Secondo i dati che emergono dal rapporto Istat “Imprese e Ict“, il processo di digitalizzazione delle piccole e medie imprese italiane non è decollato: solo il 60,7% adotta almeno 4 attività su 12 che compongono il Digital Intensity Index, l’indice che misura l’utilizzo da parte delle imprese di 12 tecnologie digitali. Tra questi ci sono, ad esempio, l’essere in possesso di un sito web, l’utilizzo di pacchetti software per Enterprise Resource Planning, il Customer Relationship Management, l’e-commerce che supera più dell’1% del fatturato. Ma in che cosa le PMI italiane scarseggiano e quali sono, invece, i punti di forza?
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I dati dell’Istat
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, tra gli strumenti più utilizzati nelle società con almeno 10 dipendenti ci sono il cloud computing (61,4% rispetto ad una media Ue del 45,2%) e la fatturazione elettronica (97,5% contro un 38,6% a livello comunitario), obbligatoria per legge. Il 47,9% delle attività utilizza un software gestionale, avvicinandosi al dato europeo (48,7%), ma solo il 13,6% condivide elettronicamente i dati con clienti e fornitori. Per molte attività, anche l’adozione di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale rappresenta un problema per la mancanza di competenze (è un ostacolo per il 55,1%). Manca, infatti, il capitale umano in grado di gestire le tecnologie digitali di cui si sono dotate. Il cammino verso la digitalizzazione e l’adozione responsabile delle tecnologie, specialmente quelle più innovative, si presenta come una sfida assai complessa per la maggior parte delle PMI italiane.