Il materiale mantiene condizioni climatiche che facilitano la lievitazione in 24-36 ore. E tutte le proprietà della pizza geotermica restano intatte
La pizza geotermica. L’ultima invenzione in cucina arriva da Napoli e no, non è stato un cuoco a realizzarla ma un geologo: Vincenzo Albertini, che è anche presidente di Napoli Sotterranea. Per mesi Albertini e il team di 4 persone da lui guidato ha lavorato alla realizzazione del primo forno in tufo partenopeo. La prima pizzeria geotermica è stata aperta a Napoli nell’area conventuale dei Teatini ed è letteralmente scavata nel Tufo Giallo.
Pizza geotermica: ingredienti naturali e lievitazione migliore. Con il tufo
«A Napoli caffè e pizza sono importanti. Il tufo dà dei vantaggi nella lievitazione della pizza: ci sono condizioni climatiche che favoriscono il processo in 24-36 ore», spiega a StartupItalia Albertini, e aggiunge che comunque gli ingredienti sono sempre gli stessi, cambia solo il fatto che i panetti di 260 grammi vengono messi a lievitare in tavolette di legno invece che di plastica.
Un mese per fare un forno in tufo
Un forno in tufo costa all’incirca 8mila euro, quanto uno industriale. Ma per realizzarlo serve almeno un mese: oltre alla complessità della cupola, che ha una costruzione molto particolare e che richiede attenzione e precisione, Albertini sostiene che anche la manutenzione debba essere molto accurata. «Il rischio – spiega – è che il forno nell’arco di pochi anni di spezzi in due, a partire dalla cupola».
Napoli in tufo
«Considerando lo studio urbanistico effettuato sulla città di Napoli risalendo fino al sistema ippodameo, incrociando i dati derivati da monitoraggi geo-tecnici, abbiamo compreso che in alcuni punti della città si raggiungono parametri microclimatici tali da conferire alla pasta lievitata proprietà organolettiche molto particolari» conclude Albertini.