Il progetto nato da una partnership tra Novartis e Fondazione Cariplo, promuove l’imprenditorialità supportando giovani talenti nella progettazione di idee innovative in ambito scientifico. Il bando per candidare i progetti scadrà domani.
BioUpper l’acceleratore delle startup
Innovatori fatevi avanti! Questo è il messaggio del progetto BioUpper a sostegno dei giovani talenti che vogliono creare una startup nelle scienze della vita. Il progetto è nato da una partnership di due anni firmata da Novartis e Fondazione Cariplo che aiuterà aspiranti startupper a elaborare, formalizzare e presentare progetti innovativi in ambito scientifico. Il bando per candidare i progetti biotech scadrà domani.
I pilastri dell’imprenditoria: il futuro delle startup
Ecco i pilastri fondamentali per promuovere l’imprenditorialità, secondo un recente studio di Ernst & Young: l’accesso ai finanziamenti, la regolamentazione fiscale, l’istruzione e la cultura imprenditoriale. Prendendo spunto da questi elementi, il progetto BioUpper vuole investire nei giovani talenti, una priorità per l’economia e lo sviluppo italiano, spesso troppo penalizzati in questi ultimi anni.
Purtroppo i dati parlano chiaro: l’Italia offre dei posti di lavoro di scarsa qualità ai giovani, in un contesto economico instabile. A questo proposito è importante il riferimento al benchmark del G20: l’Italia è sempre agli ultimi posti per lo sviluppo dell’imprenditoria. Una situazione che può e deve cambiare grazie alla partnership tra Novartis e Fondazione Cariplo. BioUpper intende dare la spinta necessaria ad un segmento della ricerca, fondamentale per il sistema produttivo e la competitività dell’Italia dove i cervelli migliori abbondano di idee innovative e imprenditoriali di successo. Sostenere l’occupazione e avvicinare i giovani all’ecosistema delle startup: per questo è nato il progetto BioUpper, la prima piattaforma italiana di training e accelerazione.
Gli elementi indispensabili per i giovani imprenditori
Di cosa ha bisogno uno startupper? Tra i bisogni fondamentali troviamo il supporto per la ricerca di finanziamenti, spesso troppo difficile e laboriosa. Inoltre il 66% dei giovani imprenditori ha rivolto l’attenzione sul bisogno di un percorso formativo, proprio perché le capacità imprenditoriali devono essere condivise ed insegnate. Ma non basta, perché serve più solidarietà da parte dei governi, una vera e propria “supportive culture”. La riconoscenza del lavoro svolto è determinante, infatti se il ruolo del giovane imprenditore viene promosso, tutta la catena dell’imprenditoria ne trarrebbe vantaggio. Infine i fondi innovativi e l’accettazione del possibile fallimento, da parte della società, sono elementi importanti per il percorso degli aspiranti startupper.