare”.
Ricerca e innovazione, i termini chiave
I primi bandi per presentare progetti di ricerca e innovazione per quest’anno sono stati lanciati agli inizi del mese di febbraio. Università, enti e organismi di ricerca, imprese ed associazioni no profit possono presentare progetti di ricerca e innovazione sulle tematiche previste dai bandi e nei settori dell’efficienza nell’uso delle risorse idriche, dell’agricoltura sostenibile e del comparto agroalimentare. Il macro tentativo è riassumibile nell’attenzione a sviluppare sistemi ad alta produttività e a basso impatto ambientale, promuovendo l’integrazione delle conoscenze ecologiche, agronomiche e socioeconomiche per progettare e valutare sistemi produttivi efficienti.
Tutti i bandi sono strutturati su due fasi: nella prima si deve sottoporre una proposta preliminare che sarà valutata dalla Fondazione PRIMA. Le proposte ammesse alla seconda fase saranno invitate a sottoporre la Full Proposal per la valutazione finale e la selezione dei progetti vincitori. Per tutte le informazioni del caso sono disponibili al sito del MIUR e al sito di PRIMA. Per quanto riguarda l’Italia, i bandi sono finanziati per il 2018 con oltre 50 milioni di euro. “PRIMA rappresenta un’iniziativa strategica per il nostro Paese, per le sue potenzialità ai fini della promozione della ricerca di eccellenza e per le sue valenze in termini di diplomazia scientifica”, spiega la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli. “La cooperazione fra ricercatori e innovatori delle due sponde del Mediterraneo – aggiunge la Ministra – contribuirà, infatti, anche a produrre occupazione e imprenditorialità giovanile e femminile, aiutando così anche a gestire i flussi migratori”.
Angelo Riccaboni, Presidente della Fondazione PRIMA incaricata dell’attuazione del Programma, evidenzia come sia la prima volta che un programma di ricerca e innovazione sia dedicato esclusivamente al Mediterraneo. “La durata decennale – sostiene Riccaboni -, l’ingente finanziamento e la pari dignità fra i Paesi del Nord e del Sud contribuiranno a creare una piattaforma di dialogo tra attori pubblici e privati, indispensabile per società euro-mediterranee sostenibili e inclusive”.