Intervista a Gianluca Dettori, founder e presidente di dpixel e tra i protagonisti dell’Open Summit del 14 dicembre a Milano. Per Dettori: «Nel 2015 numeri impietosi per i venture, l’Italia sta dietro a Portogallo e Grecia».
Proseguono le nostre interviste ai protagonisti dell’ecosistema startup italiano in vista dell’Open Summit di Startupitalia, l’evento nazionale che si terrà al Palaghiaccio di Milano il 14 dicembre e che vedrà competere le 100 migliori startup del 2015 per il titolo di “startup dell’anno”.
Abbiamo intervistato Gianluca Dettori, founder e presidente di dpixel, società di venture capital che investe principalmente in startup digitali, nonché unica in Italia a fare scouting itinerante, con l’ormai celebre Barcamper. E celebre è oramai anche lui, che va in onda su Italia1 nei panni di “squalo” di Shark Tank Italia.
Disclaimer: a Gianluca diamo del tu, perché è amico di chi scrive e di Startupitalia.
Com’è stato il 2015 delle startup secondo il tuo osservatorio?
«E’ stato durissimo. I dati diffusi da Aifi per il primo semestre danno numeri impietosi per il mercato dei venture, l’Italia sta dietro a Portogallo e Grecia. Lo scenario sta migliorando, decisamente. Però complessivamente credo che il 2015 in quanto a investimenti per le startup sarà in linea con il 2014. Il fundraising va benissimo, incrementa anche. Ma investire vuol dire altro».
Quali sono per te le 3 startup che hanno fatto bene nel 2015, e perché?
«Se guardiamo ai round, penso che Moneyfarm sia una cosa importante, un round a due cifre. Di quelle nel mio portfolio sta facendo bene Cortilia, perché hanno aperto nuove città e la crescita è costante e veloce. I ragazzi stanno scalando insomma. A proposito di scalare, a ScaleIT ho visto diverse startup, una poco conosciuta ma che mi ha colpito è MotorK, un marketplace per l’acquisto di automobili. Ne sentiremo parlare. E poi, chiaro che faccio il tifo per quelle del portfolio dpixel: Brandon Ferrari, Sardex, che sta scalando in tutta Italia, e Iubenda, soprattutto Iubenda».
Quindi candideresti Iubenda a “startup dell’anno”?
«Certamente Iubenda. Perché non genera solo privacy policy ma genera soprattutto cash, a differenza di altre startup che ne bruciano. Non solo fattura, non solo ha clienti in tutto in mondo ma fa cash. Come si dice, “cash is king”. E se “cash is king iubenda is king”».
Leggi anche: Iubenda: cosa dobbiamo aspettarci in Italia dalla Cookie Law
Cosa ti aspetti dall’Open Summit di Milano?
«Penso che sarà un momento molto importante, perché vedremo quello che ognuno di noi ha contribuito a fare negli ultimi 10 anni. Ci renderemo conto che abbiamo fatto qualcosa di solido. Abbiamo anche litigato in questi anni, ma il 14 dicembre ci guarderemo tutti negli occhi e diremo “però, guarda qua cosa stiamo facendo in Italia”. E’ una speranza, anzi di più, una prospettiva concreta».
Cosa può migliorare nel 2016?
«Il prossimo sarà l’anno in cui davvero partirà davvero il fenomeno delle startup.
Questi 10 anni sono stati lo startup dell’ecosistema, il meglio deve ancora venire.
E’ cambiamo il sentiment degli investitori, dei grandi investitori istituzionali che muovono il mercato in tutto il mondo. C’è grande interesse verso l’italia. Ecco, arriva per noi la seconda marcia. Abbiamo camminato in prima, dal 2016 ingraneremo la seconda, e poi la terza, la quarta e via. Non ci ferma nessuno».
Aldo V. Pecora
@aldopecora