La premiazione avverrà lunedì: si tratta di un riconoscimento formale alla primavera dell’imprenditoria italiana ma che ha portato molto bene a chi lo ha vinto in passato. Ecco chi sono e cosa fanno oggi
Lo definiscono “il premio dei premi”, eppure in ballo non ci sono cifre da capogiro ma la stretta di mano del Presidente della Repubblica. La ragione di questa denominazione – oltre al prestigio di riceverlo direttamente dalla mani del presidente Sergio Mattarella – sta nel fatto che il Premio Leonardo Speciale Startup sia un riconoscimento conferito a una startup innovativa già vincitrice di un altro premio che venga da una startup competion regionale, nazionale o internazionale.
Il premio, giunto alla terza edizione, sarà consegnato lunedì 27 aprile quando saranno resi noti anche i nomi delle tre finaliste, fino ad allora sconosciuti.
Lunedì 27 aprile il PdR conferirà il Premio Leonardo #Startup, giunto alla 3ª edizione http://t.co/fmDyNDGfKg @ItalianQuality @ICEStartup
— Mattia Corbetta (@CorbettaMattia) 22 Aprile 2015
Perché c’è una sezione dedicata alle startup
Il “Premio Leonardo” viene assegnato ogni anno a una personalità – italiana o straniera – che abbia dato un contributo significativo al prestigio dell’immagine dell’Italia nel mondo, per fare qualche nome: Armani, Benetton, Del Vecchio, Ferrero o Pininfarina. La prima edizione si è svolta negli Stati Uniti nel 1994 con la premiazione della Ferrari per il contributo dato in tanti anni di appassionata attività produttiva e sportiva, e del professor Allen Mandelbaum per il suo eccezionale apporto alla diffusione della conoscenza nel mondo anglosassone della poesia italiana classica e contemporanea e in particolare per una versione in lingua inglese della Divina Commedia. Dal 1995 questi eventi hanno avuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e sono diventati un appuntamento atteso e di prestigio, che si svolge ogni anno al Palazzo del Quirinale.
La primavera dell’imprenditoria italiana
Nel 2012 – come spiegava Alessandro Fusacchia in questo post su Chefuturo! considerato l’impegno che il Governo stava in quel periodo mettendo per creare un quadro normativo più favorevole alla nascita e allo sviluppo delle startup innovative, il Comitato Leonardo e l’ICE pensarono di dare vita a una sezione speciale del premio, dedicato proprio alle startup. Alla base di questa decisione c’era e c’è la voglia di “contribuire a raccontare che, oltre ad aziende di famiglia con 30 o 300 anni di storia, ne esistono altre, di costituzione più recente, che rappresentano la nuova primavera dell’imprenditoria nazionale. Di quell’imprenditoria (spesso) di prima generazione che ha deciso di puntare sull’innovazione e che già oggi rappresenta un patrimonio importante da valorizzare all’estero”, scriveva Fusacchia.
Secondo quanto riportato sul sito del Comitato Leonardo a essere premiata sarà una startup innovativa italiana che si sia particolarmente distinta per: innovazione, successo, internazionalizzazione, occupazione in particolare giovanile e impatto sociale, inteso come contributo alla risoluzione di problemi di cittadini.
La scelta finale, ad opera del Comitato Leonardo Italian Quality Committee, del Ministero dello Sviluppo Economico e dell’Agenzia ICE, ricadrà sulla startup che si sarà maggiormente distinta in termini di innovazione, di contributo alla costruzione di un’immagine dell’Italia nel mondo, e di ispirazione e testimonianza per le nuove generazioni.
Chi ha vinto questo premio e cosa fa ora
I vincitori delle due scorse edizioni sono Niso Biomed per il 2013 (ne avevamo scritto qui) e Silicon Biosystems S.p.A. per il 2012. Entrambe svolgono il loro lavoro in campo scientifico, nello specifico nell’innovazione della diagnostica.
Niso Biomed opera nel settore dei dispositivi diagnostici per la gastroenterologia e della prevenzione dei tumori. EndoFaster è il primo prodotto che la startup ha messo sul mercato. Si tratta di un dispositivo per la diagnosi in tempo reale (durante la gastroscopia) della presenza nello stomaco dell’ Helicobacter Pylori (un batterio che risiede abitualmente nello stomaco umano, tanto che, nel mondo, si trova in due persone su tre) e dell’identificazione non invasiva dei fattori di rischio del tumore allo stomaco. La gastroscopia diventa in questo modo più efficiente, offrendo tutta una serie di vantaggi: drastico miglioramento delle diagnosi, importante risparmio di costi, minore invasività (riduzione delle biopsie) e della durata dell’esame, snellimento del lavoro e delle procedure ospedaliere.
“Tra 5 anni Niso Biomed sarà la società leader del mercato della diagnosi in tempo reale nel campo della gastroenterologia. Il futuro della medicina è nel dare informazioni in tempo reale, noi abbiamo già il primo prodotto sul mercato e tre in fase di sperimentazione e ci proponiamo di diventare i leader di queste applicazioni”. Aveva dichiarato pochi mesi fa a Startupitalia in occasione dell’ebook delle Top 100 uno dei due soci, Paul Muller, che ha deciso di passare dall’altra parte della barricata, dopo aver lavorato per dieci anni a fianco delle startup universitarie e aver collaborato nel 2002 alla fondazione di un venture capital.
Silicon Biosystems S.p.A. è nata dalla tesi di dottorato di Gianni Medoro, giovane ricercatore di Ingegneria elettronica dell’Università di Bologna e in soli sei anni i suoi impianti hanno fatto il giro degli ospedali del mondo. La startup ha messo a punto un sistema altamente innovativo nel campo della diagnostica (DePArray) che consente di isolare, identificare, manipolare e recuperare le cellule tumorali presenti nel sangue. La tecnologia brevettata evita al paziente di sottoporsi a procedure più invasive, consentendo all’oncologo di formulare strategie terapeutiche personalizzate, più efficaci e con meno effetti collaterali. Silicon Biosystems ha goduto di una crescita rapidissima, anche grazie ai finanziamenti in capitale di rischio, potendo contare oggi su 31 famiglie di brevetti attivi ed un team di 33 dipendenti, di cui 23 ricercatori. L’azienda vanta un’importante presenza sui mercati esteri, annoverando tra i suoi clienti i più prestigiosi centri di ricerca oncologica di Germania, Regno Unito, Francia, Belgio, Giappone e Stati Uniti.
Nel 2013, sei mesi dopo aver ricevuto il premio Leonardo, l’azienda è stata comprata dal gruppo Menarini. Non si può quindi dire che questo riconoscimento non le abbia portato fortuna.