Ecco le startup che stanno cambiando un po’ il settore musicale, questa volta non parliamo di diritti ma di produzione. App, programmi, nuove idee. Una selezione
C’è l’app che trasforma il tuo telefono in uno studio di registrazione, un sistema che ti fa creare tracce audio ad alta definizione con nessun microfono o attrezzature. E ancora il marketplace che ti fa produrre e vendere remix senza violare il copyright. Sono cinque le startup che stanno cambiando in qualche modo il mondo della musica. Ecco la classifica e le idee spiegate, con un’italiana che secondo noi sta facendo benissimo a Londra.
1. RecordGram
Tutto uno studio di registrazione in un’app. L’idea di Shawn Mims, rapper  e Erik Mendelson, è una piattaforma dove chiunque può registrare tracce musicali, girare un video dall’app e diventare una star. La startup ha doppia sede a Miami e New York ed è incubata al Project Music, incubatore dedicato alle idee hitech nel campo musicale.
2. SoundCloud
È una delle star nel campo musicale, un servizio di streaming di brani musicali online nato dalla mente di Alexander Ljung, startupper tedesco che ha lanciato la sfida al gigante del settore, Spotify.  La startup permette a musicisti di collaborare, promuovere e distribuire la loro musica. Dal 2008 ha raccolto round per 150,63 milioni.
3. Dubset
Recentemente ha sottoscritto un accordo con Spotify, la startup di Stephen White che si è inventato un marketplace che permette a dj e produttori di creare remix senza rischiare di violare il copyright. Un algoritmo, Mixbank, mette a confronto la traccia con una libreria di 100 milioni di brani, quando trova un match, l’autore del remix viene informato sulle royalty e su quando dovrà pagare. Un modo per risparmiare tempo, far guadagnare tutti (l’autore può vendere la musica creata sulla piattaforma) ed evitare lunghe e costose cause legali.
4. AudioHand
Haseeb Qureshi è il Ceo di questa startup di Knoxville nel Tennessee che ti consente di creare registrazioni audio ad alta definizione senza microfoni e l’equipaggiamento necessario. L’utente non deve fare altro che usare uno smartphone e un’app e registrare la traccia nel formato MP3.
5. Beatstars
L’idea di Abe Batshon è un social marketplace che offre a ognuno la possibilità di registrare, caricare, vendere e distribuire musica. In più dà l’opportunità agli artisti di cercare produttori con cui collaborare e viceversa. La piattaforma garantisce la distribuzione dei brani su servizi come  Spotify, Rdio, Rhapsody, Slacker, Deezer, Last.fm, e su un network su YouTube. La startup ha firmato un contratto di licenza con Universal Music Publishing Group (UMPG).
300mila nuove canzoni postate ogni giorno
Basta questo dato per capire quale è la direzione della musica del futuro. Sono 300mila le canzoni postate da artisti non iscritti ad alcuna etichetta discografica contro le 20mila al giorno registrate nell’ambito del circuito tradizionale delle Case discografiche: «Le barriere di ingresso tra artisti con contratto e senza stanno diventando sempre più sottili» spiega Heather McBee fondatrice dell’incubatore Project Music. Ed è questo il trend che le startup stanno cavalcando, svecchiando il processo con cui si produce, distribuisce e guadagna nell’industria musicale.
6. Moogees
Mogees, fondata dal ricercatore italiano Bruno Zamborlin, realizza l’omonima tecnologia di machine learning applicata alla musica che sviluppa la creatività permettendo di interagire con gli oggetti e creare suoni. Si tratta in particolare di un processo che a partire da un piccolo microfono applicato ad una qualsiasi superficie trasforma le vibrazioni degli oggetti in musica, questo tramite un software proprietario in grado di riconoscere il gesto del musicista e trasformare gli oggetti in strumenti musicali. Startupitalia.eu ha raccontato qui la sua storia.