Ripara dai raggi ultravioletti del sole (fino al 98%) e salvaguarda la salute dei ciclisti di tutto il mondo. Si chiama Bouclier la visiera, nata da una bellissima storia, che piace anche a Chris Anderson.
Great idea, great founder story. Backed! The Bouclier Visor: sun protection on your bike helmet
Con questo tweet inizia una bella storia. Non è, infatti, un messaggio casuale quello apparso nel social network californiano. È una dichiarazione di puro endorsement, condita da un’esclamazione di sincero entusiasmo. Pochi caratteri, corredati di link, provenienti da un profilo che makers e innovatori conoscono bene. Quello di Chris Anderson. Per chi non avesse mai sentito questo nome si tratta di un vero monumento del giornalismo americano. E non solo. Classe 1961, direttore di Wired dal 2001 al 2012, saggista e imprenditore di successo (3D Robotics, DIY Drones), è stato inserito dal TIME fra i 100 uomini più influenti del pianeta.
Cosa c’è dentro quel tweet
«Great idea, great founder story». Parole che, a primo sguardo, hanno catturato la mia attenzione. Una grande idea, una grande storia alle spalle di chi l’ha partorita. Pane per i miei denti. Poi la sesta parola, quella decisiva: «Backed!». Che in Italia suona “sostenuto, appoggiato”. Una parola che in questo contesto ha un valore di partecipazione molto più concreta. Chris, infatti, parla di un’idea che è stato lanciata attraverso una campagna crowdfunding. Una campagna a cui ha aderito mettendo mano al portafoglio e che ha deciso di “sostenere” entrando a far parte di una comunità .
The Bouclier Vision, l’idea di Lydia
Il progetto si chiama The Bouclier Vision ed è la prima visiera per caschi da bicicletta che ripara il ciclista dai raggi ultravioletti del sole. Può essere montata (e smontata) in pochi secondi, senza particolari ingombri o fastidi. Un accessorio dal design curato, personalizzabile. Un vero oggetto di moda che ha un’altra grande qualità : può aiutare a prevenire malattie che colpiscono la pelle. Malattie anche mortali.
Lydia Callaghan, founder di Bouclier ed ex Director of Software Development di Forbes, ha deciso di impegnarsi in questa sua idea dopo una tragedia che ha colpito la sua famiglia: «È difficile nella vita incontrare un uomo così in forma come è stato mio padre. Mangiava in maniera sana seguendo un personale e stretto regime vitaminico, assumendo sali minerali e curando il proprio fisico ogni giorno. Sfortunatamente la sua vita è stata spezzata, qualche anno fa, a 73 anni, da un melanoma causato dai raggi del sole, la forma più aggressiva di cancro che colpisce la nostra pelle».
Quando Lydia ha deciso di spostarsi da Brooklyn a Palo Alto, nel 2013, ha cambiato anche altre abitudini: «Sono passata dall’uso quotidiano dell’automobile alla bici, mezzo ideale per godere del sole della California e per respirare un diverso senso di libertà ».
Ma è proprio quel sole che riportava in scena paura e spettri del passato: «Come molte altre persone mi limitavo a indossare qualunque cosa per proteggermi dalla sua luce e dalla sua forza: dal cappellino da baseball a elmetti, persino quelli usati nei cantieri. Alla fine, dopo mesi di brainstorming ho creato la mia visiera che blocca il 98% dei raggi UV dalla faccia di ciascun ciclista».
Perché dovresti indossare la visiera Bouclier?
Innanzitutto perché il sistema è talmente facile da installare che elimina ogni sorta di frustrazione nel cercare un riparo dal sole: «Soprattutto se la bicicletta è il tuo mezzo quotidiano per brevi e lunghe distanze». In secondo luogo perché contribuisce ad agire contro l’invecchiamento precoce della pelle: «Come afferma uno studio riportato dal New York Times, l’uso quotidiano di questa tipologia di schermi porta numerosi benefici alla pelle ma anche all’umore della persona».
La campagna Crowdfunding di Bouclier
Mancano ancora più di 20 giorni alla fine della campagna. Lydia ha quasi raggiunto il suo personale “goal” fissato a 25mila dollari. Seguendo questa media dovrebbe raggiungere una cifra assai notevole e iniziare così la produzione della sua visiera, nata in onore di suo padre ma oggi pronta a salvaguardare la salute di milioni di ciclisti in tutto il mondo. Un’idea semplice, bella e con un seguace speciale. Uno che difficilmente si lascia sfuggire progetti vincenti.