Si chiama Campania Competitiva ed è un’iniziativa promossa dalla giunta regionale attraverso l’assessorato alle Startup, all’innovazione e all’internazionalizzazione. Appuntamento al Salone Margherita il 25 settembre
La Campania Competitiva ci prova. Il 25 settembre a Napoli, presso il Salone Margherita, l’unico assessore regionale in Italia con delega all’innovazione, all’internazionalizzazione e alle startup chiama tutti quelli che possono avere un interesse verso i contenuti delle sue deleghe a esprimere liberamente la propria opinione e a portare il proprio contributo. L’essenziale è che l’interesse sia lecito e il contributo sia di interesse collettivo.
La giornata è articolata in due blocchi principali: tavoli tecnici al mattino e dibattito istituzionale al pomeriggio. I tavoli tecnici possono essere promossi da chiunque e ruoteranno intorno ai sei assi che reggono il tavolo del programma dell’assessorato: scoperta imprenditoriale, sostegno alle idee d’impresa, sviluppo dell’impresa, contaminazione, internazionalizzazione del capitale umano, internazionalizzazione delle imprese.
Ciascun asse avrà un suo coordinatore, che avrà l’onere di raccogliere e sintetizzare il contributo di ciascun tavolo in un report che formerà la base della discussione nel pomeriggio. I report saranno analizzati e discussi nel pomeriggio dai referenti delle istituzioni responsabili della pianificazione del futuro del Paese e della Regione nei prossimi cinque anni: MISE, MIUR, ICE, UE, Invitalia, makers, CGIL e Confindustria. Durante la giornata interverrà anche Riccardo Luna.
Valeria Fascione è un’assessore fuori dal comune, un tecnico che da sempre si occupa sul piano istituzionale e operativo dei temi che sono alla base delle sue deleghe e questo approccio bottom-up, dove la società civile suggerisce alle istituzioni azioni concrete, è il segno di una potenziale originalità “pragmatica” del modo di fare politica.
La Campania è una delle tre grandi regioni meridionali che fino a oggi non ha saputo cogliere l’occasione di sfruttare le risorse comunitarie per stimolare l’ecosistema dell’innovazione e delle startup. Mentre in Abruzzo e in Basilicata le regioni hanno fatto partire incubatori e fondi di seed capital, in Campania, in Puglia e in Sicilia si è parlato tanto ma, almeno su questo fronte, si è fatto molto poco.
I meridionali, come al solito, si sono dovuti arrangiare con ogni mezzo per tenere la barca a galla. A Napoli, a Bari e a Catania sono sorti spontaneamente luoghi di co-working, percorsi di accelerazione, occasioni di match making e qualche libera associazione di investitori privati. Questi business angel sono coraggiosi ma improvvisati e avrebbero un senso se potessero coinvestire con fondi privati o pubblici per contribuire alla crescita delle startup con pochi soldi e tanta capacità di sviluppo; ma senza una catena di strumenti di finanziamento, soprattutto nelle fasi iniziali della vita dell’impresa, rischiano di perdere soldi e voglia di fare. Auguriamoci che sia la volta buona. Per saperne di più sul proframma cliccare qui