Il suo predecessore Barack Obama aveva incassato 400mila dollari all’anno. Tra i più pagati al mondo anche il primo ministro canadese Justin Trudeau e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Decima posizione nella classifica di Forbes Matteo Renzi con 124.600 dollari
Le analisi politiche sulla vittoria alle elezioni americane di Donald Trump in questi giorni si sprecano. Tutti i commentatori cercano di spiegare come abbia potuto un miliardario senza esperienza politica e con posizioni estreme su immigrazione, affari esteri ed economia vincere la competizione contro Hillary Clinton.
Poi il presidente eletto degli Usa decide di rinunciare allo stipendio che gli spetterebbe per la sua carica, accontentandosi di una cifra simbolica di un dollaro all’anno. E tutto sembra confermare la teoria più accreditata: la chiave del suo successo sta in quell’ondata di populismo che spinge al potere i candidati più lontani dall’estabilishment.
L’annuncio di Trump è arrivato durante la trasmissione televisiva della Cbs 60 Minutes‘. La decisione del magnate americano fa ancora più effetto se si mette a confronto ciò che lui percepirà per sedere nello studio ovale con quello che mettono in tasca i principali leader mondiali. Forbes l’ha fatto raccogliendo gli stipendi dei più pagati capi di stato e di governo in un’infografica.
La classifica dei leader più pagati
Per i sostenitori di The Donald la sua è una mossa che rivela la sensibilità del Presidente nei confronti delle necessità del Paese. E soprattutto la dimostrazione di una coerenza di fondo da parte di un magnate che non ha certo bisogno dei soldi della Casa Bianca per dirsi ricco: «Lo stipendio non è un problema per me», aveva detto alla folla lo scorso settembre. In totale Donald Trump rinuncerà a 400mila dollari all’anno, lo stipendio che invece ha incassato durante tutta la sua presidenza Barack Obama.
Secondo all’ormai ex Presidente americano per entità della somma ricevuta è il primo ministro canadese Justin Trudeau che percepisce ogni anno 260mila dollari, circa il doppio di quello che riceve un comune parlamentare canadese.
Segue a ruota la cancelliera tedesca Angela Merkel alla quale ogni anno spettano 234.400 dollari. Nella top ten dei più pagati ci sono anche il primo ministro inglese Theresa May, il presidente francese François Hollande – che pure si è ridotto lo stipendio del 30 per cento quando è stato eletto nel 2012 – e il nostro presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Per il leader italiano la posizione è la numero 10 con 124.600 dollari all’anno. Tra di loro ci sono i nomi di altri capi di stato e di governo internazionali come il presidente del Sudafrica Jacob Zuma, il primo mininistro del Giappone Shinzo Abe, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e quello russo Vladimir Putin.
A chiudere la classifica rispettivamente con 30.300 e 20mila dollari ci sono il primo ministro indiano Narendra Modi e il Presidente della Repubblica Popolare cinese Xi Jinping.
Gli altri politici a un dollaro
La scelta di Donald Trump non è storicamente l’unica di questo genere tra coloro che si sono succeduti alla Casa Bianca. Prima di lui avevano rincunciato al loro stipendio Herbert Hoover e John F Kennedy. Hoover poteva infatti contare sulle fortune accumulate gestendo miniere, mentre Kennedy si trovò ad ereditare le immense ricchezze di famiglia.
Entrambi decisero di destinare la somma che gli spettava per l’incarico presidenziale a opere di beneficenza. E anche tra sindaci e governatori americani c’è stato chi ha seguito il loro esempio: l’ex sindaco di New York Michael Bloomberg, l’ex governatore della California Arnold Schwarzenegger e l’ex governatore del Massachusetts Mitt Romney hanno tutti rinunciato alla loro paga.
Zuckerberg da Facebook prende meno di tutti i dipendenti
La scelta di ridurre al minino il proprio stipendio non è una prerogativa della politica. Anche nel mondo dell’economia ci sono nomi di grandi dirigenti e amministratori delegati che in teoria percepiscono meno dei loro dipendenti.
Il caso più eclatante è quello di Mark Zuckerberg, il numero uno di Facebook. Come lui la paga annuale di un dollaro è stata preferita anche da Sergey Brin e Larry Page di Google, Larry Ellison di Oracle e Meg Whitman di Hewlett Packard Enterprise. Il teorico dello stipendio da un dollaro all’anno era stato Steve Jobs quando era ritornato alla guida di Apple nel 1997.
La tendenza è però più antica e risale addirittura alla Prima Guerra mondiale quando molti dirigenti, banchieri e industriali si misero al servizio della patria rinunciando ai loro compensi o accettando la somma simbolica di un dollaro per non infrangere la legge statunitense che proibisce il lavoro non pagato.
Ovviamente c’è da specificare che nel caso dei dirigenti e dei proprietari di aziende così importanti come quelle che abbiamo citato, le entrate arrivano in modi alternativi al classico stipendio: i proventi delle quote societarie e i compensi per altre attività aziendali assicurano comunque grandi ricchezze ai big del business mondiale.