Danzare insieme, in un percorso che unisce le differenze, celebrando l’unicità di ogni persona. È questo l’obiettivo del laboratorio di danza inclusiva condotto a Spaziodanza, a Padova. Una semplice sala diventa uno spazio di inclusione, condivisione, consapevolezza e creatività, dove la bellezza dell’espressività dei corpi delle persone è la regina.
Danzare insieme con la danza inclusiva
Un percorso dove ogni persona può esprimersi in totale libertà, a prescindere dall’età, dall’esperienza o dalle abilità fisiche. Persone giovani o adulte, con disabilità o normodotate, possono danzare insieme, scoprendo le potenzialità dei loro corpi, di quelli degli altri e delle altre, entrando in una relazione unica. Grazie al laboratorio di danza inclusiva, chiunque può entrare in sintonia con le sue specificità.
Le origini del laboratorio
Spaziodanza nasce a Padova ben 37 anni fa, come scuola di avviamento professionale per danzatori e danzatrici, dai 3 anni fino all’età adulta. Da oltre dieci anni collabora con l’associazione Ottavo Giorno, che – sempre nella città veneta – realizza progetti artistici di danza e teatro che includano anche le persone con disabilità. Da questo matrimonio viene alla luce il laboratorio di danza inclusiva, condotto da Marina Giacometti – danzatrice e docente di danza contemporanea – con il metodo DanceAbility®.
Superare i limiti, ballando
Il percorso di danza inclusiva dura tutto l’anno, con un incontro settimanale. È un gruppo misto, aperto a persone disabili e normodotate, di età differenti. Spiega Eleonora De Logu, responsabile di Spaziodanza e co-direttricedel noto festival Prospettiva Danza Teatro: «Il gruppo è eterogeneo: è dunque interessante lavorare con persone che hanno caratteristiche diverse». Non ci sono limiti di età, fisici, culturali o legati alle esperienze di vita e, come sottolinea Eleonora, «alla fine dell’anno di solito c’è uno spettacolo aperto al pubblico che nel 2024 debutterà al festival internazionale Prospettiva Danza Teatro, sabato 4 maggio all’Agorà del Centro Altinate San Gaetano», a Padova.
L’inclusione è la regina
La DanceAbility® ha l’obiettivo di includere tutti e tutte attraverso i movimenti, in modo da favorire l’acquisizione di consapevolezza del proprio corpo e sviluppare creatività, senza barriere di età, condizione fisica o appartenenza culturale. Fondata dal danzatore statunitense Alito Alessi, la DanceAbility® rende la danza inclusiva.
Il metodo DanceAbility®
Spiega Eleonora: «Il metodo si basa sul non giudizio, sulla scoperta delle possibilità del proprio corpo in una zona di comfort e del corpo degli altri. Inoltre, permette di entrare in relazione con il gruppo e con le altre persone».
Ognuno acquisterà una consapevolezza sempre maggiore delle possibilità e dei movimenti del proprio corpo, rispetto a quello degli altri e delle altre, ma anche in relazione agli spazi.
Improvvisare con creatività
Fra i principi del metodo, spicca l’improvvisazione: danza sgorga dalle scelte di movimento delle persone che si muovono, tessendo continue relazioni e movimenti. «Magari la docente porge degli spunti, ma poi ognuno crea dei movimenti, delle sequenze con il proprio corpo, secondo le proprie possibilità». In questo modo, i danzatori e le danzatrici possono sviluppare la percezione degli altri e dello spazio con creatività. Ognuno può scegliere in libertà i movimenti, ma tenendo in considerazione quelli altrui. La creatività è dunque la grande protagonista della danza inclusiva.
In nome dell’autonomia
L’autonomia è un’altra parola chiave. «Anche le persone che nella vita quotidiana hanno bisogno di assistenza, quando vengono in sala entrano da sole e scoprono l’autonomia del loro corpo», spiega Eleonora. Tutti e tutte creano passi di danza insieme, scegliendo i movimenti e mettendoli in relazione con quelli degli altri. Il poter scegliere aumenta così l’autonomia e l’autostima.
Parola d’ordine: libertà!
La danza inclusiva diventa allora anche un sinonimo di libertà, come racconta Eleonora: «Il laboratorio è uno spazio dove potersi sentire a proprio agio con il proprio corpo, scoprendo cosa il corpo può dare attraverso l’espressività». La danza inclusiva diventa un modo per stare in armonia con il sé e con le altre persone, all’insegna del benessere. È il «corpo che parla” e che permette un «ascolto individuale con un respiro collettivo», in una dimensione di totale libertà, che tutti e tutte possono sperimentare.
Quando la danza crea comunità
Il laboratorio di danza inclusiva è anche un modo per creare una vera e propria «comunità». Come spiega Eleonora, in sala si prova «l’emozione della libertà, della condivisione, del rapporto con gli altri, della gioia dello scoprire. Si crea un forte legame e si forma gruppo», proprio come in una comunità. «Le diversità vengono annullate e ognuno porta la propria persona, con i suoi desideri e possibilità». Le prove, le chiacchierate, i piccoli momenti quotidiani diventano l’occasione per approfondire la conoscenza degli altri e apprezzarli nelle loro specificità, come si fa con le meraviglie della natura, in tutti i loro colori.
Far cadere i giudizi danzando
Gli effetti positivi non sono solo per chi danza, ma anche per chi osserva. «C’è un forte impatto emotivo anche per chi assiste», conclude Eleonora. A volte, anche nel mondo della danza, non si è contenti del proprio corpo e delle proprie possibilità. Invece, grazie alla danza inclusiva, ci si rende conto che «sia il corpo sia la mente hanno sempre molte risorse. Aumenta l’empatia e cade il giudizio verso se stessi e verso gli altri».