Wonder Workshop è stata finanziata con 41 milioni di dollari per insegnare coding e robotica ai bambini asiatici
Sono sempre di più le startup che lasciano la Silicon Valley per l’Asia. Il motivo è duplice: da una parte si cerca un più veloce accesso ai finanziamenti, realizzabile grazie ad hub finanziari come Honk Kong, e si tenta, nel contempo, di tracciare una strada verso un nuovo potenziale mercato. Wonder Workshop è l’ultima startup che, in ordine temporale, ha appena confermato tale paradigma: ha appena chiuso un round da 41 milioni di dollari messi sul tavolo da investitori asiatici. L’obiettivo? Pianificare la propria espansione nel mercato continentale.
Le capacità informatiche
Lo ha chiarito anche una recente ricerca condotta da Gallup: i genitori sono convinti che ai propri figli servano più competenze informatiche per affrontare in maniera adeguata il proprio futuro professionale. Wonder Workshop vuole colmare questo gap: fondata nel 2012 da Vikas Gupta, la startup produce robot intelligenti, che insegnano ai bambini a risolvere problemi di creatività, di codifica e di robotica. I robot sono lo strumento attraverso cui il bambino apprende e sono dotati di programmi ideali all’utilizzo domestico e scolastico.
La tendenza dei genitori, in hub finanziari di prim’ordine come Honk Kong, è sempre stata quella di avviare i propri figli verso carriere sicure, nel settore bancario ed economico. Le persone hanno iniziato ad aprire gli occhi lo scorso anno, quando il licenziamento di 600 traders, a cui è seguita l’assunzione di 200 ingegneri informatici, da parte di Goldman Sachs ha scosso alcune delle convinzioni più radicate. Secondo gli investitori che hanno partecipato al finanziamento di Wonder Workshop, Honk Kong sarà uno dei paesi pionieri nell’educazione informatica e quindi terreno fertile per quelle startup che decideranno di approdare qui per la propria crescita nel mercato.