Fabbrica Italiana dell’Innovazione è un hub partenopeo nato in un archivio storico dismesso dell’Enel. In questi spazi che profumano di passato si costruisce il futuro, ricostruendo un tessuto industriale andato perduto. Per la nuova puntata di “Viaggio in Italia” incontro con il direttore Vincenzo Lipardi e Mariangela Contursi (SPICI): «Creeremo più opportunità per i talenti che vorranno restare»
A Napoli, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, dove un tempo sorgeva l’archivio storico dell’ENEL, oggi Fabbrica Italiana dell’Innovazione porta una ventata di novità che vede protagoniste le startup. L’incubatore e acceleratore Green&Blue, che si occupa di economia del mare, sostenibilità e di industria creativa e culturale, porta una nuova linfa vitale in via Ponte dei Granili, in uno spazio di 11mila metri quadri. «Una tappa fondamentale della rigenerazione urbana di quest’area resa possibile da alcuni imprenditori che con un investimento privato si sono impegnati in questo progetto – ha commentato il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, in occasione dell’inaugurazione – Diventerà un polo di attrazione per imprese e giovani talenti in una zona in cui mancano le infrastrutture ma che miglioreremo. Qui ci sono ancora tanti spazi liberi e bisogna occuparli con attività sempre più innovative. Per questo abbiamo bisogno di imprenditori che qui vogliono investire». E proprio con l’intento di creare un nuovo polo attrattivo nello stesso quartiere del capoluogo campano che già ospita l’Academy di Apple è nata Fabbrica Italiana dell’Innovazione
Abbiamo intercettato il direttore generale, Vincenzo Lipardi, e la tutor e componente del comitato esecutivo di Fabbrica Italiana dell’Innovazione, Mariangela Contursi, per farci raccontare più nel dettaglio di che cosa ci si occupa al suo interno.
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Da archivio storico a polo tech
Sorta in un’ex area industriale con un progetto di rigenerazione territoriale grazie a un gruppo di imprenditori privati, Fabbrica Italiana dell’Innovazione punta a ricostruire una forte identità sul territorio. Presieduta da Fabrizio Monticelli e diretta da Vincenzo Lipardi, intende promuovere lo sviluppo di imprese tecnologiche e internazionalizzate per supportare e far crescere l’innovazione, guardando al Mediterraneo e al contesto internazionale. «Questo è un luogo in cui si supportano le startup con l’obiettivo di attrarre a Napoli nuove aziende – racconta Vincenzo Lipardi a StartupItalia – L’archivio storico dell’Enel è stato ristrutturato per dare vita a un hub che darà lavoro a centinaia di giovani e meno giovani grazie a un investimento di aziende private. In questo contesto è nata SPICI, Società per l’Innovazione, la Cooperazione e l’Internazionalizzazione, che guida le imprese nella ricerca e nell’innovazione sociale».
L’iniziativa nasce dall’investimento privato di un pool di imprese operanti nel campo dell’innovazione, con una serie di partner tra i quali Meditech-Competence Centre, Olidata, Tecno, ForMare Polo Nazionale per lo Shipping, SPICI – Società per l’Innovazione, la Cooperazione e l’Internazionalizzazione, CNS Tech, European Brokers, Iniziativa Cube, Agilae, Monticelli La Scala Consulting. «Questa zona un tempo era un quartiere industriale, poi le attività sono finite ed è sorto il bisogno di creare industria e lavoro per attrarre talenti da parte delle Università – spiega il direttore – Con l’obiettivo di lavorare e trasformare le competenze dei giovani in impresa».
I temi al centro del progetto
Il Mediterraneo è uno degli asset a cui l’hub presta più attenzione. «Promuoviamo un’azione industriale che parte dall’Europa e guarda al Mediterraneo e si sviluppa in modo verticale su categorie come quella dell’ economia del mare, della sostenibilità, dell’energia e dell’industria culturale e creativa, dell’intelligenza artificiale e dei big data, del design, della moda e del turismo. In particolar modo, per “industria culturale e creativa” intendiamo soprattutto i settori della gamification, del quantum computing, dell’ai e del metaverso».
Attraverso programmi di upskilling per le aziende e di incubazione e accelerazione per le startup, l’hub qui convoglia tante realtà. «Aiutiamo le imprese nella trasformazione digitale di prototipi in progetti industriali anche attraverso la promozione territoriale – afferma Lipardi – Con l’idea di diventare un player e con l’obiettivo di costruire un vero e proprio distretto industriale che attragga su Napoli sempre più imprese e talenti, in un’ottica di ricostruzione del tessuto industriale». L’hub fa da incubatore certificato, acceleratore e centro di formazione e, attraverso i suoi partner, promuove servizi di ricerca e sviluppo, trasferimento tecnologico, formazione specialistica, digital transformation e internazionalizzazione. In particolare, in Fabbrica Italiana dell’innovazione si seguono 3 direzioni: incubazione, accelerazione e formazione.
Le startup di Fabbrica dell’Innovazione
Negli spazi dell’incubatore internazionale di Via Ponte dei Granili sono appena arrivate 11 startup e i tutor che le accompagneranno nel programma che durerà 6 mesi. Tra queste ci sono: Billd, Herobots, Logogramma, Emaze Gaming, CityOpenSource, DG Twin, Groove, GreenJim, Imdea, Greta e San Meme. «Con 3 cicli di incubazione, in ogni batch selezioniamo 10 startup che usufruiscono di un bonus di 25mila euro e sono seguite da un tutor in un rapporto “one to one”. Gli insegnanti seguono i progetti industriali, il business plan e l’ingresso sul mercato. Al termine, ci sarà l’incontro con gli investitori. Tutto il sistema prevede una marcata attenzione all’internazionalizzazione, avvalendosi anche di un’area legal, commerciale e digitale», conclude il direttore Lipardi.
Le 11 startup selezionate, tutte campane, contano 70 professionisti. I tutor sono: Pierluigi Rippa, Ivo Allegro, Angelo Giuliana, Arianna Cavalli, Mariangela Contursi, Fabrizio Monticelli, Nunzia Cummaro, Marco Meola, Paolo Fiorentino, Giampiero Bruno, Guido Pappadà. Il programma prevede una serie di attività di formazione, di upskilling e di accompagnamento all’internazionalizzazione curate da Chiara Romano, Carmine Russo e Valentina Batista. «Vogliamo creare una nuova generazione di imprese competitive e robuste supportate nel modo giusto per entrare sul mercato – dichiara Mariangela Contursi, socio e direttore di SPICI e membro del comitato esecutivo di Fabbrica Italiana dell’Innovazione – Ci muoviamo su 3 grandi assi che abbiamo contraddistinto con tre colori: green, blue e rosa e sullo sviluppo di una serie di competenze trasversali per progetti di impresa e valorizzazione della ricerca. “Far crescere per crescere” è il nostro slogan perché crediamo molto anche nella sua forma di generazione urbana, intorno a Napoli est, nel vecchio polmone industriale della città».
La posizione baricentrica dell’hub rispetto ai luoghi dell’innovazione e della ricerca in Campania come le Università Federico II, L’Orientale e la Parthenope che si trovano sullo stesso asse viario è strategica. «Qui dobbiamo ricostruire un tessuto industriale che al Sud oggi non c’è, ma i talenti ci sono e con il loro potere d’attrazione e la capacità di fare matching – conclude la tutor – Creeremo sempre più opportunità per coloro che qui vorranno restare».