Avete mai provato a chiedere ai vostri figli e figlie qual è il lavoro che vorrebbero? E se hanno idea di quale percorso seguire per raggiungerlo? Certo, è difficile avere le idee chiare in questo momento di incertezza, ma le coordinate per orientare figli, famiglie, imprese e istituzioni alla ricerca di competenze green e innovative si trovano ascoltando chi ha dato voce alla propria passione per la sostenibilità, trasformandola in un lavoro. Le venti interviste, di cui ho rielaborato i testi delle risposte a voce per renderle adatte alle finalità del libro “Il lavoro che vorrei” (Il Sole 24 Ore) conservando le loro riflessioni e consigli, rappresentano un campione significativo di nuovi lavori sotto due aspetti: la varietà delle figure professionali e i consigli che danno. Per il primo aspetto è importante innanzitutto la tipologia dei professionisti intervistati, che rappresentano molti campi di lavoro: sette formatori di specialisti (formazione del manager della sostenibilità, leadership&sport management, dei tecnici specialisti delle rinnovabili, dell’ingegnere elettrico, dell’installatore di impianti fotovoltaici, dell’installatore di impianti eolici, del water manager); tredici manager e consulenti aziendali in nuovi campi (sicurezza del lavoro, stampa 3D di metalli preziosi, corporate development & energy transition, forest resources specialist, forecast analyst in meteorologia, site & sustainability director, intelligenza artificiale, ESG, energy manager, green fashion designer& creator, value cration per startup, dropshipping di beni e servizi sostenibili, digital trasformation per case green).
Come si evince, il campione è formato per circa un terzo di formatori di specialisti e per altri due terzi da manager e consulenti aziendali. Entrambe queste due tipologie di professionisti operano in prevalenza in campi innovativi e a favore della sostenibilità ambientale, come dimostrato anche dal loro apporto alla realizzazione dell’Agenda 2030 dell’ONU. L’aspetto innovativo è presente in tutti questi lavori. Ma quali sono i consigli che si possono ricavare da queste interviste?
I suggerimenti per un lavoro che vorrei
In generale, viene confermato che l’innovazione e la sostenibilità non sono in contraddizione tra di loro, ma al contrario creano sinergie che favoriscono opportunità di nuovi lavori soddisfacenti e vantaggiosi per tutti, in quanto apportano benefici alle persone che li svolgono, sia alle imprese che alla società. Si evidenzia che per avere successo in nuovi lavori occorre una buona formazione ma anche esperienza sul campo, oltre a molta volontà di impegnarsi a fondo e creatività.
Di fatto sono queste le caratteristiche che devono avere i giovani per realizzare i lavori che vorrebbero, prendendo esempio dai testimoni di questo libro. In particolare, però, da queste interviste emergono delle risposte ai singoli quesiti che, pur nella diversità delle specifiche esperienze, presentano molti interessanti elementi in comune. I contenuti di questi lavori sono innovativi sia in termini di tecnologia, sostenibilità (in linea con i 17 goals delle Nazioni Unite), sia in termini di adattamento a nuovi bisogni, anche attraverso la trasformazione di lavori tradizionali. Le caratteristiche di queste figure costituiscono quindi un buon riferimento, come lo è il punto nave nella metafora del viaggio via mare, che può ispirare la ricerca di nuovi lavori. Le motivazioni personali che hanno spinto a ricercare e realizzare questi nuovi lavori evidenziano l’aspirazione a migliorare la società sulla spinta non solo di valori condivisi, ma anche di passioni specifiche, e allo stesso tempo la motivazione a cercare nuove opportunità professionali che migliorino la propria condizione di lavoro e di vita.
Perché puntare su lavori innovativi
Queste passioni e purpose anche personali sono la molla che spinge a ricercare il nuovo lavoro come meta, rappresentato nella metafora dal faro del porto di arrivo. Risulta che questi tipi di lavori innovativi e sostenibili incontrino le esigenze del mercato, con livelli soddisfacenti di remunerazione, orientando quindi le scelte, come la bussola indica la rotta al navigante. Inoltre offrono buone opportunità di lavoro, in quanto valorizzano fin da ora nuove tecnologie in grado di soddisfare i bisogni della società, affrontandoli con modalità sostenibili e adatte ai tempi. A queste opportunità si può fare affidamento, come all’àncora. Per ottenere questi obiettivi occorre però avere un buon livello di competenze base, ma soprattutto una formazione specifica per ogni tipo di lavoro, di cui vengono date delle indicazioni dettagliate a seconda dei casi. E queste competenze base sono assimilabili a quelle necessarie per interpretare la nostra mappa nautica, mentre quelle specifiche sono assimilabili al manuale e al diario di bordo, che servono a raggiungere un punto e poi il successivo del nostro viaggio via mare. Si prevede che questi lavori abbiano buone prospettive per il futuro, in quanto le nuove tecnologie non diverranno obsolete e potranno coniugare innovazione e sostenibilità, in modo da soddisfare molti bisogni.
Nel nostro esempio del viaggio via mare ciò significa controllare il rispetto della rotta nelle condizioni meteorologiche future consultando la Rosa dei venti. L’auspicio è che le esperienze contenute nel libro servano come esempi di lavori che rispondano a bisogni esistenti ma allo stesso tempo costituiscano anche una guida per individuare e realizzare nuovi lavori da parte dei lettori, in particolare giovani, in modo che “il lavoro che vorrei”, diventi il “lavoro che farò”. E anche le imprese potranno trarre degli spunti per conoscere e impiegare nuove figure per i loro obiettivi di innovazione e sostenibilità. A tale scopo questo libro è una prima mappa che rimane aperta verso le opportunità di lavoro di oggi e di domani. E potrebbe accogliere altre esperienze di lavori della sostenibilità in nuove edizioni. È sempre più evidente come siano sempre più numerosi gli esempi di giovani che mostrano la loro capacità di avere nuove idee e di essere attori del cambiamento in senso sostenibile, come parte attiva nella società del futuro. Non mi resta che augurare “buon vento” a tutti!
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Quali sfide attendono la società di domani? Quali sono i rischi e quali le possibilità offerte dallo sviluppo tecnologico? Per la rubrica “Futuro da sfogliare” un estratto del libro Il lavoro che vorrei (Il Sole 24 Ore) di Anna Marino, giornalista multimediale, professionista dal 2000, autrice per Radio 24 del podcast I lavori di domani. Per quasi vent’anni in forza alla redazione news di Radio 24, collabora da sempre con i programmi Voci di piccola impresa e Voci d’impresa e oggi è redattrice presso l’agenzia di stampa Radiocor Plus. Ha curato 800 puntate delle rubriche televisive Esperto risponde e Help di Ventiquattrore.tv e ha condotto Affari privati nel programma Soldi nostri su Rete 4.