Un cardiologo e un film-maker britannici lanciano una campagna Kickstarter. Obiettivo: finanziare “Pioppi Protocol”, documentario su Pioppi, borgo del Cilento da record per longevità. Ecco perché
Il segreto della dieta mediterranea è solo la dieta? In altre parole, la chiave della longevità italiana sta solo nel cibo? Probabilmente no. O meglio: non solo. Cereali, verdura, frutta, pesce, olio extravergine di oliva e tutti gli altri ingredienti del regime alimentare divenuto nel 2010 patrimonio culturale immateriale dell’Unesco sono solo dei tasselli di uno stile di vita a tutto tondo. Una “dieta” mediterranea applicata anche alla socialità, al modo di vivere il territorio e a una serie di altri fattori che valgono al nostro Paese una delle più elevate posizioni nelle classifiche internazionali dedicate all’aspettativa di vita. A seconda del mix di indicatori balliamo dal secondo al quinto posto mondiale, ma poco conta. Quel che conta è che da noi i maschi vivono oggigiorno in media 79,4 anni e le femmine 84,8.
Il caso di Pioppi
A Pioppi, in provincia di Salerno, “la gente sembra essersi dimenticata di morire”, scrive il giovane cardiologo britannico Aseem Malhotra. È lì, in quella frazione di marina di Pollica in provincia di Salerno, che ha deciso di girare un documentario insieme all’atleta e film-maker Donal O’Neill, già autore dei film Cereal Killers e Run on fat. L’obiettivo è in qualche modo tornare sui passi dei pionieristici studi di Ancel Keys, storico fisico e biologo statunitense noto per le sue indagini sulle malattie cardiovascolari, fra i primi medici a formulare tesi sull’influenza dell’alimentazione sulla salute e in particolare sui benefici delle abitudini mediterranee. Anche se alcune delle sue indicazioni sono state successivamente superate.
A Pioppi la gente sembra essersi dimenticata di morire
Oltre gli studi di Ancel Keys
Keys, come molti altri colleghi fra cui il finlandese Martti Karvonen, suo collaboratore come Flaminio e Alberto Fidanza, l’americano Jeremiah Stamler o l’italiano Pietro Ebner, impegnati nella medicina preventiva, risiedettero e presero Pioppi o alcune località nei pressi come Elea quali modelli per lo studio del rapporto fra cibo e patologie. Keys, in particolare, ci passò gli ultimi quarant’anni di vita, rientrando nella sua Minneapolis poco prima di morire a 101 anni. Ora Malhotra vuole spingersi oltre: lo scienziato, che lavora al Frimley Park Hospital di Londra ed è un noto collaboratore di riviste scientifiche internazionali nonché membro del Forum nazionale britannico sull’obesità, intende infatti approfondire tutti quegli elementi dello stile di vita mediterraneo che vanno oltre il cibo e che crede siano stati sottovalutati nel corso degli anni e degli studi.
The Pioppi Protocol
Il documentario s’intitolerà Pioppi Protocol e per finanziarlo è in corso una campagna di crowdfunding su Kickstarter. “Fra le persone che soffrono di patologie cardiovascolari o hanno subito infarti c’è la convinzione che il danno sia così avanzato tanto da rendere inutile ogni terapia – ha raccontato Malhotra al New York Times – ma modificando la propria dieta si può ridurre in modo significativo il rischio d’infarti anche nel caso si soffra di problemi alle arterie coronarie. Disponiamo di dati che suggeriscono come il livello possa calare nel giro di poche settimane”.
Aspettativa vita: 90 anni
Malholtra e O’Neill hanno visitato il borgo sul mar Tirreno, dove l’aspettativa di vita sfiora i novant’anni. Hanno notato che una dieta salutare è solo uno dei pezzi del puzzle per la longevità. Sono rimasti sorpresi dal modo in cui il cibo viene degustato e apprezzato, da come ogni pasto si trasformi in un’occasione sociale da trascorrere con gli amici e la famiglia. Hanno anche registrato le ore trascorse all’aria aperta libere da prescrizioni, in bicicletta o a camminare. E hanno, ovviamente, individuato bassi livelli di stress.
Dieta mediterranea come stile di vita
Ecco perché “abbiamo bisogno di ridisegnare la dieta mediterranea – ha aggiunto Malhotra – la verità è che si tratta di uno stile di vita, dell’approccio complessivo. Certo, è il cibo. Ma è anche l’interazione sociale, fare esercizio, stare fuori di casa, cullati dal sole. La questione è come possiamo combinare tutte queste lezioni acquisite in quel villaggio con la medicina moderna”. Tanti, insomma, gli elementi da chiarire. Fra i quali, ovviamente, anche le preferenze alimentari e le differenze fra i vari tipi di prodotti, l’olio e il grano su tutti. Per una volta il medico vuole però uscire dal suo campo e affidarsi alla narrazione di un documentario. Per quale ragione? “Vogliamo mostrare alle persone che qualcosa è possibile – ha concluso il cardiologo britannico – semplici cambiamenti possono comportarne di profondi alla salute in brevi periodi di tempo”.