Il giorno tanto atteso, alla fine, è arrivato: con il rilascio di iOS 17.4 cambiano le regole in casa Apple, e in particolare cambia ciò che gli utenti di iPhone che vivono nell’Unione Europea potranno fare col proprio smartphone. Con il rilascio di questa versione stabile del sistema operativo, infatti, entra definitivamente in vigore il nuovo corso deliberato per adeguare le policy di Apple al Digital Markets Act. La UE ha varato questo provvedimento per gestire l’attività dei cosiddetti gatekeeper, ovvero le grandi aziende tecnologiche che entrano in tanti aspetti della vita dei cittadini: vista la mole di terminali iPhone in circolazione, Apple è stata classificata tra questi e, dunque, ha dovuto metter mano al proprio ecosistema per rispondere alle richieste del legislatore.
Cosa cambia per gli sviluppatori con iOS 17.4
Rispetto a quanto avevamo visto e raccontato nel dettaglio lo scorso febbraio, non ci sono enormi stravolgimenti per gli sviluppatori. La novità forse più interessante, frutto probabilmente dei feedback ricevuti, riguarda la possibilità di ripensarci dopo aver scelto di passare al nuovo corso e sottoscrivere le nuove regole (quelle che, tra l’altro, permettono di distribuire l’app anche al di fuori di Appstore): nel caso in cui ci si renda conto che i costi da affrontare saranno maggiori di quanto previsto, o per qualsiasi altra ragione, si potrà fare marcia indietro e rientrare nel vecchio regime. Attenzione: è possibile farlo una volta soltanto. Questo significherà ovviamente rinunciare alle nuove funzioni: ma consentirà anche di ritornare allo schema di costi e pagamenti già conosciuto e testato in questi anni (e che è stato rivisto unicamente nel valore percentuale, sempre a febbraio, con un taglio della commissione dovuta ad Apple).
Allo stesso modo, si sono ammorbidite le condizioni per le quali Apple avrebbe richiesto una lettera di credito da 1 milione di dollari per garantire l’accesso al nuovo corso e creare un marketplace alternativo: chi è già uno sviluppatore accreditato nel programma Apple Developer Program da almeno 2 anni, e ha già in catalogo un’app da 1 milione di installazioni l’anno, non dovrà presentare il documento (che dovrebbe essere emesso da un istituto finanziario con rating A assegnato dai vari Moody’s, S&P o Fitch). Se, insomma, siete già un partner consolidato dell’universo Apple, la vostra reputazione parlerà per voi.
Inoltre, ma qui la faccenda si fa più complessa, avendo anche aderito al nuovo corso dovrebbe essere possibile integrare metodi di pagamento alternativi a quello Apple per l’acquisto di app e servizi: la sottoscrizione dell’addendum specifico per l’Unione Europea lo consente, ma per esempio Spotify ha deciso di seguire un percorso diverso e integrare solo il listino prezzi in app (sempre che Apple approvi l’update che l’azienda ha sottoposto a revisione per l’Appstore). La faccenda è più complessa alla luce della decisione presa dalla Commissione di multare Apple in un procedimento intentato proprio alla luce delle rimostranze di Spotify: detto ciò, fino a prova contraria (eventuale pronunciamento specifico della UE) valgono le regole di Apple e, dunque, se si decide di far pagare altrimenti il proprio lavoro di grande successo ci saranno delle commissioni da versare a Cupertino.
Infine, oltre alle nuove API e alla molta documentazione prodotta in queste settimane per i dev, Apple sta rilasciando anche nuovi report all’interno degli analytics di Appstore: parliamo di misurazione dell’engagement degli utenti, del numero di transazioni effettuate, di come le app vengono utilizzate (anche se vengono disinstallate, ad esempio), come vengono usate (o non usate) specifiche funzionalità che magari s’appoggiano a specifiche funzioni del sistema operativo. Tutto quanto dovrebbe servire per fare un buon lavoro.
Cosa cambia per gli utenti con iOS 17.4
Esteticamente non ci sono differenze eclatanti tra la precedente versione e il nuovo iOS 17.4 rilasciato nelle scorse ore. Potrete aggiornare il sistema operativo del vostro smartphone, è sempre una procedura consigliabile quando possibile, senza veder cambiare granché nella vostra routine quotidiana. C’è da segnalare senz’altro che gli appassionati di emoji troveranno una manciata di nuove faccine ad aspettarli, e che per gli appassionati di podcast ora l’app nativa di Apple è in grado di operare la trascrizione automatica del parlato: ma così come accade ad esempio per il protocollo di cifratura dei messaggi di iMessage, o per i widget di orologio e cronometro, il più delle modifiche è pressoché invisibile a meno che non ci si capiti per caso o sia una funzione che si utilizza quotidianamente.
