Cosa è successo nelle regioni del Sud Italia nel 2015, le startup che hanno fatto meglio, i round di investimento, le storie, i protagonisti. Le difficoltà
In vista dell’Open Summit di StartupItalia! che si terrà il 14 dicembre a Milano, abbiamo deciso di riassumere i fatti principali del 2015, regione per regione. L’Open Summit (#SIOS15), oltre che un momento di networking tra startup e investitori, vuole essere un evento dove l’ecosistema italiano si potrà incontrare per la prima volta, raccontando opportunità, rischi e difficoltà. Dopo aver raccontato i fatti principali delle startup del Nord Italia e del Centro, raccontiamo quello che è successo a Sud. C’è chi ottiene un milione di euro di finanziamento (Mangatar). Chi viene nominato tra le migliori startup italiane da Business Insider (Gipstech). E ancora chi viene scelto tra le 15 scaleup italiane da portare in Silicon Valley (Mosaicoon). Ecco cosa è successo nel 2015 nelle regioni del Sud.
Le tre stelle della Campania
E il nuovo ruolo (sperato) della pubblica amministrazione
È la regione leader del Sud per numero di startup innovative, sono 297: «Abbiamo superato la Toscana come numero di startup. Ci siamo riusciti con un modello senza incubatori certificati e istituzioni operative. Come? Creando una rete di innovatori e talenti che dal basso sviluppano una reale sharing economy delle conoscenze. Una rete che parte dalla Campania per guardare lontano al Sud (abbiamo contatti con persone di ogni regione). E in Europa, con collaborazioni con acceleratori a Malta, Londra, Barcellona, Berlino. Grandi risultati se si pensa che la Campania ha un quarto delle startup in Lombardia, ma un ventesimo della sua capacità finanzaria» spiega a Startupitalia! Antonio Prigiobbo di NaStartup, community che mette in contatto startupper e li aiuta a realizzare la loro idea con eventi formativi e pitch davanti a una platea di esperti. Dalla sua nascita ha contribuito allo sviluppo di oltre 100 progetti, con casi di successo come Buzzoole e Interwine, e nuove realtà come HotelBrand e Volumeet.
Mangatar. Il 2015 è l’anno di Mangatar: la startup salernitana dei videogame ottiene due finanziamenti di 1,1 milioni da parte di FI.R.A e Invitalia. Un attestato di stima per l’idea di Andrea Postiglione che continua la sua ascesa con i suoi giochi tradotti in 9 lingue e scaricati da centinaia di migliaia di utenti (qui raccontiamo la loro storia).
Buzzoole. Ma attenzione. Non solo Mangatar. Un milione (di dollari questa volta) vanno anche nelle tasche di Buzzoole. A scommettere sulla piattaforma che si occupa di monitorare e ottimizzare la presenza online degli utenti, creata dal napoletano Fabrizio Perrone, Digital Magics, R301, e Paola Marzario di Brandon Ferrari (qui cos’è Buzzoole e qual è la sua innovazione).
Cambiomerci. Buone notizie anche per Cambiomerci.com, la startup che lavora col baratto di beni e servizi nata tre anni fa, cresce al ritmo del 30% all’anno, dà lavoro a 15 persone e mette in rete 700 aziende: «Quello che produci lo metti a disposizione del circuito e gli altri faranno così con te» spiega a SmartMoney il fondatore Antonio Leone.
Al di là dei casi singoli di successo, si registra un interessante crescita dell’ecosistema nel suo insieme. Con due segnali incoraggianti: la nomina di un assessore regionale con delega all’innovazione, all’internazionalizzazione delle startup: è il primo caso in Italia. Mentre entrano nel vivo Creative Clusters Smart Cities e Creative Clusters Beni Culturali e Turismo, call dedicate alle idee innovative per la fruizione turistica nell’area di Pompei. Due iniziative che sanciscono un legame che va a stringersi tra istituzioni e innovazione (ne parliamo qui).
Dal turismo al cloud, un 2015 in crescita per la Calabria
E la finale del PNI dove ha trionfato uno spinoff
Sono tre i protagonisti assoluti del 2015 delle startup calabresi. Continua la crescita di Gipstech, l’azienda di Gaetano D’Aquila e Giuseppe Cutrì, che si occupa di geolocalizzazione indoor colmando le lacune di wi-fi, beacon e IoT integrandoli in un sistema che punta sul geomagnetismo terrestre. Il 2015 per loro significa due importantissimi riconoscimenti: sono stati inseriti, unici italiani, nelle 100 startup più influenti dell’anno da Red Harring, mentre Business Insider li ha nominati nella speciale classifica delle 11 migliori startup italiane.
