La storia della famiglia Castellari che ha lasciato Milano per trasferirsi nell’isola dell’arcipelago indonesiano viene raccontata in un libro. Oggi la presentazione alla libreria Mondadori di via Marghera
Talvolta si sente il forte bisogno di fuggire per ritrovare se stessi. E talvolta poi capita di scoprire che il paradiso tanto desiderato non esiste. O almeno non è come ce lo si era immaginato.
È ciò che hanno imparato a proprie spese Sarah Falchi e Paolo Castellari, gli autori del libro a quattro mani “Bali Andata e Ritorno”. Due milanesi quarantenni, marito e moglie. Entrambi persone “realizzate” dal punto di vista lavorativo, ma perennemente turbati da un senso molto moderno di insoddisfazione.
Sarah e Paolo nel 2014 prendono una decisione radicale per le loro vite. Abbandonare tutto (lavoro, agi e comodità della città in cui per anni hanno vissuto) per trasferirsi dall’altra parte del mondo insieme ai due figli, Jacopo e Tommaso, e alla Nonna (la madre di Sarah). Bali la meta prefissa. L’isola indonesiana che, dietro il suo volto di paradiso naturale, nasconde, come cantavano i Pink Floyd, un “dark side”, un lato oscuro molto meno conosciuto.
Il libro che viene presentato oggi presso la libreria Mondadori di via Marghera a Milano si snoda attraverso le esperienze vissute dalla coppia in 3 anni di viaggio “on the road”. Perché, anche quando risiedono in un luogo stabilmente, i protagonisti non stanno mai fermi sempre alla ricerca di qualcosa. Forse se stessi. Il risultato è un racconto consequenziale e soggettivo in cui una voce narrante si alterna all’altra mescolando così punti di vista e sensazioni di una “fuga condivisa”.
Road to Bali
“A un certo punto partire è diventato una necessità”, ricorda Sarah. “Noi vivevamo la classica vita da ‘milanesi imbruttiti’ giorno per giorno con la testa rivolta agli impegni lavorativi che tolgono spazio alla famiglia e ai rapporti umani. I viaggi e le vacanze erano il nostro modo di recuperare il tempo perduto con i nostri figli”. All’epoca Sarah e Paolo erano entrambi professionisti affermati nel campo della comunicazione e pubblicità. Avevano una casa di proprietà e un mondo di opportunità che non possono essere date per scontate. Alla fine, però, qualcosa mancava. Proprio quel qualcosa ha insinuato in loro l’idea di fare una scelta radicale.
Bali, per certi versi, è stata una scelta casuale. Chini davanti ad una cartina geografica, marito e moglie hanno ristretto poco a poco le opzioni di viaggio. Via i luoghi già visitati in precedenza. Via i Paesi con un clima troppo rigido. E poi via anche quelli che non avrebbero offerto a Jacopo e Tommaso, che allora avevano 13 e 8 anni, una qualità di vita accettabile (scuole e sistema sanitario).
Il primo approccio con Bali è un viaggio esplorativo, ma al ritorno la decisione è già presa: Sarah e Paolo decidono di liberarsi di tutte le proprietà che hanno in Italia per potersi trasferire senza avere ripensamenti. Organizzano un Garage Sales cui partecipano oltre 300 persone pronte ad acquistare ogni loro oggetto. “Viaggiare ti permette non solo di capire cosa ti sei lasciato dietro, ma anche di apprezzare e capire meglio cosa ti troverai davanti. Dovevamo prendere una decisione così drastica, altrimenti alla prima difficoltà saremmo stati colti dal desiderio di tornare indietro”, spiega oggi Paolo.
Nell’isola di Bali le celebrazioni religiose occupano uno spazio fondamentale che scandisce la quotidianità
The Dark Side of Paradise
Per quanto l’isola di Bali sappia affascinare e conquistare gli occidentali, viverci si dimostra assolutamente difficile. Sarah e Paolo lo scoprono quando, di ritorno da un lungo “on the road” in Australia e Nuova Zelanda, pensano di cominciare lì una propria attività. La famiglia Castellari racconta le sue avventure attraverso immagini e video sul blog Facebook ICastell molto apprezzato: e allora l’idea sarebbe proprio quella di dare spazio alla passione di Paolo per la fotografia. Ma a Bali il mestiere di fotografo è una di quelle attività protette che gli stranieri non possono professare.
Inoltre la quotidianità è scandita da ritmi e abitudini incredibilmente diverse da quelle cui i protagonisti erano avvezzi a Milano. Sarah e Paolo entrano poi in contatto con una comunità di italiani espatriati che vive a Bali una vita ormai senza regole. Una vita dove contano solo denaro, minacce, favori e corruzione. Il sogno pian piano diventa un incubo e Bali si scopre essere, più che un paradiso, un’isola di pirati. Come apprendiamo nell’estratto di “Bali Andata e Ritorno” che qui di seguito proponiamo.
Un estratto del libro
Quando mi butto in piscina per fare qualche vasca ristoratrice, un misto di rabbia e frustrazione mi assalgono. Insomma, com’è possibile che su quest’isola ci sia l’abitudine di infilare sostanze stupefacenti, nei bicchieri degli sconosciuti? Da parte di una signora apparentemente per bene non me lo sarei mai aspettato! E quelle ragazze che sniffavano nel bagno, come se nulla fosse? Per non parlare della baldracca russa e dei suoi amichetti…, come minimo, saranno dei latitanti, ricercati a livello internazionale!
Stendo le gambe, aumentano il ritmo delle bracciate. Più passa il tempo e più mi rendo conto che, l’isola degli Dei, non sia esattamente come me l’ero immaginata, anzi, a dirla tutta, assomiglia molto di più a… un’isola di pirati!
“…È Bali che sceglie i suoi abitanti, non il contrario. Ho visto persone, non adatte a vivere qui, fare una brutta fine su quest’isola! …” Le parole di Guido Baik, alla luce di tutto quello che ci è capitato, assumono un significato, quasi profetico. Se fossimo proprio noi, le persone che faranno una brutta fine? I Carli, la droga, la dengue… E se Bali non ci volesse? Ok, forse sto un po’ esagerando, anche se… Vabbè, mi sa che sono entrata in una paranoia post alcolica, anzi post …Tutto! Mi avete capito, no?
Sbatto i piedi nell’acqua ancora più forte. Poi, Jacopo, mi urla dalla cucina, interrompendo i miei deliri. “Mamma, vi siete dimenticati di rimettere lo zucchero in frigorifero, ed ora, è pieno zeppo di formiche!” “Che palle! Ancora?!”, impreco, uscendo dalla piscina, “Questi fottutissimi insetti!” Eh già, ai tropici ci sono molti insetti. Sono grossi, insistenti, pelosi, raccapriccianti, pericolosi e s’infilano dappertutto!
Che bella scoperta, vero? Possibile che a nessuno di noi vengano mai in mente, quando guardiamo quelle bellissime immagini da cartolina, raffiguranti, palme, spiagge e acque cristalline?
Così, quando Paolo, dopo aver parlato al telefono con i suoi genitori, mi propone una rimpatriata veloce, per rivedere la sua famiglia, dopo quasi due anni di lontananza, non mi sembra vero di poter tornare, finalmente, nel grigio monotono, ma rassicurante, della civiltà.