Ogni anno muoiono a causa dei tumori 8,2 milioni di persone nel mondo. Dalla biotecnologia alla chirurgia, ecco i progetti di 6 imprese italiane che hanno sviluppato metodi sperimentali per contrastarli e introdurre nuove possibili cure
Il 4 febbraio di ogni anno è la data scelta per unire tutto il mondo nella lotta al cancro. La giornata si chiama World Cancer Day e ha come scopo soprattutto la sensibilizzazione sui temi della prevenzione e lo stimolo a un intervento dei governi per la ricerca. E la ricerca è proprio il campo di azione di realtà imprenditoriali che hanno scelto di promuovere sul mercato delle innovazioni per contrastare la malattia. Stiamo parlando delle aziende che in Italia rappresentano oggi una risposta concreta alla necessità di usare la tecnologia moderna per sconfiggere un male che ogni anno uccide 8,2 milioni di persone al mondo.
1. Biogenera
Il primo esempio è quello di Biogenera, azienda fondata nel 2008. L’azienda è attiva nel settore delle biotecnologie farmaceutiche e si concentra sullo sviluppo di farmaci personalizzati in base al DNA. Una delle applicazioni dei prodotti sviluppati dall’impresa bolognese è quella del contrasto ai tumori, soprattutto dei tre principali tipi di cancro pediatrico. Il team di Biogenera è composto da 15 riceratori ed è guidato dal suo fondatore Roberto Tonelli, professore di farmacologia all’università di Bologna e da Andrea Pession, primario della clinica di oncologia pediatrica dell’università di Bologna.
Il trattamento antitumorale di Biogenera ha ottenuto la designazione di farmaco orfano dall’Ema, l’agenzia europea per i medicinali. L’iniziativa imprenditoriale è finanziata da oltre cento business angels. Dall’inizio dell’anno è in corso un aumento di capitale al quale hanno partecipato diversi azionisti tra cui Marco Bicocchi Pichi di Italia Startup.
2. Genenta Science
Genenta Science è uno spin-off dell’Ospedale San Raffaele di Milano e ha sviluppato una strategia per il trasferimento dei geni nelle cellule ematopoietiche (quelle da cui si originano le cellule del sangue) e il raggiungimento di una specifica proteina anti-tumorale. In questo modo la proteina può essere guidata direttamente nell’area tumorale attraverso il controllo del gene Alla base delle ricerche che hanno portato a questa innovativa tecnica ci sono anni di studio in Italia e all’estero del dottor Luigi Naldini, direttore dell’Istituto Telethon per la terapia genetica (Tiget) che così spiega la sua idea: «Piuttosto che sostituire i geni difettosi, istruiamo le cellule a combattere meglio i tumori».
Genenta Science è stata inserita da Startupitalia! tra le 10 migliori startup del 2015 e nella lista delle migliori 100 del 2016. L’azienda ha già ricevuto finanziamenti per 10 milioni di euro da parte di Venture Capital Post. A settembre del 2016 Genenta Science ha siglato un accordo con il colosso californiano del biotech Amgen per una collaborazione sullo sviluppo di una terapia genetica basata sulle cellule staminali ematopoietiche.
3. MolMed
Dall’Ospedale San Raffaele di Milano arriva anche un’altra azienda impegnata sul fronte della lotta ai tumori. Si tratta di MolMed, società di biotecnologie attiva nello sviluppo di biofarmaci e nella ricerca di nuove terapie per la cura del cancro. Due i prodotti principali già realizzati dall’azienda milanese: una terapia cellulare che consente il trapianto di midollo osseo da paziente solo parzialmente compatibile, già approvata per la commercializzazione in Europa dal Chmp (Committee for Medicinal Products for Human Use); un agente mirato ai vasi sanguigni tumorali che è in grado di contrastare diverse patologie, come il mesotelioma pleurico maligno e che attualmente si trova nella fase III di sperimentazione.
La società fondata da fondata da Claudio Bordignon nel 1996 ha tra i suoi investitori privati Fininvest, Herule Finance (ora H-Equity S.r.l.) e La Leonardo Finanziaria e nel 2008 si è quotata in borsa. A marzo del 2016 ha raggiunto un accordo di collaborazione con Genenta Science per lo sviluppo e la produzione di una terapia genica per il trattamento del mieloma multiplo, il tumore del midollo osseo.
4. Immagina Biotechnology
Immagina Biotechnology è nata nel 2014 nei laboratori del Centro di Biologia Integrata dell’Università di Trento e dell’Istituto di Biofisica del CNR (CNR-IBF). Ha sviluppato RiboLace, uno strumento per l’analisi dei poliribosomi che consente di capire come funzionano le cellule, soprattutto quelle malate. L’obiettivo è fornire un valido supporto alla medicina personalizzata soprattutto nel trattamento del cancro e delle malattie neurodegenerative.
La startup, fondata da Massimiliano Clamer, a novembre del 2016 è stata finanziata per 480mila euro da business angels provenienti dai tre territori dell’Euregio (Trentino, Alto Adige e Tirolo). I prodotti realizzati da Immagina possono essere acquistati dai laboratori di ricerca e dalle aziende farmaceutiche per sviluppare nuovi medicinali che modificano le espressioni genetiche dell’RNA.
5. Rigenerand
La medicina rigenerativa che si basa sull’uso delle cellule staminali è l’ambito di azione di Rigenerand, startup emiliana nata nel 2009 e con sede a Medolla, in provincia di Modena. La ricerca portata avanti dal founder della startup, il dottor Massimo Dominici e dal suo team, ha portato allo sviluppo di terapie avanzate antitumorali e di dispositivi biotecnologici nel settore delle colture cellulari e dell’ingegneria dei tessuti. Attraverso l’utilizzo di cellule staminali mesenchimali geneticamente modificate si riescono a trattare forme tumorali rare o incurabili, come il cancro del pancreas ed i sarcomi. L’azienda ha quindi offerto una possibile cura per patologie fino a questo momento difficili da sconfiggere.
Nel mese di maggio del 2016 Rigenerand ha chiuso un round di 8,7 milioni di euro arrivati dal fondo Principia III-Healthcare. Questi finanziamenti sono impiegati nella realizzazione di ambienti sterili per la produzione di cellule a scopo terapeutico, le cosiddette “cell factory”. Questi laboratori assicurano performance superiori nell’amplificazione delle cellule umane rispetto alle attuali officine farmaceutiche.
6. Seventeen
Dalla biotecnologia alla chirurgia per incontrare l’innovazione portata da Seventeen. La startup fondata a Napoli da Francesco Izzo, ricercatore e medico chirurgo dell’Istituto Pascale e direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Oncologica Addominale a indirizzo Epatobiliare dell’Istituto Tumori di Napoli, ha sviluppato un sistema per il trattamento di alcuni tumori solidi non operabili o ad alta incidenza di recidiva dopo l’intervento. La tecnologia sperimentata si basa sull’iniezione di un gel biocompatibile caricato con particelle radioattive che consente una migliore riuscita della radioterapia e la riduzione dei suoi effetti collaterali.
A settembre del 2016 la startup ha chiuso un round d’investimento da 4.2 milioni di euro da parte di Panakès Partners e Innogest. Il founder Francesco Izzo ha già portato avanti la sperimentazione per ottenere il marchio CE del dispositivo medico. Questi fondi serviranno per far avanzare la ricerca e consentire di raggiungere la completa validazione clinica necessaria per il lancio del prodotto sul mercato.