Si chiama European Tech Alliance e ha come obbiettivo lavorare sulle istituzioni europee per potenziare il mercato digitale unico europeo. FacilityLive rappresenta l’Italia, insieme a Spotify, Blablacar e il fondo Atomico
Spotify. Candy Crush Saga. Rovio. E l’italiana FacilityLive. 4 startup europee e un fondo come Atomico hanno deciso di costituire un’associazione per fare lobbying (nel senso anglosassone, quindi più alto del termine) sull’Europarlamento per migliorare le policy del mercato digitale europeo e quindi aiutare le imprese innovative a far crescere affari (e lavoro) nel vecchio continente. L’associazione si chiama European Tech Alliance e ha come portavoce ufficiale Fabrizio Porrino, vice presidente di FacilityLive, il motore semantico fatto in Italia da Giampiero Lotito che ha come cifra quella di effettuare ricerche basate sulla pertinenza e non sulla rilevanza dei risultati.
Cos’è European Tech Alliance
«In Europa ci sono diverse associazioni e progetti che hanno come obbiettivo quello di aiutare le startup a crescere. Le stimiamo tutte, ma sono fatte da stakeholder, colossi come Yahoo, Google e Facebook, e gruppi di associazioni. L’80 percento di loro sono in mano ad aziende non europee. Noi vogliamo dire la nostra da imprenditori, da chi fa startup tutti i giorni in Europa, portando sul tavolo dell’Europa la voce di chi trova difficoltà e opportunità nei Paesi dell’Unione» ha spiegato a StartupItalia! Porrino. Ha lavorato per 7 anni nelle istituzioni europee, a vari livelli, e ha collaborato alla stesura del piano per il mercato unico digitale promosso dal vice presidente della Commission europea Andrus Ansip. Non l’ennesima associazione, assicura Porrino, ma un elemento in più per fare sistema con gli altri gruppi come ad esempio Startup Europe e Alliance for startup. E fare qualcosa di concreto, visto con gli occhi degli imprenditori. E subito.
La ricchezza d’Europa (e delle sue startup)
Perché fare un’associazione? «Perché non farlo? L’Europa è un continente ricco, abbiamo il potenziale per avere un mercato del venture tra i più floridi al mondo. Forse non molti sanno che tanti soldi che vanno a foraggiare il mercato del venture statunitense arrivano dall’Europa. Noi vogliamo che si creino le condizioni perché restino qui, facciano crescere qui le nostre aziende». L’obbiettivo di European Tech Alliance è creare le condizioni che permettano alle startup di crescere bene in Europa, impedendo che l’unico obbiettivo possibile per una startup di successo sia vendersi (in alcuni casi a svendersi) per mancanza di funding, di investimenti. E’ il caso di Niklas Zennström, fondatore di Skype (venduta a Microsoft a maggio 2011) che oggi gestisce il fondo Atomico (che ha in portfolio, tra le altre, iBoxPay e Rovio). «Zennström ha detto chiaramente che se avesse avuto la possibilità di chiudere dei buoni round di investimento non avrebbe venduto Skype. Vorremmo creare le condizioni perché questo non accada alle nuove».
Diventare un punto di riferimento del venture capital
Il mercato delle startup (e del venture) è in rapido cambiamento. Per molti l’icona rappresentata dalla Silicon Valley oramai è destinata ad essere superata. I soldi sulle digital company si stanno muovendo rapidamente verso altre aree. New York nel 2015 ha superato i volumi di investimento delle high tech company della Silicon Valley, mentre in forte ascesa ci sono i mercati di India e Indonesia in Asia. E in Europa? «Andiamo a rilento nonostante la ricchezza delle nazioni europee. Ma oggi abbiamo startup valide, che fanno gola ai venture di tutto il mondo. Ma è davvero complicato trovare una strategia comune, tra bandi poco comprensibili e leggi nazionali che impediscono una strategia di investimento e crescita comune».
Alle 5 startup fondatrici (e al fondo Atomico) si sono aggiunte in questi giorni altre 25 startup europee. Tra cui Blablacar. Per fare parte dell’associazione è necessario che l’azienda abbia radici e origini in Europa. Non tutti possono farne parte. «Se vogliamo che l’Europa diventi un player globale bisogna creare una base industriale europea. Una politica industriale comune. E questo vale in particolar modo per le digital company».
Arcangelo Rociola
@arcamasilum