Sfrutta la capacità del cuore di auto-ripararsi, riducendo la tensione muscolare e migliorando le funzioni cardiache. Tutto grazie a un biopolimero innovativo, derivato da alghe marine, in fase di sperimentazione anche in Italia.
Secondo i dati del Ministero della Salute, 600 mila persone oggi in Italia soffrono di scompenso cardiaco, con 170 mila nuovi casi l’anno, e oltre i 65 anni si parla addirittura del 10% della popolazione, tanto che è considerata la prima causa di ricovero ospedaliero per questa fascia di età.
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Si tratta quasi sempre di uno scompenso che insorge dopo episodi acuti come infarti o per ipertensione, che sottopongono il ventricolo sinistro del nostro cuore a un maggiore stress. La conseguenza è che il ventricolo sinistro comincia ad allungarsi e perde la capacità di pompare il sangue come dovrebbe. Il problema è che per quanto si tratti di una delle patologie croniche più comuni fra gli anziani, non tutti i pazienti possono essere curati farmacologicamente e l’alternativa è costituita da defibrillatori cardiaci impiantabili o pacemaker anti-scompenso. E la metà dei pazienti ha un’aspettativa di vita inferiore ai 5 anni.
Un biopolimero che arriva dalle alghe marine
L’idea innovativa che è stata sviluppata da un azienda statunitense, la LoneStar Health, parte invece dal concetto, condiviso in medicina, che una riduzione della tensione muscolare e dello stress cellulare aiuti a migliorare le funzioni cardiache.
Il risultato è un biopolimero brevettato derivato da alghe marine, biologicamente inerte e non immunogeno, cioè che non innesca nessuna risposta immunitaria nel paziente, e che una volta iniettato direttamente nel nostro cuore con un intervento chirurgico che dura circa 75 minuti, si addensa e diventa un gel in grado di agire come impalcatura interna che non si deteriora con il tempo, impedendo che la disfunzione possa progredire. Il gel agisce in particolare riducendo le dimensioni del ventricolo sinistro fermando o addirittura invertendo il deterioramento della funzione cardiaca.
I risultati ottenuti
L’impianto è classificato come dispositivo medico dalla Food and Drug Administration (FDA) americana e l’anno scorso Algisyl-LVR® ha ricevuto il Marchio di conformità CE (Conformità Europea). Pochi giorni fa la società ha inoltre pubblicato sullo European Journal of Heart Failure i risultati del follow-up a un anno del primo studio clinico randomizzato che doveva valutare l’efficacia dell’Algisyl.
Lo studio, che paragona Algisyl con le terapie mediche tradizionali, ha evidenziato che i pazienti sottoposti al trattamento con il gel hanno registrato risultati migliori rispetto al gruppo di controllo per quanto riguarda il peggioramento dello scompenso cardiaco stesso. Al momento questa nuova tecnologia è in fase di sperimentazione anche in Italia, e coinvolge 76 pazienti che verranno seguiti per 2 anni.
Il primo test è iniziato all’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma e al Policlinico Umberto I, ma ulteriori centri di sperimentazione clinica comprendono l’IRCCS Policlinico San Donato di Milano, l’Azienda Ospedaliera “Spedali Civili” di Brescia, l’Azienda Ospedaliera “Ospedali Riuniti” di Bergamo e l’Azienda Ospedaliera di Padova.