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Matteo Mille, Chief Marketing & Operating Officer di Microsoft Italia, ha parlato dal palco di SIOS23 in Borsa Italiana. «Chi oggi ha un figlio alle elementari deve sapere che farà un lavoro che nel 70% dei casi ancora non esiste». Con l’intelligenza artificiale i lavori cambiano, non spariscono
«Avere Copilot mi permette di ridurre il tempo di analisi, perché pensa a tutto l’intelligenza artificiale». Matteo Mille, Chief Marketing & Operating Officer di Microsoft Italia, è stato ospite a SIOS23 Intelligenze il 21 dicembre scorso in Borsa Italiana, a Milano. Sul palco ha parlato dell’impatto che l’AI sta già avendo e avrà sul mondo del lavoro e dell’economia. Il dibattito tecnologico è stato dominato lo scorso anno dall’intelligenza artificiale e in particolare dalle performance di ChatGPT, il software di OpenAI, società in cui Microsoft ha investito oltre 10 miliardi di dollari. Una cosa è certa: l’innovazione tecnologica prosegue su tutti i fronti. «Chi oggi ha un figlio alle elementari deve sapere che farà un lavoro che nel 65% dei casi ancora non esiste. Dobbiamo prepararli con cultura e creatività».
L’AI può essere senz’altro percepita con timore, ma come di fronte a tutte quelle innovazioni che hanno condotto a una rivoluzione industriale, l’Italia deve comprendere la posta in gioco. Tenendo anzitutto conto della demografia tra i fattori. «Nei prossimi dieci anni ci saranno tante persone che usciranno dal mondo del lavoro e non altrettante che vi entreranno», ha spiegato Mille. Affidarsi dunque all’AI potrebbe essere una modalità non soltanto per reggere l’urto futuro di questo scenario, ma anche per aprirne di nuovi. «L’AI generativa – ha spiegato Mille a SIOS23 Intelligenze – è un’opportunità come poche altre ci capita di avere. È qualcosa che può impattare l’economia. Uno studio recente dice che se usassimo l’AI generativa in modo pervasivo, soprattutto nelle PMI, potremmo aumentare il PIL italiano del 18%». Software, macchine e robot saranno sempre più diffusi negli ambienti di lavoro.
Ha davvero senso temerli? «Qualunque innovazione genera discontinuità. L’AI toglie posti di lavoro? No, credo che li cambi. Quando è stata inventata l’automobile i cocchieri, i fantini, i maniscalchi hanno cambiato lavoro, ma si è d’altra parte creato un numero di professioni più elevato». Per facilitare la transizione verso l’AI, Microsoft ha inaugurato alcuni mesi fa AI L.A.B., dove quest’ultimo è l’acronimo per “Learn, Adopt, Benefit”. «In 100 giorni ha portato oltre 200 progetti, e raggiunto 110 clienti di fascia medio grande come Nexi, CNH, Iveco. Queste aziende hanno adottato Copilot, recuperando tempo creativo». Il programma è rivolto anche alle PMI e a quelle imprese che si interrogano su come attrezzarsi per un presente in continua evoluzione.
Nel corso del suo intervento a SIOS23 Matteo Mille ha fatto poi alcuni esempi su come l’AI di Microsoft lo aiuta nel lavoro quotidiano. «Posso chiedere all’algoritmo di farmi il riassunto dell’ultima riunione a cui non ho potuto partecipare. Di elencarmi le attività che ciascun membro presente in call dovrà svolgere entro la settimana. Il Copilot semplifica, perché la vera innovazione del futuro è la creatività. L’AI generativa ci darà più tempo per esprimere la nostra creatività e il nostro ingegno». Sono due le cose da tenere d’occhio secondo Mille. «Ci sarà un cambio nell’interfaccia uomo-macchina innanzitutto. E poi cambierà il modo in cui la macchina apprende». Su tale aspetto ha ricordato che, per quanto intelligenti, questi software hanno anche limiti. «La macchina è un engine di ragionamento su un set di istruzioni chiuso. Lo scibile su cui si basa riguarda il passato. La macchina non è saggia, quello è prerogativa dell’umano».