La storia dei riflessi ottici, che compaiono durante un film, è stata riassunta in un video da Vox. Si chiamano “lens flare” e per alcuni registi, come JJ Abrams, rappresentano una vera e propria droga.
Ci sono registi, come JJ Abrams, che non ne possono fare a meno. Ci sono fotografi, invece, che li odiano e ne hanno pure timore perché possono rovinare ogni immagine. Anche la più perfetta. Si tratta dei lens flare, i riflessi ottici che spuntano sugli schermi mentre guardiamo un film e la cui storia, come sottolinea Vox in un video, corre parallela a quella del Cinema.
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Che cos’è un lens flare
Mostrare i lens flare è molto più facile che descriverli. Sono una sorta di bagliore, di alone, di riflesso che si crea sull’immagine puntando una luce verso l’obiettivo della camera. Un esempio? Questo.
L’utilizzo, soprattutto, da parte di registi e videomaker, è un espediente voluto. Un vezzo artistico.
Ma non è sempre facile riuscire a distinguere un uso efficace da un abuso disturbante. I lens flare risultano più evidente nelle aree scure e la loro intensità è data, quasi sempre, dall’apertura del diaframma o da un’errata diffrazione della luce tra le varie lenti che vanno a costituire un obiettivo.
Le scuse di JJ Abrams
Il lens flare ebbe un momento di gloria qualche anno fa. JJ Abrams, in un’intervista a Crave, si scusò platealmente per quella che non era più un’abitudine ma una vera e propria droga: «Ci sono volte in cui, girando una scena, penso: “Qui ci starebbero benissimo i lens flare!”. So che esagero e di questo chiedo scusa, me ne rendo perfettamente conto. Una volta stavo mostrando a mia moglie una scena lei mi ha detto: “Non riesco a capire cosa succede. Non vedo nulla”. Ho dovuto chiedere alla Industrial Light & Magic di rimuovere i lens flare da un paio di scene. Il che se ci pensate è da idioti. Ma per un drogato, ammettere la dipendenza è solo il primo passo verso la guarigione».
Quelle parole erano pronunciate per un motivo ben preciso. Iniziavano a girare, infatti, delle parodie su quest’uso estremo dei lens flare che costrinse registi come Abrams a confessare questa che, in fondo, non è una debolezza. Basta solo imparare a gestirla e, in caso estremo, a disintossicarsi.