L’Iran la chiama la Rete web nazionale; una rete di alta qualità, con connessioni ad alta velocità e a basso costo per gli utenti, ma più esposta alla censura
Dall’elezione del Presidente Hassan Rohani il tema della rete Internet in Iran è stato spesso motivo di conflitto tra conservatori e riformisti. Qualche mese dopo l’elezione fu proprio Rohani ad auspicare per il proprio paese un ‘Governo Elettronico’. Il cyberspazio veniva così finalmente inteso come un’opportunità per gli utenti e non più come una minaccia. Un’opportunità volta soprattutto alla creazione di nuovi posti di lavoro.
Social sì, social no
Fino ad oggi le posizioni circa l’utilizzo dei social network e di Internet sembravano davvero dividere il paese a metà. Qualche tempo fa il Ministro della Cultura Ali Jannati in una intervista rilasciata in Italia aveva dichiarato “Il Web fa parte della cultura, ma ancora oggi in Iran abbiamo due scuole di pensiero. La prima sostiene che l’impiego dello spazio cibernetico sia qualcosa da avversare poiché alcuni vedono nell’utilizzo dei social network una minaccia in grado di allontanare il credente dai principi islamici. L’altra scuola di pensiero, crede il contrario, e cioè che bisogna garantire l’accesso all’informazione mediante i nuovi sistemi che la società suggerisce, poiché è impossibile privare oggi la popolazione delle nuove tecnologie.”
La Rete web nazionale
Oggi quindi pare che l’Iran abbia trovato una soluzione per accontentare entrambe le scuole di pensiero: ovvero una rete Internet nazionale. Si è svolta infatti proprio pochi giorni fa a Tehran, alla presenza del ministro delle comunicazioni e delle tecnologie dell’informazione del paese, Mahmoud Vaezi, la cerimonia di inaugurazione della prima fase di quella che l’Iran chiama la Rete web nazionale: una rete di alta qualità, ad alta velocità con connessioni a “basso costo.
Si tratta di una rete completamente staccata dal World Wide Web come lo conosciamo, ma da ora in poi si potrà navigare a una velocità 60 volte superiore a quella attuale.
Parlando con l’agenzia di stampa iraniana Tasnim il presidente iraniano, Hassan Rouhani, ha detto che «se gli utenti avranno un facile accesso a una rete nazionale affidabile, stabile e sicura, potranno giocare un ruolo chiave nello sviluppo del Paese». La prima fase del rollout consiste nel fornire l’accesso ai servizi di e-government e pagine web nazionali; una seconda fase, con scadenza febbraio 2017, aggiungerà contenuti video domestici e una terza fase, prevista per marzo 2017, introdurrà ulteriori servizi e fornirà il supporto per le aziende coinvolte nel commercio internazionale. Secondo quanto dichiarato, la privacy degli utenti sarà rispettata, ma su questo qualche dubbio sorge, visto che sarà una rete di cui le autorità potranno controllare ogni accesso.
Progresso o regresso?
In realtà seppur questa notizia da una parte mostra un Iran sicuramente avanzato e tecnologico, dall’altra sembra proprio un vero e proprio rompicapo.
Nel momento in cui l’Iran avrà la sua Rete Web Nazionale tutto ciò che verrà visualizzato online verrà filtrato e gli utenti potranno accedere solo alle notizie decise dalla Repubblica Islamica. Ad oggi l’Iran ha di gran lunga il maggior numero totale di utenti Internet in Medio Oriente, in parte a causa della sua popolazione di quasi 80 milioni di abitanti. E tuttavia, a seguito delle proteste delle contestate elezioni dell’ex Presidente Mahmoud Ahmadinejad dal 2009, l’Iran ha bloccato a lungo e ripetutamente l’accesso a Twitter, Facebook, YouTube e ad alcuni siti Internet che venivano utilizzati per organizzare le manifestazioni di protesta.
I social network dunque sono bloccati e vi si accede attraverso canali speciali come le VPN e i proxy esterni
Nonostante la censura e i blocchi imposti dalla polizia informatica e dall’intelligence, sono centinaia di migliaia gli iraniani che comunicano attraverso il web spesso proprio per rivendicare il proprio malcontento e denunciare le numerose privazioni alle quali vengono sottoposti.
Un ”
uso immorale” di Internet
Proprio alcuni giorni fa, come avviene ciclicamente ormai in Iran da anni, alcune centinaia di persone sono state interrogate o arrestate con l’accusa di “uso immorale” di Internet.
Ben 450 utenti internet, in maggioranza ragazzi, sono stati fermati dall’unità di ‘cybersecurity’ dei Guardiani della Rivoluzione accusati di aver diffuso sui social network, su Telegram e Instagram, messaggi “immorali” o “contrari all’Islam”, ritenuti un “oltraggio al valore della famiglia” nella Repubblica Islamica.
Dunque la nuova rete cibernetica nazionale, secondo alcuni, altro non è che una ulteriore stretta sulla libertà di navigazione degli utenti e un chiaro segno delle autorità concepito per diffondere la solita paura dissuadendoli dal postare, navigare e commentare in totale libertà.
TIZIANA CIAVARDINI (da Tehran)