Dopo la Doggy bag e la Good food bag arriva la Family bag. Che stavolta contro lo spreco alimentare punta sul look. Tanto da sembrare una pochette d’alta moda…
Dopo la Doggy bag (destinata agli animali) e la Good food bag (contro lo spreco alimentare nelle mense delle scuole) ora è la volta della Family bag, presentata a Padova con l’obiettivo di rendere il riutilizzo del cibo avanzato al ristorante un’abitudine socialmente condivisa e non imbarazzante. Grazie a un look più “alla moda”.
Come una pochette
Il cestino si presenta infatti con logo e grafica adeguati, quasi una pochette di un brand di alta moda. Alcune informazioni sul retro rendono ancor più esplicito il valore della iniziativa. Si legge infatti che «Da oggi, grazie alla Family Bag, avanzare il cibo al ristorante non sarà più un problema. Non dovrai più sentirti in colpa né per aver sprecato del cibo ancora potenzialmente buono, né dovrai aver paura di offendere il ristoratore». E ancora: «Portando a casa il tuo cibo, infatti, aiuterai a evitare gli sprechi e lusingherai il cuoco portando le sue ricette anche a casa tua, magari condividendole con la tua famiglia o con i tuoi amici. Ma non solo, farai la tua parte nell’economia circolare, l’economia che si basa sulla valorizzazione delle risorse e sulla prevenzione degli sprechi. E in più, grazie all’esclusivo design della Family Bag, lo potrai fare con stile. Da oggi non sprecare il cibo sarà qualcosa di più di una buona azione: sarà un nuovo stile di vita.» I Family bag vengono consegnati ai ristoranti da Conai, il consorzio nazionale imballaggi che ha provveduto a realizzarne in plastica, in alluminio in legno e in acciaio. In 15 anni di attività il Conai ha portato al recupero di 3 imballaggi su 4 di quelli immessi sul territorio nazionale.
Passaggio culturale
Secondo il sottosegretario al ministero all’Ambiente Barbara Degani «l’introduzione dei Family Bag nei ristoranti è un passaggio culturalmente importante. Non sprecare deve essere il nuovo stile di vita, e dunque richiedere una FB connoterà un comportamento virtuoso». Durante la presentazione dell’iniziativa è stata firmata tra il ministero dell’Ambiente e Unioncamere Veneto una dichiarazione d’intenti che li impegna a realizzare e a diffondere il progetto Family bag nel miglior modo possibile. Per realizzare al meglio il progetto Uniocamere Veneto ha individuato 100 ristoranti appartenenti alle associazioni di categoria ai quali verrà recapitata una prima fornitura di family bag.
La Doggy bag al ristorante
Recentemente l’azienda Tecnobox di Carini (Pa), in collaborazione con la Regione Sicilia (che è stata capofila del Cluster Bio-Mediterraneo ad Expo) ha sostenuto la campagna “Attenzione allo spreco” (http://www.attenzioneallospreco.it/) e lanciato la distribuzione gratuita di 2.000 doggy bag brandizzate ai ristoratori aderenti al progetto. L’obiettivo era incentivare e sensibilizzare i clienti a portare a casa i pasti non completamente consumati. Tecnobox mira a conquistare adesioni soprattutto tramite l’involucro messo a disposizione dei clienti.
La Good food bag a scuola
E non solo. Un paio di iniziative in circolazione riguardano invece lo spreco di cibo nelle scuole. Si chiamano Good Food Bag e La mensa che vorrei, lanciate rispettivamente da Legambiente e Cittadinanzattiva insieme a Slow Food ed Actionaid. Obiettivo: far tornare a casa i prodotti avanzati dai pranzi che i bambini consumano a scuola.
L’86% porterebbe a casa il cibo avanzato
Gli italiani del resto sono sempre più contro lo spreco alimentare, anche al ristorante: 4 su 5 (l’86%) sono favorevoli a portarsi a casa il cibo avanzato e solo il 16% non lo farebbe perché si vergogna (9%) o non è interessato (7%), come rileva la nuova indagine dell’Osservatorio nazionale sugli sprechi Waste Watcher, di Last Minute Market/Swg, presentata a Padova in occasione del lancio della family bag. L’indagine ha anche previsto un focus natalizio: l’83% degli italiani è infatti consapevole che è proprio durante queste feste che aumentano gli sprechi alimentari.
Cosa sprechiamo a Natale
Ma cosa sprechiamo a Natale? Cibo, per il 43% degli italiani, denaro per il 41%. Al terzo posto carta e imballaggi. Natale significa anche produzione di maggiori rifiuti: per il 43% la parte del leone nei cassonetti dell’immondizia è legata al cibo che si getta. Fra le idee più gettonate per evitare lo spreco delle confezioni, 35 italiani su 100 votano per contenitori di latta, quindi riutilizzabili. «Intelligente e originale» viene considerata anche l’idea di avvolgere i regali in sciarpe, stoffe o strofinacci. Molto meno piace l’idea di impacchettare i regali con carta di giornale.