Il supermercato dei soldi. Questo è l’appellativo che il 26enne Ed Maslaveckas ha dato alla sua startup. Si chiama Bud, ed è una piattaforma che aggrega i servizi delle fintech più note sul mercato (banking, lending, trasferimento, consulenza) in una sola app. L’idea alla base è infatti che gli utenti non dovranno più aprire decine di applicazioni, ma potranno fare tutte le operazioni con un solo login: «Ci sono centinaia di prodotti fintech sul mercato, le persone non hanno tempo e spesso le competenze per provarli tutti. Abbiamo deciso di aggregarli per fare chiarezza», spiega Ed Maslaveckas a TechCrunch.
L’idea mentre lavorava a Salesforce
Maslaveckas ha soli 26 anni, ma un curriculum da fare invidia. Dopo una prima esperienza alla Royal Band of Scotland, ha lavorato prima in RedBull, occupandosi dell’organizzazione eventi, e poi ha ricoperto diversi ruoli manageriali (nelle vendite e nel business development) presso Salesforce, la multinazionale del cloud valutata 55 miliardi.
In un’intervista su The Memo, racconta come è sempre stato interessato agli sviluppi del fintech e da osservatore si è reso conto che le soluzioni proposte erano ormai troppe, aumentando la confusione degli utenti: «Trascorrevo un paio di ore al giorno per comprendere le ultime novità, capire quello che le fintech stavano portando sul mercato. Ma era un lavoro davvero complesso. Ho immaginato quanto potesse esserlo per gli utenti che hanno poche competenze nel campo».
Maslaveckas pensa che sia anacronistico in un’epoca in cui sempre di più si diffondono idee per semplificare il panorama delle app essere costretti ad aprirne decine per fare tutte le operazioni di una banca: trasferire soldi, chiedere prestiti, depositare denaro, investire i propri soldi…, è allora che pensa all’idea di una banca online universale.
“Un solo anello per domarli tutti”
Maslaveckas ha investito 150mila sterline per lanciare la startup che ha sede a Londra. Finora hanno aderito al circuito diverse fintech di successo, come Revolut, l’app per abbattere i tassi di cambio, Bitgold, servizio che converte oro in denaro, Azimo, idea nel mobile payment che ha raccolto più di 46 milioni di euro. E alcuni big player come Western Union. L’obiettivo è di arrivare a una trentina di servizi.
L’app consente lo scambio di denaro tra i servizi che fanno parte della Rete, senza che l’utente sia costretto ad aprire nuove applicazioni. Come guadagna? Bud farà soldi con una fee che sarà offerta per ogni clienti che la fintech sarà capace di portare alle aziende che sono sulla piattaforma.
Una guida per gli incerti
L’app promette di selezionare i servizi solo sulla base degli interessi dei consumatori. Tra qualche mese sarà disponibile anche un software che consiglierà ai clienti i servizi che sono più adatti alle loro caratteristiche: «Bud saprà dirti quali prodotti sono di maggiore interesse per te. Se ti piace l’avventura, per esempio, potresti considerare di usare i servizi sulle criptomonete», spiega Maslaveckas.
L’obiettivo della startup è di catturare il pubblico dei millennials, puntando tutto sulla garanzia della migliore user experience: «I millennials spesso non conoscono o non sono interessati al fintech. Quello che chiedono sono risultati. E abbracciano le nuove tecnologie solo se migliorano la loro vita. Bud vuole aiutarli in concreto a gestire meglio i loro soldi, parlando il loro stesso linguaggio».