La storia è stata raccontata da Upworthy e fa ben sperare in una soluzione positiva. Già oggi è un buon esempio di come medicina e tecnologia possono lavorare per trovare soluzioni efficaci e migliorare, per davvero, il futuro di molte persone.
Il 24 settembre il JNER (Journal of Neuroengineering and rehabilitation) ha pubblicato i risultati di uno studio che potrebbe segnare un punto di svolta nella storia della medicina. Alcuni scienziati, provenienti da diversi college della California, stanno lavorando insieme ad un obiettivo ambizioso: trovare un modo per far camminare chi soffre di paraplegia, ovvero tutte quelle persone la cui parte inferiore del corpo è affetta da paralisi motoria associata a disturbi della sensibilità. E i progressi, come dimostra questo video, sono notevoli:
In cosa consiste lo studio
In parole semplici si sta cercando di sviluppare un metodo efficace per cui i segnali inviati dal cervello possano bypassare i danni cervicali del midollo spinale e comunicare direttamente con gli arti inferiori. Per farlo gli scienziati stanno combinando due tecnologie differenti: brain-controlled interfaces (BCIs) per l’invio di questi segnali specifici e functional electrical stimulation (FES) per raccoglierli e trasferire ai muscoli l’ordine di movimento.
Il sistema FES non è di per sé una soluzione nuovissima. Ad esempio viene utilizzata per aiutare i pazienti paralizzati a recuperare un certo tipo di attività muscolare. Di solito, però, è un’operazione manuale che viene fatta attraverso particolari comandi e specifici controller. In questo caso, invece, l’approccio è totalmente nuovo: il sistema, sempre controllato dai segnali inviati dal cervello, si basa su particolari sensori applicati sulla pelle. Un sistema che è alla base di questi primi e incoraggianti risultati ottenuti.
I risultati dei test (e perché non si deve cantare vittoria)
Il volontario, paraplegico da cinque anni, ha seguito un percorso di abilitazione lungo 19 settimane composto da 30 prove e test differenti e in nessuno di questi è stato riscontrato qualche tipo di controindicazione di una certa rilevanza. Eppure, nel video, è impossibile non notare i molti supporti che lo sostengono durante questa camminata incerta, lenta e assai difficoltosa.
Il processo di training a cui è stato sottoposto, infatti, ha previsto numerose sessioni di allenamento per preparare i muscoli ad un’attività di questo genere. Il corpo, non più abituato ad un certo tipo di movimento, deve essere adeguatamente stimolato per poter essere pronto a sostenere questo nuovo processo di recupero. Ed è per questo che i test sono stati effettuati in condizioni particolari e con l’utilizzo della realtà virtuale.
Quello che il video trasmette, però, è uno dei primi passi fatti in una via che sembra essere più che promettente. Uno spiraglio che si è aperto ma che dovrà essere confermato da un lavoro di ricerca ancora lungo e assai costoso per diventare realtà. Resta il fatto che da questo connubio tra scienza e tecnologia inizia a intravedersi una nuova possibilità e che in futuro, per davvero, la vita di molti paraplegici potrà cambiare definitivamente. Speriamo che tutto ciò avvenga il prima possibile.
Fonte: upwhorthy