All’Istituto di Bio Robotica della Scuola Universitaria Superiore di Sant’Anna di Pisa hanno creato un soft-robot, Octopus, che ci permetterà di ripulire i nostri mari dall’inquinamento. È progettato per imitare i movimenti di un polpo reale, con dei tentacoli davvero speciali.
Si chiamano soft robot, androidi “morbidi” capaci di assumere ogni forma. Come quella del polpo sviluppato dall’Istituto di Bio Robotica della Scuola Universitaria Superiore di Sant’Anna di Pisa. Il team diretto dalla professoressa Cecilia Laschi ha realizzato un prototipo di robot con tentacoli che potrebbe essere usato per ripulire i mari e salvare vite umane.
I vantaggi dei soft robot
Possono camminare su terreni accidentati, passare in spazi stretti durante le operazioni di soccorso e sono più resilienti, romperli è complicato. Questi sono solo alcuni vantaggi dei soft robot, una branca della robotica che per Fast Company è molto promettente. La buona notizia è che in Italia siamo all’avanguardia nel campo grazie soprattutto agli studi di Laschi e del suo team che dal 2009 collaborano con dipartimenti di ricerca internazionali per sviluppare il loro prototipo di polpo, recentemente testato nelle acque del Mediterraneo. Per realizzarlo hanno osservato per anni le movenze e i comportamenti dell’animale.
Come è fatto OCTOPUS
OCTOPUS è il nome del robot, progettato per imitare i movimenti di un polpo reale. Come lui ha otto tentacoli che gli consentono di strisciare su ogni superficie e raccogliere ogni tipologia di oggetti. Per realizzare i tentacoli il team ha provato diverse tecniche prima di giungere a quella finale. Si tratta di una lega a memoria di forma (SMA). In parole semplici, una lega metallica che cambia forma quando viene riscaldata. La soluzione è inserita all’interno dei tentacoli che assomigliano a una canna, quella comune per l’irrigazione. Quando una corrente elettrica è applicata, “il tentacolo robotico” si contrae e poi torna alla sua forma originaria, imitando così perfettamente il movimento di un muscolo.
Un algoritmo innovativo
FastCompany svela il funzionamento dell’algoritmo alla base di OCTOPUS. Un sistema che contiene informazioni non solo sui movimenti che i tentacoli devono fare, ma anche sul tipo di ambiente circostante nel quale il robot si troverà a operare, in modo da stabilire una perfetta sinergia tra l’andamento dell’androide e le caratteristiche del luogo in cui dovrà agire. Un’idea nata dall’osservazione dell’animale che grazie a milioni di anni di evoluzione, ha un corpo progettato per rispondere all’ambiente in modo automatico e utile.
Possibili utilizzi di OCTOPUS
Dalla pulizia degli oceani, a ricerche su Marte (grazie alla sua capacità di strisciare su ogni superficie). Tanti gli usi possibili di OCTOPUS che spaziano ancora dal campo medico (miniature del robot utilizzate per operazioni di microchirurgia) fino a interventi per riparare turbine nell’industria dell’energia mareomotrice, quella ricavata dagli spostamenti d’acqua causati dalle maree). Ma siamo ancora agli inizi della sperimentazione, l’alba della robotica morbida destinata a creare sempre più robot capaci di muoversi in condizioni estreme e modificare la propria forma a seconda degli spazi.