Anno da ricordare anche per Viaggiart, startup calabrese che raccoglie su un’app l’offerta cultura delle città italiane. L’idea di Giuseppe Naccarato ha chiuso importanti partnership con la Ferrotramviaria di Bari, con la società che gestisce l’areoporto di Lamezia. E soprattutto con Confesercenti: «Si tratta di accordi che ci servono per aumentare il posizionamento di Viaggiart in Italia. Noi offriamo alle istituzioni e alle aziende un servizio in più per i loro clienti, in cambio noi aumentiamo i nostri utenti» spiega a StartupItalia! Giuseppe Naccarato.
Da segnalare anche la grande affermazione internazionale di Eco4Cloud che vince il Tech Trailblazers, una dei più importanti contest mondiali per startup innovative nei settori Big Data, Cloud, FinTech, IoT, Mobile, Storage e Sustainable IT. Oltre al prestigio, la vittoria consentirà al team di ottenere un grant da 50 mila dollari. L’idea appartiene a quattro ricercatori, Carlo Mastroianni, Agostino Forestiero, Giuseppe Papuzzo e Raffaele Giordanelli, che hanno sviluppato una piattaforma tecnologica che consente un significativo risparmio di energia elettrica nei data center, grazie ad un’allocazione intelligente dell’attività dei server.
A questi protagonisti vanno affiancate tante belle realtà venute fuori nella VII edizione della Startup Cup Calabria come Zeropet, un innovativo metodo per ridurre la quantità di plastica nelle discariche e al tempo stesso convertire il PET in materiale pregiato classificato, EasyMove, piattaforma che consente l’ottimizzazione del sistema di trasporto pubblico di lunga percorrenza e MADE che propone un nuovo modo per reinterpretare la comunicazione visiva. Qui per saperne di più.
Segnali che lasciano ben sperare in un ecosistema che resta, tuttavia, agli ultimi posti nel nostro Paese con 195 startup innovative registrate. Non da ultimo la Calabria è stata protagonista delle finale del Premio Nazionale Innovazione il 4 dicembre, dove ha trionfato New Gluten World, una startup nata in università a Foggia come spinoff e che ha chiuso un round da 1,5 milioni con un grosso produttore di grano pugliese.
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I fatti principali delle startup del Nord Italia
L’anno di Mosaicoon, dell’Isola delle Femmine, e delle arance di Orange Fiber
La Sicilia si fa valere anche in Europa
Come numero di startup la Sicilia è l’ottava in Italia e la seconda nel Mezzogiorno: 227 solo in Sicilia. A dominare la scena è Mosaicoon a caccia di investitori in Silicon Valley. La startup di Ugo Parodi Giusino, specializzata in video virali, viene selezionata nel programma SEC2SV (Startup Europe Comes To Silicon Valley). L’unica italiana tra le 15 startup scelte in tutta Europa. Un bel riconoscimento per una realtà cresciuta del ritmo del 100 per cento ogni anno dalla sua fondazione nel 2010.
Riconoscimento internazionale anche per Orange Fiber, un trionfo su tutti i fronti all’Unece Ideas for Change Award per la startup catanese di Adriana Santanocito e Enrica Arena, 37 e 29 anni. Il loro tessuto ricavato dalle arance grazie al supporto di nanotecnologie ha convinto la giuria di Ginevra che il 14 aprile al Palazzo delle nazioni Unite ha premiato le ragazze italiane nella startup competition promossa dall’Unece (Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite).
Mentre MakeMeApp, startup ragusana di Roberto Chibbaro creatrice di Glifus, l’app per il mobile commerce B2B, è tra le startup selezionate per il padiglione Italia alla TAU Innovation Week di Tel Aviv.
A queste realtà affermate, si accompagnano esperienze che ci piace segnalare. Come quella che vede coinvolti i ragazzi di #ShipLab, un’associazione culturale che sogna di diventare ufficialmente un acceleratore di idee orientato al “making” e improntato sul modello del coworking. E ci sta già riuscendo visto che in pochi mesi ha aiutato numerose startup locali ad emergere. Leader dell’iniziativa che coinvolge venti ragazzi under 30, Nuccio Di Paola (32), nominato digital champion di Gela: «Qui stiamo cambiando tutto senza l’aiuto di nessuno e senza un euro in cassa. E lo stiamo facendo grazie al talento delle persone coinvolte e alla loro voglia di non arrendersi mai» spiega a Startupitalia!.
