La trasformazone digitale investe anche i ristoratori indipendenti, che la società di distribuzione all’ingrosso ha deciso di sostenere mettendoli affiancando loro alcune startup. Se ne è parlato durante la Milano Digital Week
Comunicazione, rapporti con i clienti, gestione complessiva della propria attività: tutte questioni che si trovano ad affrontare molti imprenditori che si confrontano con le sfide dalla trasformazione digitale. Compresi i ristoratori, soprattutto quelli più piccoli e che in molti casi si trovano in difficoltà nel percepire i vantaggi dei nuovi strumenti offerti dal mondo del web.
È stato questo il tema al centro dell’incontro R-Evolution, dedicato proprio alla “trasformazione digitale nella ristorazione” e organizzato dal gigante del commercio all’ingrosso Metro nell’ambito della Milano Digital Week.
Il sito web, una vetrina da curare
Secondo un rapporto dell’Osservatorio Digital Innovation del Politecnico di Milano, condotto su oltre 700 ristoratori e i cui risultati sono stati svelati in anteprima durante il panel, per la maggior parte degli intervistati la digitalizzazione del settore riguarda gli aspetti della comunicazione, della promozione e della relazione con i clienti. “L’89 per cento degli interpellati ha un sito internet – ha detto Chiara Corbo, una delle ricercatrici che hanno svolto l’indagine – mentre il 60 per cento usa per la sua attività un profilo social, e nove su dieci dicono di leggere attentamente le recensioni ricevute, anche se c’è un timore diffuso sull’affidabilità dei portali che le ospitano”.
Alla realizzazione di siti accattivanti e funzionali è dedicato Eatbu, uno dei progetti di Metro per favorire la digitalizzazione dei suoi partner: è una piattaforma grazie alla quale i ristoratori possono creare e personalizzare le proprie pagine web in modo gratuito, con il sostegno logistico e pratico della società. “Attualmente – ha detto il direttore Food Service Distribution di Metro, Alessandro Urbani – “hanno aderito più di quattromila ristoratori, l’obiettivo è arrivare a 10 mila”.
Strumenti digitali per ottimizzare il lavoro
I siti, tuttavia, sono solo una delle risorse digitali che possono rivelarsi utili nel mondo della ristorazione, come ha fatto notare Luca Rudilosso, uno dei soci fondatori del ristorante milanese SlowSud, che – come i suoi soci – prima di aprire il locale lavorava nel mondo della consulenza aziendale: “Le tecnologie digitali – ha aggiunto – offrono strumenti di gestione efficace e mezzi per ridurre i costi, aumentare i clienti e quindi il fatturato, diminuire gli sprechi e ottimizzare le risorse”.
Metro, ha aggiunto di nuovo Urbani, si muove anche su questo terreno: da circa un anno ha avviato il progetto Pilota METROpolitano, con il quale ha selezionato alcune startup locali e le ha affiancate “a cento ristoratori di Milano per testare delle soluzioni tarate sulle loro necessità, e tali da rendere migliore il loro modo di lavorare”.
Come quelle proposte da Scloby e Passbot. La prima – che ha da poco concluso un equity crowdfunding da 300 mila euro – con i suoi strumenti che sostituiscono i tradizionali registratori di cassa e mettono in rete tutte le attività, dalla gestione del magazzino al marketing, “su un cloud dove altri software possono interagire con questi dati per ottimizzare i processi”, come ha raccontato il suo amministratore delegato, Francesco Medda.
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Passbot, invece, con il suo sistema basato sull’intelligenza artificiale: un chatbot che risponde alle richieste dei clienti e permette loro di ordinare direttamente dallo smartphone sfruttando Messenger, l’app di messaggistica di Facebook. “La nostra è una soluzione pensata per i ristoranti che hanno grandi flussi di clienti e di conseguenza grande turnover” ha detto Filippo Greco, il responsabile marketing della startup: “Lo scopo è velocizzare le procedure di ordinazione – e consegna, per i take-away – per ottimizzare i tempi, non quello di sostituire il rapporto umano tra gestore e cliente rimane, che sarà sempre una parte fondamentale dell’esperienza di mangiare fuori casa”.