La chiamano AGI, artificial general intelligence. Si tratta di un’AI più intelligente di qualsiasi altra persona. Nel momento in cui dovessimo giungere a un simile scenario le ripercussioni economiche (e non solo) di questa innovazione sarebbero imprevedibili. Secondo il Ceo di Nvidia, Jensen Huang, una situazione del genere potrebbe verificarsi nel giro di cinque anni. Lo ha detto durante un forum tenutosi alla Stanford University, dove ha parlato del caso Nvidia, una società la cui notevole crescita degli ultimi anni è dovuta alla necessità globale di chip per garantire le capacità computazionali dell’AI.
Hanno l’AGI e non ce lo dicono?
Dalla fine del 2022, ossia da quando OpenAI ha pubblicato ChatGPT, rendendolo disponibile a chiunque, il panorama tech si è direzionato verso questa tecnologia. La stessa società di Sam Altman ha continuato ad aggiornare il proprio pacchetto, aggiungendo software e funzionalità. Nelle scorse settimane si è di nuovo conquistata l’attenzione del settore a seguito della pubblicazione dei primi video realizzati da Sora, software di AI che realizza brevi clip partendo da un semplice prompt testuale.
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La velocità con cui questi strumenti vengono pubblicati ha spinto alcuni a ritenere che l’AGI, in realtà, sia già in mezzo a noi. O meglio, ben al sicuro nei laboratori delle Big Tech. Si tratta, al momento, di ipotesi e speculazioni. Nel frattempo la politica sta cercando di fornire un quadro normativo per legiferare su tecnologie di cui ancora non si conoscono i potenziali impatti. L’Europa, con l’AI Act, è senz’altro tra le regioni del mondo più impegnate su questo fronte.
Avremo bisogno di sempre più chip farm per l’AI?
Soggetti come OpenAI e Intel hanno obiettivi chiari sul futuro: occorrono più stabilimenti per produrre chip. La società di Sam Altman sarebbe alla ricerca di finanziamenti per 7 trilioni di dollari, risorse necessarie per fabbricarsi i propri semiconduttori. Di recente il Ceo di Nvidia ha intanto dichiarato che in futuro l’AI cambierà anche il lavoro dei coder, al punto che ciascuno potrebbe imparare a sviluppare da zero, grazie all’assistenza dell’intelligenza artificiale.