Dal Trentino una linea di sensori intelligenti che monitorano i parametri ambientali, rilevano le sostanze contaminanti, le emissioni e misurano i campi elettromagnetici
L’80% delle aree urbane del nostro pianeta ha livelli di inquinamento dell’aria oltre i limiti stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS. Si tende a preoccuparsi di più quando ad alzarsi è lo smog che possiamo vedere in città, ma un numero sempre maggiore di persone realizza che siamo soggetti all’inquinamento anche negli ambienti chiusi, dove trascorriamo fino al 90% della giornata.
L’aria viziata e di scarsa qualità ha degli effetti sulla salute, specialmente quella polmonare: non a caso nei tardi anni ’80 è nato il concetto di sick building syndrome, quando più persone in un edificio manifestavano dei sintomi di qualche tipo apparentemente legati al tempo trascorso all’interno, probabilmente proprio per la scarsa ventilazione, la temperatura inadeguata e quei fattori che più spesso causano disagio. Oggi la SBS non è più diagnosticabile come “sindrome” ma è ancora efficace nel rendere l’idea.
L’esigenza di misurare la qualità dell’aria indoor, per vivere in ambienti più salubri, sta spalancando la porta a uno dei mercati emergenti del wellness: quello dell’abitare
Anche l’Italia fa la sua parte (con un occhio puntato sulla green economy) e dal Trentino arriva UpSens, una linea di sensori intelligenti che monitorano i parametri ambientali e rilevano le sostanze contaminanti, le emissioni e misurano la presenza di campi elettromagnetici: a oggi non ci sono prove scientifiche sufficienti a sostegno di un rapporto causa-effetto tra esposizione a campi elettromagnetici e cancro, ma gli organi sanitari internazionali, come lo IARC e l’OMS, raccomandano un continuo controllo e monitoraggio del fenomeno, per rispondere alla crescente apprensione del pubblico e fornire risposte chiare basate su studi epidemiologici (le radiazioni elettromagnetiche sono oggi inserite nella categoria 2B dello IARC, come “possibilmente cancerogene”). UpSens, con il suo monitoraggio, potrebbe dare una mano.
Ogni UpSens ha un corpo centrale e più moduli aggiuntivi che il consumatore può scegliere, in base a quello che vuole misurare. A differenza di molti alti sensori in commercio, è completamente stand-alone. “I primi moduli saranno Air, per il monitoraggio della qualità dell’aria indoor [con misurazione di composti volatili come anidride carbonica e formaldeide], e Wave, per il rilevamento dei campi elettromagnetici. Successivamente si aggiungeranno all’offerta altri apparecchi, sempre nell’ottica di misurare parametri che influenzano la qualità della vita”, spiega Ketty Paller, CEO di UpSens, ad esempio le proprietà organolettiche di cibi e bevande.
Le fonti di inquinamento interno sono molte e non sempre ci pensiamo: non solo fuochi a legna e stufe ma anche materiali edili e articoli di arredamento, oltre ai prodotti per la pulizia che usiamo quotidianamente. L’attenzione va mantenuta alta non solo a casa, dove tra porte e finestre possiamo accertarci di “cambiare l’aria” ogni volta che la sentiamo viziata, ma soprattutto in ufficio dove il controllo è ridotto: per abbassare il consumo energetico gli edifici moderni sono sigillati in modo più rigoroso rispetto al passato, ed è fondamentale che si compensi con un buon livello di ventilazione.
UpSens arriverà sul mercato a inizio 2017 ma nel frattempo l’azienda ha dato il via a una missione interessante e nuova per l’Italia: su www.starsup.it ha lanciato il primo equity crowdfunding per raccogliere 195.000 euro per il 13% della società, ovvero non si mette in vendita il prodotto a degli investitori (come succede su Kickstarter, spesso con degli extra “esclusivi”) ma le quote di partecipazione, equity. Così il team vorrebbe ottimizzare la fase di industrializzazione e marketing, per portare sul mercato al più presto anche gli altri sensori che “bollono in pentola”. UpSens è già stato inserito nell’Adi Design Index, la pubblicazione annuale dell’Associazione per il Disegno Industriale che raccoglie il miglior design italiano messo in produzione.
“Il nostro obiettivo è uno strumento semplice, utile, che sia a disposizione per ogni famiglia per tenere sotto controllo l’ambiente domestico. Spendiamo migliaia di euro per fare fitness e mangiare bene, e nemmeno un centesimo per il wellness dell’abitare”, incalza Marco Facchini, responsabile dello sviluppo tecnologico di UpSens.
Gli effetti dell’inquinamento interno, lo conferma la European Lung Fundation, variano da persona a persona.
Le donne sembrano essere più soggette agli effetti di irritazione che colpiscono gola e occhi, mentre i bambini soffrono particolarmente il fumo passivo: per un bambino che soffre di asma e vive in una casa nella quale è esposto al fumo passivo, il rischio di ospedalizzazione raddoppia.
Uno degli obiettivi più lungimiranti di UpSens è quello di diventare un raccoglitore di dati con approccio citizen science: il sistema non ha bisogno di una connessione wi-fi per fare il suo lavoro in casa o in ufficio, ma tramite la app dedicata permette di condividere in rete i dati che ha monitorato, dando il via a una mappa condivisa dell’inquinamento.