Nel giorno della festa della donna, la Fondazione Bracco presenta un libro in cui parlano matematiche, informatiche, astrofisiche, chimiche, neuropsichiatre, biologhe: raccontano i loro successi per offrire una lettura diversa della condizione delle donne nella scienza
A volte basta semplicemente il racconto della vita di qualcuno per cambiare anche la nostra, di vita. Per un bambino o una bambina, più di ogni altro, è importante avere davanti agli occhi degli esempi positivi, delle personalità a cui ispirarsi, delle strade da seguire, con ambizione e senza paura. Le bambine, soprattutto, rischiano di crescere adattando la propria indole e le proprie aspirazioni agli stereotipi, inflitti già da piccolissime, veicolati dal colore dei giocattoli o dai rimproveri che ricevono. Il mondo della scienza e della tecnologia, spesso viene loro presentato come un emisfero dedicato ai maschi, la matematica viene dipinta come una materia difficile, quindi meglio dedicarsi alle lettere. La verità è che scienza e aritmetica non hanno genere. Per contrastare questi stereotipi, un libro che verrà presentato l’8 marzo alla Fondazione Bracco a Milano, offre a bambini e bambine le voci di 100 donne nella scienza, che raccontano le loro storie di vita fatte di difficoltà e successi, per mostrare in prima persona che le donne – pur essendo sottoraprresentate e spesso in penombra sui media rispetto agli scienziati uomini – ci sono, fanno ricerca, lavorano, innovano. Il libro si chiama “100 donne contro gli stereotipi” ed è il risultato dell’omonimo progetto che ha realizzato una piattaforma online con 100 nomi e CV di esperte nell’area STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics).
In minoranza su giornali e tv
Nei convegni o sui giornali, le donne sono sempre in minoranza quando si tratta di interpellare “esperti” in materia (anche noi di Startupitalia abbiamo provato anche a fornire una lista di donne impegnate nel settore dell’innovazione, che potete leggere qui). Secondo i risultati del Global Media Monitoring Project 2015, un progetto di ricerca che ha misurato la visibilità delle donne nei mezzi d’informazione, radio, stampa e TV italiane, si dà molta più visibilità agli uomini che alle donne (79% contro il 21%). In particolare, tra gli esperti le fonti femminili sono soltanto il 18%. Questo dimostra un fatto: che agli occhi di una bambina che guarda la televisione, a spiegare e interpretare il mondo c’è quasi sempre un uomo, nonostante ci siano tante donne che potrebbero sostituirlo.
Coraggio e tenacia
“In occasione della pubblicazione di questo bel libro – ha detto Diana Bracco Presidente di Fondazione Bracco – voglio lanciare un accorato appello alle ragazze più giovani: non accettate mai il pregiudizio che vorrebbe le donne meno adatte agli studi tecnico-scientifici e alle relative professioni. Le studentesse in materie scientifiche, che per fortuna sono sempre più numerose, sono bravissime e si laureano con ottimi risultati e le aziende guardano solo a quelli. In Bracco, ad esempio, le ricercatrici oggi sono più numerose dei ricercatori. Dunque ragazze conquistatevi il vostro ruolo nella società con fiducia, coraggio, tenacia e generosità”.
Il libro sarà presentato in una giornata moderata da Maria Concetta Mattei del TG2, durante il quale interverranno anche: l’Europarlamentare Patrizia Toia, la Vicesindaco e Assessore all’Educazione e Istruzione del Comune di Milano Anna Scavuzzo, il prefetto di Milano Luciana Lamorgese e i giornalisti Mikol Belluzzi (Panorama), Luca De Biase (Sole24Ore) e Pier Luigi Vercesi (Corriere della Sera) e Giovanni Bignami (scienziato ed editorialista La Repubblica).