L’applicazione è stata ideata da un papà . Al via in alcuni asili di Roma, Milano, Foggia e Reggio Calabria
Marco è un bambino di un anno e viene accompagnato all’asilo dalla mamma e dal papà tutti i giorni. Mentre i suoi genitori sono al lavoro le maestre si prendono cura di lui, facendolo mangiare, giocare, fornendogli tutto quello che necessita alla sua età . Ora grazie ad una app, le sue insegnanti,  fanno molto di più: informano mamma e papà in ogni istante di tutto ciò che fa il piccolo, quanto ha dormito, cosa ha mangiato, quali attività didattiche ha svolto. Le maestre possono persino scattare foto e mamma e papà possono vederle sul cellulare mentre sono al lavoro, a fare la spesa o in viaggio. L’applicazione BabyWeek – gratuita – l’ha creata un babbo: Vincenzo De Negri.
Il tutto è stato pensato per realizzare un dialogo costante tra famiglia e asilo, per aggiornare in tempo reale i parenti del bambino. Gli asili, attraverso questa applicazione, possono gestire le classi, gli alunni, gli stessi insegnanti ma anche il menù, la didattica e ogni giorno possono inserire dei report giornalieri del bambino. Dall’altra parte, sul cellulare di mamma, arriverà una notifica push, un messaggio simile a quello che arriva con gli sms. Un modo per far conoscere anche le caratteristiche della singola scuola: i genitori possono trovare informazioni sugli insegnanti, sul modello di didattica adottato, sul menù in vigore in quella struttura.
Ad oggi l’applicazione è già stata adottata da alcuni asili privati di Milano e Roma: il “Familosophy†in via Arona nel capoluogo lombardo; “L’isola che non c’era†in via Cecilia Deganutti e “Passo a due†in via dei Romagnoli nella capitale. Anche a Foggia al centro infanzia “San Francesco†e a Castellammare di Stabia all’asilo “Gli occhi dei bambini†hanno scelto di iscriversi alla app ideata da De Negri. Così ad Agropoli a “Baby Disney†e a Reggio Calabria alla scuola paritaria “Collina degli Angeliâ€. Siamo di fronte ad un metodo che pone alcuni quesiti: si tratta di ossessivo controllo o questo dialogo può diventare una forma di partecipazione dei genitori alla scuola?
Francamente mi sembra eccessivo comunicare a mamma e papà se il loro piccolo cucciolo ha mangiato poco contorno, se ha fatto il riposino pomeridiano o se ha pianto una volta di più o di meno. Credo che ogni genitore debba ricordare che vi è un “taglio ombelicale†che assume un significato: da quell’istante il bambino ha diritto, seppur ancora infante, ad una sua autonomia. La scuola dell’infanzia deve servire anche a questo e deve basarsi su un rapporto di fiducia tra insegnanti e genitori.
Resta interessante, e varrebbe la pena si iniziasse a pensare ad un uso delle applicazioni anche nella scuola pubblica, l’uso di BabyWeek per quanto riguarda le comunicazioni, la bacheca, le news dalla scuola. Avere a disposizione sul cellulare tutto ciò che riguarda il pianeta classe dei propri figli è senz’altro utile e può facilitare un dialogo con le famiglie, soprattutto nella scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado. Si tratta di pensare ancora una volta ad uno strumento innovativo che possa essere efficiente e contribuire a mettere al centro dell’attenzione non tanto il controllo sul bambino ma il bambino stesso.