Lo aveva annunciato a fine 2015 Satya Nadella in persona, adesso ci siamo: diventa realtà l’acceleratore per startup dell’azienda di Redmond. Lo annuncia a Startupitalia! Fabio Santini, ospite dell’Innovation Week a Milano. Qui l’intervista
E’ un po’ il “Virgilio” per tutti i giovani, le startup e gli sviluppatori italiani che hanno un’idea da proporre a Microsoft. E’ Fabio Santini, classe ’71, direttore della Divisione Developer Experience and Evangelism per l’Italia dell’azienda fondata da Bill Gates, che lancia una grande scommessa sull’Italia e sulle nostre startup. Lo abbiamo incontrato a margine della seconda giornata di lavori della Edison Innovation Week, a Milano.
Lo stiamo chiedendo a tutti gli ospiti. Qual è lo stato di salute, il termometro, dell’Innovazione in Italia?
«C’è sicuramente voglia di migliorare, il digitale sta facendo tanto, ma c’è ancora paura di prendersi dei rischi, soprattutto nelle aziende consolidate. Invece chi fa startup non solo si fa carico di rischi, non solo cerca un posto di lavoro, lo costruisce. Vedo dei ragazzi che vogliono sfondare, che si muovono per fare un business a livello globale».
A luglio il battesimo del super acceleratore di Microsoft in Italia
Grandi aziende e startup. Mondi e metodi paralleli e destinati a non incontrarsi mai?
«Credo che ci sia ancora una grande distanza tra startup e aziende. Le aziende devono innovare, sanno che possono “sfruttare” in qualche modo le startup per farlo, ma non è ancora chiaro il come. Dall’altra parte nascono moltissime startup, ma poche hanno successo. Credo che sia giunto il momento di mettere insieme questi mondi, quello dell’enterprise corporate e quello delle startup».
Come?
«Il primo luglio lanciamo “Grow it up“, insieme a Fondazione Cariplo (l’acceleratore voluto direttamente dal Ceo di Microsoft, Satya Nadella, che avrà sede a Milano alle ex officine Ansaldo, ndr). Il principio è: prendo le migliori startup delle migliori industry italiane e le metto a parlare, discutere, a ragionare, con i migliori player italiani di quell’industria. L’associazione di un mondo consolidato, di business consolidato, e di giovani che vogliono innovare dovrebbe portare innovazione da entrambe le parti: per la grande azienda, innovare più velocemente, grazie ai giovani e alle startup, e per i ragazzi disegnare i propri business model e la proprie idee rispetto alle linee guida dell’industria più importante».
Caro vecchio competitor, collaboriamo
Nel lessico delle startup e, soprattutto, delle grandi aziende c’è una parola che va molto forte: Open Innovation. Anche Microsoft sta cambiando tutto?
«Per noi open innovation significa cambiare un po’ di paradigmi. Quando penso alla Microsoft di alcuni anni fa, alcune aziende erano nostri competitors e ora quelle stesse aziende sono co-petitors. Oggi ci sono degli esempi di collaborazione con IBM, Salesforce, Apple, Google, rapporti impensabili sino a qualche anno fa. Questo perché il mondo cambia molto velocemente, e se si vuole dare al cliente il massimo del beneficio bisogna dargli la possibilità di scegliere il device, lo strumento, la tecnologia che preferisce. E quindi Microsoft ha deciso di cambiare strategia, di credere molto di più nell’open innovation, nella condivisione, nella collaborazione, quindi molte aziende rimangono competitors ma sono anche co-petitors».
Aldo V. Pecora
@aldopecora