In occasione della terza tappa del tour Open Summit di Startupitalia abbiamo tracciato una panoramica delle startup fintech a Firenze. L’C domina incontrastato nelle sue tante varianti, mentre l’acceleratore Nana Bianca catalizza e supporta tutte le idee migliori nella finanza tecnologica.
Le fintech che abitano a Nana Bianca
Una buona parte del portfolio di Nana Bianca, la creatura di Paolo Barberis, Alessandro Sordi e Jacopo Marello è fatta di startup eCommerce.
Come Buru-Buru l’idea di Lisa e Sara Gucciarelli, Sara Campani e del loro team quasi esclusivamente al femminile. Nata come piattaforma per dare risalto a prodotti di artigianto di qualità (gioielli, borse, lampade, t-shirt) ha spostato il focus negli anni concentrandosi sul settore casa, ovvero oggettistica e arredo. Una scelta coraggiosa che ha decuplicato in un anno le vendite e utenti (150 mila utenti e 500 brand registrati nel 2015). Numeri che hanno attratto gli investitori. Al primo investimento di 70 mila euro (Club Italia Investimenti 2), si è aggiunto un nuovo aumento di capitale da 300 mila euro formalizzato e ottenuto attraverso SiamoSoci. Altro investitore è il fondo P101.
Un’altra promessa è Family Nation, boutique digitale dedicata a neo mamme e papà . L’hanno ideata Aidan Cox, 15 anni di esperienza nel settore dello sviluppo economico e internazionale per le Nazioni Unite, e sua moglie Emilia Mugnai, che sempre con le Nazioni Unite ha portato avanti progetti per i diritti umani in Asia. Nel 2011 si sono trasferiti a Firenze dove hanno creato il sito eCommerce dove è possibile trovare quello che offre il mercato riguardo all’abbigliamento per bambini, vestiti premaman, accessori post parto e giochi creativi. Negli ultimi 12 mesi, l’azienda ha registrato una crescita del 70%, con il 12% di ordini fuori dall’Italia. Nel 2016 punta a superare il milione di fatturato, mentre sono 64mila i seed tra Nana Bianca e Club Italia Investimenti 2.
Depop, l’eCommerce dei mercatini
Tra le startup che hanno trovato casa a Firenze c’è Depop, applicazione che consente agli utenti di vendere e scambiare i loro oggetti e al tempo stesso di seguirsi e vedere cosa comprano. Ideata da Simon Beckerman, madre originaria di Parma e padre inglese, è nella lista di Startupitalia delle 100 migliori startup italiane. Sedi in Italia, a Londra e New York, la startup ha chiuso finora diversi round di investimento per un totale di 10 milioni di euro (con Nana Bianca, H-Farm, Luca Marzotto, gli investitori italiani). A questi si accompagnano investimenti di venture stranieri, come il fondo londinese Balderton Capital, e il tedesco Holtzbrinck Ventures, investitore tedesco (lo stesso di Zalando).
Crowdfunding made in Toscana
A qualche chilometro da Firenze sorgono alcune delle realtà più interessanti italiane del crowdfunding, sia equity che reward. Livorno è la sede di Starsup: 1,4 milioni di raccolta e tante campagne chiuse con successo, anche nel fintech come Maxtrino startup che archivia automaticamente le fatture d’acquisto in pochi secondi (226 mila euro raccolti). Mentre a Pisa sorge Eppela, tra le più note piattaforme di crowdfunding italiane.