La piattaforma di home sharing diventa sempre più azienda, consolidando altri asset in vista dell’Ipo. Un nuovo servizio, “Flights”, consentirà di prenotare su Airbnb voli aerei
In un futuro molto prossimo per prenotare un volo potremmo andare su Airbnb. La startup che oggi ha un valore di 30 miliardi di dollari sarebbe stufa di puntare solo sugli affitti brevi e sta già allargando a dismisura i suoi servizi (come con “Trips”, un modo per prenotare “esperienze” come lezioni di surf, di cucina o di musica). Così la startup cambia pelle e si “prende” tutto il turismo per fare concorrenza ad altri big come Expedia. In realtà, l’inserimento dei voli all’interno dell’offerta, è una manovra per lanciarsi con ancora più forza in Borsa. Secondo gli analisti, la piattaforma di Brian Chesky non è così lontana dall’IPO.
Un sistema turistico chiuso
“Airbnb sta sviluppando un servizio per prenotare voli che porterà la startup a competere con Expedia e Priceline Group Inc, per molte delle spese online dei turisti” è l’indiscrezione di Bloomberg. La rivista americana ha intervistato una persona molto informata sulle dinamiche della startup degli affitti brevi che le ha spifferato che il nuovo prodotto noto come “Flights” sarà lanciato nei prossimi mesi.
Con i voli la startup si prende un’altra fetta dell’offerta turistica, dopo che con il lancio di Trips è passata a vendere originali esperienze per turisti, segnalate spesso dagli stessi proprietari degli appartamenti. “Esperienze” davvero originali come diventare un artigiano locale per un giorno, cacciare il tartufo, prendere lezioni di burlesque o allenarsi con i samurai.
Il modello è quello di siti come Expedia, ma anche Kayak, che offrono al turista la possibilità di prenotare in anticipo tutta una serie di servizi, dal noleggio delle auto, a promozioni per tour, alle prenotazioni nei ristoranti. La strada tracciata è sempre più chiara: diventare un industria turistica globale, un posto dove prenotare un’intera vacanza e non solo un posto in cui dormire.
La “guerra” del turismo online
Kayak, Travelocity, Expedia, il livello di competizione per i servizi di prenotazione devi voli come si può immaginare è davvero altissima. Molti di questi player stanno muovendo le pedine sulla scacchiera per non “andare loro in vacanza”. Expedia, per esempio, ha comprato uno dei competitor di Airbnb, HomeAway, per 3,9 miliardi lo scorso anno.
Airbnb dal suo canto non ha molta scelta. Il suo modello di business, quello che si concentra sugli affitti brevi, è messo ogni giorno in discussione dalle politiche di molte amministrazioni cittadine che lanciano leggi anti – Airbnb, per difendere le associazioni di albergatori. Los Angeles, Miami, Portland, Toronto, Barcellona e Berlino , sono solo alcune delle metropoli che stanno mettendo il bastone tra le ruote della startup. Prendiamo il caso di New York. Aibnb ha deciso di accordarsi con l’amministrazione dello Stato governato da Andrew Cuomo che aveva deciso di innalzare le multe per gli host a 7.500 dollari. La startup ha smesso di essere il volto simpatico della sharing economy.
Poi i “voli” hanno un grande potere di attrazione. Innanzitutto, per i turisti online che sono portati a orientarsi verso piattaforme che gli spiegano anche come arrivare in una destinazione e “una volta che ci sono” dare un’occhiata anche a dove alloggiare. Tutto senza essere costretti a navigare su più siti. Sui voli e su altri servizi, come le “esperienze” sopra descritte, i margini potrebbero essere più alti, rispetto al 6 -12% degli affitti. E questo potrebbe offrire un incentivo in più agli investitori in vista di un IPO.
Ora è interessante capire come la startup vuole entrare nel business. Secondo Bloomberg potrebbe o acquistare una agenzia online, oppure ottenere la licenza da un fornitore di servizi, come Amadeus IT Group SA oppure Sabre Corp.
Aspettando l’Ipo
Airnb studia le manovre per cambiare definitivamente pelle anche dal punto di vista del design, lo stesso Gebbia ha presentato una nuova grafica per il sito e le app della compagnia, che contengono l’immagine di un piccolo area. E intanto continua a raccogliere soldi. Ai 555 milioni di dollari annunciati lo scorso settembre in un “equity deal” si starebbero per aggiungere altri 153 milioni, come svela TechCrunch. La startup dal 2009 ha ottenuto 3 miliardi, potendo contare su investitori come Google Capital e Sequoia.
Giancarlo Donadio
@giancarlodonad1