Più significativo è l’impatto delle novità introdotte in Europa per i consumatori. Ora si potrà impostare un browser per navigare in rete di default, alternativo a Safari, esattamente come accade sui PC: la reale differenza è che, da ora in avanti, saranno ammesse anche versioni di browser con incorporato un motore differente da quello nativo di iOS. Nella pratica: Apple ha dovuto concedere alla concorrenza di poter cambiare il codice delle app per consentire, esattamente come sui PC e Mac, di far funzionare il software per navigare in modo diverso (e più “open”) di quanto non sia stato possibile fino a oggi. Non ci dovrebbero essere, soprattutto nell’immediato, cambiamenti significativi nella vita di tutti i giorni: le prestazioni dovrebbero restare pressoché le stesse, ma naturalmente nessuno sa cosa a lungo termine tutto questo potrà significare in termini di servizi, funzionalità e anche rispetto a potenziali minacce alla sicurezza (nel caso di bug non prontamente individuati e risolti).
Sempre restando sul tema sicurezza, Apple da sempre ha fatto della centralità di Appstore per la distribuzione del software uno dei cavalli di battaglia dell’affidabilità di iOS: se tutto passa attraverso il controllo di Cupertino, è il ragionamento, allora i rischi per i consumatori si riducono sensibilmente. Con iOS 17.4 non sarà più una questione così netta: sempre per via delle prescrizioni del DMA, in Europa verrà consentito di installare marketplace differenti per l’acquisto e il download di app, permettendo a uno sviluppatore di decidere dove mettere a disposizione il proprio software e ai consumatori di sfruttare eventuali offerte vantaggiose in luoghi diversi da Appstore. Ad esempio: un grosso produttore di software potrebbe decidere di garantire uno sconto significativo, se l’utente deciderà di scaricare le sue app da uno store messo in piedi dal produttore stesso.
Cosa accadrà ora è una storia ancora tutta da scrivere. Ci sono già stati degli annunci in questo senso: ad esempio MacPaw, nota casa di sviluppo ucraina che in molti utenti Mac conoscono per CleanMyMac, ha annunciato che porterà su iOS il proprio modello di business già lanciato sui PC, che prevede uno store in abbonamento e la formula “all-you-can-eat”. Si pagano pochi euro al mese, circa una decina nella versione desktop (vedremo su mobile), e si ha a disposizione un paio di centinaia di app da scaricare liberamente e che condividono l’approccio alla cura della qualità e l’attenzione per l’utente finale. Lo stesso intende fare mobivention, che però punta esplicitamente al mercato professionale e corteggia dunque le aziende e gli sviluppatori che intendono creare software pensato per produttività o soluzioni su misura delle aziende stesse.
Una piccola postilla, per ora poco più di una curiosità e per la quale andrà valutato l’impatto nella vita reale: tra le note di rilascio di iOS 17.4, qualcuno si è anche accorto che Apple ha specificato che la disponibilità di store alternativi e app collegate sarà garantita ai cittadini UE se resteranno entro i confini europei. Nessun problema per chi svolgerà brevi viaggi fuori dai confini del Vecchio Continente, ma chi passerà troppo tempo altrove potrebbe avere qualche grattacapo in più: Apple ha precisato che si potrà continuare a usare le app installate senza problemi, e che queste ultime si aggiorneranno per 30 giorni tramite gli store alternativi, che resteranno attivi. Tuttavia, bisognerà tornare nei confini UE per installare altri store alternativi o per installare app nuove dagli stessi: non conta, insomma, dove abbiamo attivato il telefono, ma dove ci troviamo quando lo usiamo.
Dulcis in fundo, perché le grandi storie d’amore non finiscono mai, è ripartita anche la querelle tra Apple ed Epic Games: dopo che un account sviluppatore della propaggine svedese della software house era stato riammesso nel circuito, gli avvocati di Cupertino hanno fatto sapere a mezzo lettera che tale account è stato unilateralmente terminato. Epic aveva già reso noto che era sua intenzione usare quell’account per lanciare il proprio store e, nonostante pubbliche critiche rivolte all’interpretazione di Apple del DMA, aveva fatto sapere che avrebbe sottoscritto e rispettato le regole necessarie affinché fosse consentita la pubblicazione del software. La Mela non si è convinta della buonafede di Epic Games: nella missiva, definisce la condotta altrui “chiaramente inaffidabile” (verifiably untrustworthy) alla luce dei precedenti. C’è da scommettere che questa faccenda non finirà qui: l’Europa sembra intenzionata ad approfondire la questione. E, in seguito a una interlocuzione tra i diretti interessati, Epic ha reso noto che Apple avrebbe accettato di riammettere l’account svedese, attraverso cui lo store che ospiterà Fortnite dovrebbe sbarcare su iOS.
EDIT 08/03: Modificato il paragrafo sui limiti geografici di utilizzo degli store alternativi, per riportare le precisazioni fatte dalla stessa Apple sulle proprie FAQ.
EDIT/2 08/03: Aggiunta notizia della riammissione dell’account sviluppatore di Epic Games.