L’indagine di Associated Press svela che, a dispetto delle autorizzazioni richieste, diverse app di Google continuano a tracciare i movimenti degli utenti
Negare l’accesso ai dati di posizione potrebbe non bastare per tutelare la propria privacy nei confronti di Google. Secondo un’indagine di Associated Press, infatti, il gigante di Mountain View ha a disposizione numerosi mezzi per sapere dove si trova ognuno dei propri utenti.
Le informazioni che fanno “ricca” Google
“Puoi disattivare la sequenza temporale che mappa i tuoi spostamenti in qualsiasi momento. Con Cronologia delle posizioni disattivata, i luoghi in cui ti trovi non vengono più archiviati”.
A dispetto di ciò che Google afferma sulla sua pagina di supporto agli utenti, riprendere possesso della propria privacy non è così semplice. Alcune app, infatti, memorizzano automaticamente, e senza aver prima chiesto il consenso all’interessato, i dati di posizione. Un problema di privacy che riguarda circa due miliardi di utenti con dispositivi Android e centinaia di milioni di utenti Apple.
Google può archiviare un’istantanea della tua posizione quando viene aperta l’app di Google Maps. Ma anche gli aggiornamenti automatici sul tempo riesco a individuare il punto in cui ci si trova. E poi ci sono alcune ricerche, senza legami apparenti con la geolocalizzazione, che calcolano esatta latitudine e longitudine: salvando le informazioni sull’account Google.
Alle accuse mosse da Associated Press nei confronti della tech company ha risposto un portavoce: “Esistono diversi modi in cui Google può utilizzare i dati di posizione per migliorare l’esperienza dei propri utenti. E su questi strumenti noi forniamo indicazioni chiare così che le persone possano decidere se accettare o disattivare l’opzione”. Un genere di servizio, insomma, che fa comodo.
Dal 2014 Google consente agli inserzionisti di monitorare l’efficacia degli annunci online rispetto al traffico pedonale di una determinata zona. Mentre a un vertice di Google Marketing Live dello scorso luglio è stato presentato il nuovo strumento “campagne locali”, che permetterà di misurare la permeabilità di una campagna pubblicitaria. Segnali diversi di come sapere dove siamo sia per la gente di Mountain View non solo utile, ma anche proficuo. Soprattutto ora che il motore di ricerca spinge sull’acceleratore per aumentare le entrate pubblicitarie che passano anche per la geolocalizzazione degli utenti (95,4 miliardi di entrate e +20% rispetto allo scorso anno).
Come proteggere la propria privacy?
Per l’utente che vuole proteggere la propria privacy la strada percorribile è una soltanto: disattivare le impostazioni nell’area “Attività web e app”.
Su un dispositivo Android, è necessario:
- Accedere a impostazioni e Gooogle Account;
- quindi “Dati personali e privacy”, disattivando la cronologia delle posizioni per ogni telefono o dispositivo collegato all’account Google.
Su iPhone, iPad e computer, invece, si può più comodamente completare la procedura passando da questo link dopo aver eseguito l’accesso all’account di riferimento.