A cura di
Giancarlo Donadio
Sardex in prima pagina sul Financial Times
Money Farm dalla Sardegna chiude il round più grosso del 2015: 16 milioni
Sono 134 le Startup Sarde iscritte al database ufficiale delle Camere di Commercio che raccoglie l’elenco della aziende innovative italiane e questo dato non basta per descrivere il fermento che si respira nell’isola.
Tantissimi sono stati gli eventi che quest’anno hanno messo in evidenza l’isola. Nel 2015 sono nati diversi spazi di coworking, come Hub/Spoke, sono stati fatti diversi Hackathon (il prossimo è previsto il 4 Dicembre), e per il terzo anno consecutivo si è svolto lo Startup weekend che ha visto vincere il progetto, di tre giovani non ancora diplomati, Hangreen, che oggi si stanno operando per esportare la tecnologia in Cile, Sud America e Nepal. Non solo, la startup Marinanow, la piattaforma per il noleggio di posti barca, è arrivata in semifinale al Web Summit 2015 di Dublino ed ha annunciato un nuovo importante accordo con D-Marin per il futuro della nautica digitale espandendo la propria offerta nel Mediterraneo orientale ed entrando ufficialmente nel mercato turco.
Le aziende Sarde sono riuscite anche ad attirare l’attenzione del Financial Times, che ha dedicato un lungo articolo alla moneta completamentare Sardex che quest’anno ha movimentato circa 31,3 milioni di euro. Ma anche MoneyFarm, il “consulente finanziario online”, che, sempre dalla Gran Bretagna, dal fondo Cabot (definito la “mecca” europea del FinTech) e da United Ventures ha ricevuto un investono pari a 16 mln per
Non solo, presso l’incubatore Teh Net Value arrivano nuove startup tra cui la prima azienda italiana “Paymeabit” che opera con i bitcoin, e Placecorner, definito l’airbnb del temporary shopping, ma anche aziende che espando il proprio mercato come Botteega, che sta per partire con spedizioni di alcuni prodotti tipici, e Glaamy, che ha appena ricevuto un angel investment ed ora sta per partire con il primo round di fundraising. L’Università di Cagliari assieme ad InnovAction Lab ed all’incubatore di Mario Mariani hanno dato vita alla terza edizione del Contaminatio Lab, percorso che da la consapevolezza del proprio valore.
Citiamo come ultimo il fondo di matching che la Regione a breve farà partire che ha l’obiettivo di portare in Sardegna Venture Capital che decideranno di investire in nuove aziende innovative isolane condividendo il rischio con la regione.
Ma ci saranno tantissime novità da parte dell’ecosistema dell’innovazione isolano previste per il 2016. Stay tuned.
A cura di
Alessandro Ligas
Bollenti spiriti in Puglia
Nextome, La scuola open source, e Murgia Valley post Shark Tank
È l’anno in cui la pugliese Mariarita Costanza di Macnil, dopo aver brillato come giudice del programma tv sull’innovazione Shark Tank, ha lanciato il suo progetto Murgia Valley per rilanciare la sua terra. Si è chiuso con il trionfo di New gluten world, lo spin-off dell’Università di Foggia che si è aggiudicato il Pni2015 dopo aver primeggiato a Startcup. E per le startup della Puglia il 2015 potrebbe essere stato l’anno giusto per completare la maturazione e tentare il salto di qualità. Ne è convinto Annibale D’Elia, responsabile di Bollenti spiriti, il programma di azioni e interventi di sostegno ai giovani elaborato dalla Regione negli ultimi dieci anni.
