Allevamento di ostriche, progetti per ottenere spumante da vitigni autoctoni, sperimentazione sul pecorino. La Sardegna mette in pista bandi per innovare il settore agroalimentare
Sul piatto della Sardegna arrivano anche le ostriche e lo spumante da vitigno autoctono. Foraggiati da bandi per 1 milione e 500mila euro da destinare al settore agroalimentare per attività di ricerca e innovazione per prodotti lattieri caseari, vitivinicoli e ittici. In pista ci sono ricerche per progetti cluster in settori ritenuti strategici. L’agroalimentare è infatti l’area prioritaria di specializzazione della strategia S3 Sardegna (Smart Specialisation Strategy) che punta a favorire processi di innovazione grazie alla collaborazione tra imprese, Università e centri di ricerca.
Due cluster ai formaggi, uno allo spumante
Due i cluster previsti per il settore lattiero caseario: uno per la produzione di nuovi prodotti che arricchiscano la tradizione casearia sarda con i sapori tipici del territorio isolano e l’altro, per la sperimentazione della produzione del pecorino romano (il progetto di innovazione prenderà avvio con attività di sperimentazione legate alla produzione del Pecorino Romano. Rispetto a quelle già individuate all’interno del disciplinare, verranno sperimentate stagionature più lunghe). Per il settore vitivinicolo è previsto, invece, un cluster per la spumantizzazione di vini ottenuti da vitigni autoctoni. Nell’ambito del progetto verranno eseguite prove di spumantizzazione, con il metodo Charmat e con il metodo classico, sia dei vitigni maggiormente coltivati nell’isola sia di quelli minori, entrambi individuati di concerto con le cantine partecipanti al cluster. Attraverso la realizzazione di panel test e analisi sensoriali verranno individuati i vitigni più adatti alla spumantizzazione e il metodo da utilizzare.
Progetto ostriche
Per il settore ittico è previsto un cluster per la filiera delle ostriche, dalla caratterizzazione dell’habitat, alle tecniche di produzione del seme, all’insediamento e allo sviluppo, sino alla commercializzazione del prodotto. Il progetto innovativo prenderà avvio con la sperimentazione di tecniche di allevamento e di riproduzione di ostriche triploidi e diploidi. Verrà inoltre effettuato il monitoraggio delle tecniche di allevamento attraverso l’effettuazione di parametrazione, di prove di crescita, sopravvivenza, sviluppo e maturità . Si elaboreranno quindi delle schede sugli habitat. Si potrà infine lavorare con i partecipanti per la costruzione di una filiera che parta dalla produzione fino al commercio sulla base delle schede tecniche elaborate e delle caratteristiche delle diverse marinerie.
Presentazione dei temi
A partire dal 27 novembre è prevista la realizzazione di quattro incontri, uno per ogni cluster, finalizzati alla presentazione dei temi proposti e alla raccolta dei contributi da parte degli operatori del settore specifico d’interesse. Le imprese operanti nei settori indicati potranno scoprire i temi e le modalità di funzionamento delle azioni cluster durante tre incontri di approfondimento, uno per ogni linea di attività . Gli incontri seguiranno il seguente calendario: il 27 novembre 2015 – Settore ittico (Centro Marino Internazionale – Località Sa Mardini, Torregrande, Oristano). Il 1 dicembre 2015 – Settore vitivinicolo (Agris Azienda sperimentale – s.s. 196 Villasor – Villacidro km.12.4). Il 3 dicembre 2015 – Settore lattiero-caseario (Centro Congressi Nuraghe Losa). Comunque il calendario degli incontri e il bando per la partecipazione ai cluster sono scaricabili dal sito di Sardegna Ricerche (www.sardegnaricerche.it).
Si punta su ricerca e innovazione
«Scopo di queste attività – sostiene Giorgio Pisanu, direttore generale di Sardegna Ricerche – è quello di lavorare congiuntamente con altri organi istituzionali per individuare e costruire opportunità innovative di business a favore delle imprese del settore, supportarle nello sviluppo di un proprio percorso innovativo e rafforzarne le capacità individuali di innovazione». «Puntiamo molto su ricerca e innovazione applicate all’agroalimentare per attrarre consumatori, operatori economico-istituzionali e competenze attraverso la valorizzazione degli asset, il potenziamento delle produzioni locali e l’applicazione delle nuove tecnologie – dice l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci – Così facciamo crescere le imprese locali, che diventano più competitive e acquistano la forza per imporsi sui mercati internazionali. In questo modo – conclude il vicepresidente della Regione – l’agroalimentare può davvero diventare il settore di punta dell’economia regionale».