Declina le sfide tecnologiche con quelle legate alla transizione. Ma tra umani e umanoidi non ha dubbi: «spetterà a noi organizzare il progresso». Per “Around Tech World” parla il guru mondiale della robotica esperto in AI Hermano Igo Krebs, docente al MIT e all’Università del Marylande
Interazione uomo-robot, robotica per la riabilitazione, trasformazione digitale sono i suoi campi d’interesse. Hermano Igo Krebs è professore alla School of Medicine dell’Università del Maryland e membro dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers e ha tenuto un ciclo di conferenze in Italia per parlare soprattutto a studenti del lavoro del suo team al prestigioso istituto di Boston, che abbraccia diversi ambiti. «E ovviamente in tutto questo utilizziamo l’intelligenza artificiale applicata alla robotica». Ma noi vogliamo sapere di più, pensare alla nostra vita quotidiana tra, diciamo, 100 anni. Inevitabile quindi parlare del cambiamento in corso e di quanto inciderà sul nostro futuro. «A mio avviso, la cosa importante è capire quanto velocemente le cose evolvono. Le persone normalmente hanno paura quando arriva il cambiamento, quindi è importante capire come creare il processo che faciliti questa transizione».
La transizione in divenire
Il processo per lui è la chiave in grado di aiutare le persone ad incorporare il cambiamento praticamente senza accorgersene. «Faccio un esempio. Nella zona del palermitano, mentre percorrevo le autostrade, ho notato che avete la corsia Telepass ma avete anche i caselli per il pagamento del pedaggio. E perché mai avete bisogno dei caselli? Perché fa parte della transizione, per dare alle persone il tempo necessario per andare avanti prima che la tecnologia prenda il sopravvento». Secondo Krebs, non si tratta di mancanza di soluzioni tecnologiche: è possibile e anche relativamente semplice avere tutte le autostrade con sistemi di pagamento del pedaggio automatizzato. «Ma è necessario creare un processo per adattarsi e adottare la tecnologia. Quindi, se pensiamo non tanto alla tecnologia, ma al processo di transizione, tutto sarà più facile e accettabile per tutti».
Dal Brasile agli Usa fino al Giappone
Il suo stesso percorso personale e professionale è stato all’insegna del cambiamento. Hermano Igo Krebs è originario di San Paolo, in Brasile, dove si laurea in ingegneria. Di seguito prosegue gli studi a Yokohama, in Giappone, ed infine arriva al PhD al MIT, dove diventa Principal Research Scientist al Dipartimento di Ingegneria meccanica (Meche) dell’Ateneo di Cambridge, poi Adjunct Professor alla Facoltà di medicina dell’Università del Maryland. Ed ecco come ha spiegato agli studenti la potenza esponenziale del cambiamento: «Una delle schede della mia presentazione è una foto del 1921. Si vede Henry Ford in uno show-room con la celebre auto Modello T a New York. Questo accadeva circa 100 anni fa, non è passato così poi tanto tempo. Mio suocero, che era nato a New York proprio nel 1921, è venuto a mancare soltanto di recente. Immaginate in 100 anni quante cose ha visto cambiare, dalla Ford T ai nostri smartphone».
Tra cent’anni, una incognita
Quindi grazie alla tecnologia, soprattutto con la spinta ulteriore data dall’intelligenza artificiale, diventa davvero una scommessa immaginare come vivremo tra 100 anni, «ma nei prossimi 20 anni ci saranno moltissimi cambiamenti, anzi forse nei prossimi dieci anni. È molto importante pensare a come effettuare questa transizione, a come stabilire il processo, in modo che le persone non abbiano paura e non si sentano escluse», è quanto ha sostenuto l’ingegnere.
E a proposito dell’interazione uomo-robot, ci sono due filoni principali che potrebbero essere le prossime derive di questo sviluppo: robot di aiuto, per esempio nell’industria o nei trasporti o altro, e robot programmati per affiancare le persone anziane o magari aiutare i bambini con i compiti. Ecco come la vede Hermano Krebs: «Penso che i robot saranno in brevissimo tempo in grado di interagire con noi, potremo sfruttare questa tecnologia per aiutarci a vivere meglio e forse avere una società ancora migliore di quella che abbiamo. Tornando alla foto del 1921, mi rendo conto che non è molto tempo, oggi che sono un sessantenne. Vedi quanto è cambiato il mondo? Oggi 100 anni non sembrano tanti come quando ne avevo 20».
Se pensiamo ai prossimi cinque anni, invece, in termini di primi piccoli passi della trasformazione digitale, «penso che i robot ci aiuteranno in casa, a prenderci cura degli anziani, ad avere una salute migliore, a essere più produttivi. Spetterà a noi decidere come organizzare la transizione».
Scommettiamo? «Mi appello al Quinto emendamento»
La coscienza dei robot, il robot senziente è roba da fantascienza? In questo terreno il professor Krebs non si avventura: «Non lo so, direi che non è una questione da porsi nel breve termine, forse tra 100 anni, ma non riesco a immaginarlo così lontano. Come accadde nel 1921, sono sicuro che Henry Ford non lo immaginava il mondo di oggi, 100 anni dopo. Quindi da buon americano invoco il Quinto emendamento della costituzione, il che significa che cercherò di non auto incriminarmi con un pronostico sbagliato». Krebs non se la sente di escluderlo ma comunque non prevede che il robot senziente arriverà. «Ho letto che se parli con gli esperti, sono molto bravi a prevedere le cose fino a cinque anni, ma oltre questo limite la tua ipotesi è tanto buona quanto la mia. Dopo cinque anni ci scommettiamo tutti».