«Ci sono tre esempi che mi piace citare: Nextome, il cui co-fondatore Domenico Colucci è stato premiato come miglior giovane imprenditore web d’Europa; How/Art, l’unione di quattro cooperative che ha prodotto una stampante 3D ‘etica’ in vendita nei circuiti di Lega Coop; La Scuola open source e l’Assessorato alle piccole cose, finalisti per il bando di Che-Fare. In tutti questi casi parliamo di realtà che sono rimaste consapevolmente in Puglia. La sensazione è che presto saranno tanti ad essere pronti per il salto ‘dal garage ai piani alti’. La forza del nostro ecosistema che conta circa duecento startup registrate sta nel fatto che tutti processi, dalla ricerca di finanziamenti alla creazione di spazi di coworking, partono dal basso. Sta qui la forza di un capitale umano di qualità come quello pugliese che è il vero valore aggiunto da non sottovalutare, una condizione indispensabile per ogni operazione. Ancora prima del capitale finanziario.
Per questo è il momento di politiche di sostegno vere, dai servizi di incubazione certificata al sostegno al fundraising. Altrimenti mancano le condizioni per mantenere qui queste imprese. I punti da cui partire sono, oltre al capitale umano, le azioni delle startup pioniere e dei player che stanno facendo un gran lavoro, da Confindustria Bari-Bat a Coop startup, al bando Valore assoluto della Camera di commercio a Contamination Lab».
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I fatti principali delle startup del Centro Italia
Le startup della Basilicata
Raggruppate intorno al fondo Sviluppo Basilicata
In Basilicata il motore dell’innovazione sembra aver aumentato i giri nel 2015. Un buon osservatorio dell’ecosistema delle startup è il progetto regionale Basilicata innovazione, da tempo attivo con l’incubatore istituzionale Bi Cube (grazie alla partnership con Area science park di Trieste e il suo incubatore certificato Innovation factory). Ma non mancano le novità, come conferma proprio il responsabile di Bi Cube, Michele Petrone: «Ci sono molti giovani che si stanno affacciando al mondo delle startup. Esistono già 35 realtà iscritte al registro delle startup innovative e tante altre che si stanno costituendo, dall’ambito digitale a quello scientifico.
Non ci sono ancora numeri elevati, ma oltre al pre-seed e all’opportunità di supporto assicurato dall’incubatore abbiamo predisposto di recente un apposito fondo regionale di venture capital, gestito dalla nostra società in house Sviluppo Basilicata. Si tratta di un fondo di otto milioni di euro da investire nei capitali di rischio delle startup più convincenti, purché queste abbiano già un prototipo e un preciso business plan e soprattutto un coinvestitore privato che assicuri il 30% dell’impresa.
Possono contare, insomma, sino a un massimo del 70% pubblico. Siamo in una fase che definirei embrionale, ci sono numeri piccoli, ma parliamo comunque di un sistema che sta crescendo. Tra le startup più in vista, nel nostro incubatore, cito Cervellotik, un peer-to-peer educational, CliccaEnergia, marketplace nel settore delle rinnovabili, e Slowfunding, crowdfunding immobiliare già inserito nella passata edizione di Tim WCAP».
Il Molise delle startup esiste
Bene Kiunsys, le energetiche sono le più numerose d’Italia
Anche il Molise è un territorio che vuol dire la sua nel campo delle startup. A cominciare dalle venti iscritte nella sezione apposita del registro delle imprese, nate anche con fondi regionali o come spinoff. O magari seguite a Campochiaro, nell’incubatore di proprietà di Sviluppo Italia Molise. E dall’agenzia regionale parla Fabrizio Spallone: «Un caso particolarmente interessante è rappresentato da Kiunsys, una realtà del nostro incubatore che si occupa di smart mobility e gestione dei dati di traffico grazie a sensori di parcheggio, varchi di mobilità, hardware e software di loro proprietà.
Nata come spinoff dell’Università di Pisa ha ottenuto ben 505.000 euro sulla piattaforma di equity crowdfunding StarsUp. Abbiamo completato la reazione del documento programmatico che dovrebbe portare la Regione a pubblicare i bandi del prossimo anno per il supporto alle nuove imprese». gestione dei dati di traffico grazie a sensori di parcheggio, varchi di mobilità, hardware e software di loro proprietà.
Nata come spinoff dell’Università di Pisa ha ottenuto ben 505.000 euro sulla piattaforma di equity crowdfunding StarsUp. Abbiamo completato la reazione del documento programmatico che dovrebbe portare la Regione a pubblicare i bandi del prossimo anno per il supporto alle nuove imprese».
Il Molise esiste ed è la capitale delle startup energetiche avevamo titolato qualche mese fa. E’ vero, stando ai dati è la regione dove ne sono concentrate di più in Italia. Controllare per credere.
A cura di
Gianvito Rutigliano