B.LIVE è una piccola startup del fashion nata per iniziativa di Bill Niada. Un progetto speciale, perché è fatto con i giovani pazienti oncologici di alcuni ospedali della Lombardia
[Disclaimer: la storia B.LIVE è davvero speciale. L’augurio è che diventi famosa e popolare come “braccialetti rossi”, perché non parla solo di amicizia e sfide difficili, parla di come attraverso l’impresa si uniscano sani e malati nel dare un senso alla vita e di come l’impresa sia capace di essere vita].
La startup nata in ospedale
Bill Niada è un imprenditore vero da quando aveva 21 anni. Tra progetti startup ai quali ha collaborato sono famosi Napapijri, Banana Republic, ed i primi Outlet in Italia.
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Nel 2012 ha inizio la storia di B.LIVE nasce dalla volontà di coinvolgere i ragazzi malati di cancro in attività, iniziative e percorsi creativi divertenti, professionalizzanti e un po’ speciali, per merito della Fondazione Magica Cleme e Fondazione Near di Niada.
B.LIVE vede la luce all’interno di queste attività, come espressione della volontà dei ragazzi di creare qualcosa insieme, grazie anche all’aiuto di professionisti che mettono a disposizione le loro competenze e, soprattutto, il proprio cuore e il proprio entusiasmo; e di portare nel mondo il loro messaggio, la loro forza, il proprio orgoglio attraverso il loro simbolo, il bullone e il suo significato: essere, credere, vivere.
La passione di “fare impresa” dei ragazzi malati oncologici ci può insegnare davvero molte cose. Questa non è “una storia commovente” è un “caso d’impresa” vero. Questa è una storia che racconta come con tanta professionalità, passione e coraggio si può costruire un successo, e di come un brand si costruisca creando dei significati. B.LIVE è la storia di un vero “lovemark”.
Storia (e significato) di un bullone
Il bullone simbolo di B.LIVE è stato proposto da Federica una delle ragazze che ha partecipato al progetto ed è stato scelto dai suoi amici e compagni del 7° piano dell’ospedale oncologico Istituto Tumori di Milano. Nelle parole di Federica il bullone è un “elemento piccolo ma forte, parte fondamentale e sostegno di una costruzione”.
Racconto qui questa storia perché è la storia di una startup speciale, è la storia che meglio di tante altre spiega perché “fare impresa” è un atto creativo, una storia che ha un significato diverso dal “fare soldi”.
Non c’è impresa se non si è capaci di fare qualcosa che i clienti vogliano comprare e non c’è sostenibilità se i costi sono superiori ai ricavi. Ma la storia non finisce qui.
Il fashion (e l’ecosistema) di B.LIVE
In un paio d’anni B.LIVE è diventato un brand e i B.livers ragazzi che lavorano e creano collaborando con professionisti, aziende, università con uno scopo che non è il profitto fine a se stesso, bensì fare cose belle e inspiratrici per altri ragazzi per costruire “un mondo migliore”.
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Così è nata la collezione di moda coordinata da Gentucca Bini, la trousse con Madina, un libro con Carthusia, le T-shirt con Blauer. E, ancora, la canzone Nuvole di Ossigeno scritta e cantata dai ragazzi insieme a Faso di Elio e le Storie e Paola Folli, il videoclip con gli On Air, oltre che il Flash Mob con la Danza Immobile. Ma anche una borsa best sellers di Coccinelle la B.LIVE Bag, la collezione di Bijoux a forma di bullone, la linea di bio-cosmesi B.LIVE Natural Beauty e del nascente Blog in collaborazione con Marionnaud Profumerie.
Però compito e missione di B.LIVE e di Fondazione Near, che fa capo al progetto, è anche dare delle prospettive diverse alle aziende, dove la finalità è generare anche empatie, coesione, comunione d’intenti e di emozioni attraverso la conoscenza e la vicinanza di questi ragazzi che hanno combattuto una guerra tutta loro, che non è competizione, bensì sopravvivenza e desiderio di tornare alla normalità. Una normalità che si trasforma in straordinarietà attraverso attività, prodotti, opere che fanno brillare gli occhi.
La sfida è e sarà anche stare sul mercato, dimostrando che il contributo delle emozioni e dei sentimenti, sono un motore forte per il “successo” dell’opera dell’Uomo.
Dalla startup al giornale
Infine il tutto verrà raccontato con il contributo dei ragazzi e di adulti illuminati, in “Il Bullone” , giornale nato da un emozionante incontro dei ragazzi con alcuni giornalisti e grafici del Corriere della Sera, che permetterà appunto ai ragazzi di B.LIVE di raccontare in prima persona le attività cui partecipano, le proprie esperienze, le proprie storie e i propri sogni, ma anche d’ispirare i giovani (sia sani che malati) a progettare la propria vita, seguendo esperienze ed esempi virtuosi di coetanei, ma anche di adulti, che insegnino loro l’arte del fare e del sognare, progettando e credendo in un futuro migliore.
B.LIVE quindi è condivisione di una prospettiva di vita e di relazioni armoniose che ha alla base l’assunto che siamo su questa terra per vivere bene e far vivere bene e non per correre dietro all’illusione dell’avere sempre di più.
Marco Bicocchi Pichi
presidente “Italia Startup”
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