Presentato il piano per trasformare Torino in una città “smart” entro il 2025. La ricetta? Investire sulle startup, sulla scuola, sugli open data e sulla “città del cibo”.
Come sarà Torino tra dieci anni?
A spiegarlo è un piano strategico presentato la scorsa settimana dall’amministrazione guidata dal Sindaco Piero Fassino: «Lo scenario di “Torino Metropoli 2025” si concretizza nell’idea di una città del “poter fare”: un luogo che incoraggia l’innovazione e lo sviluppo, un ambiente abilitante e inclusivo, uno spazio accogliente e produttivo, dove ognuno può trovare le condizioni favorevoli per sviluppare il proprio progetto di vita e di impresa». Il piano, ultimo di un percorso iniziato agli albori del ventunesimo secolo, è stato commissionato nel 2012 e si è avvalso della consultazione di 230 enti e dell’ascolto di oltre 450 esperti in 148 incontri. Il risultato è una città che si trasformerà diventando sempre più “smart” e puntando su temi come l’internazionalizzazione, l’Università e la scuola, il cibo.
Ma sarà anche una città che ha deciso di puntare sulla semplificazione, sull’innovazione e sul sostegno alle startup. Un esempio? Sarà attivato «un grande progetto metropolitano che favorirà e sperimenterà l’incontro tra domanda e offerta e modelli di trasformazione e gestione inedite di condomini industriali e artigianali, incubatori per start-up, luoghi per il co-working, FabLab e altre forme di organizzazione delle attività di produzione di beni e servizi a essi connessi».
AcceleraTO
Torino si sa è un punto di riferimento per le startup italiane. I3P, incubatore del Politecnico di Torino, è il migliore d’Italia ma occupa posizioni di tutto rispetto anche nella classifica europa (5°). Accanto è presente l’altro incubatore cittadino, quello universitario, 2i3T. La provincia torinese, inoltre, è la terza per numero di startup (171), dietro solo Roma e Milano. Per crescere ancora di più è prevista un’ulteriore iniziativa chiamata AcceleraTO: si tratta di un acceleratore che, grazie a un management team competente, selezionerà e investirà su un certo numero di startup allo scopo di aiutarle a operare sul mercato e crescere rapidamente, soprattutto a livello internazionale. Alla fine del percorso «le migliori idee e proposte imprenditoriali vengono premiate con un investimento contenuto, fino a 50K, per lanciare la fase successiva di sviluppo dell’impresa. Il programma è organizzato, gestito, svolto e aggiudicato da imprenditori e investitori».
Per alimentare questa nuova realtà verranno organizzate diverse sessioni di un Torino Challenge (probabilmente 2 volte durante l’anno) specializzate in campi quali il digitale, il cibo, ma anche la social innovation e il civic tech: «Il successo di questo nuovo sistema di programmi d’accelerazione sarà misurabile nel tasso di fertilizzazione di nuove start-up selezionate per un percorso successivo d’incubazione e il relativo successo di queste start-up in relazione ad altre nelle fasi d’incubazione e crescita».
Open data e semplificazione
Molte sono le proposte contenute nel piano e che puntano a semplificare l’ingarbugliato sistema burocratico italiano. Si tratta di progetti che puntano sulla rete, sulla trasparenza e sulla facilità d’accesso per i cittadini che abitano sotto la Mole, non a caso chiamato “Semplificazione”:
– Portale Unico delle Imprese: È un ambiente informatico unico quale esclusivo strumento di gestione dei procedimenti tra PA e imprese, attraverso l’integrazione di tutte le altre piattaforme e database pubblici. Questo strumento e modello organizzativo potrà aggregare i servizi preesistenti e renderli omogenei e più efficienti, attuando il principio di “inserimento unico” e promuovendo l’attuazione del fascicolo dell’impresa.
– Open data: «Siamo entrati nella fase dell’economia dei dati. I dati digitali sono già una nuova “fonte d’energia” fondamentale per il sistema economico e per la società e quindi per le nostre città». La strada giusta quella in cui la trasparenza è la garanzia unica per combattere un sistema potenzialmente corruttibile. Per fare ciò verranno sviluppati quattro progetti strategici per affrontare le sfide sociali rilevanti: open data per la salute, con la pubblicazione di tutti i dati del sistema sanitario; open data per il territorio, con la pubblicazione dei dati territoriali, urbanistici, sull’edilizia, i trasporti, le infrastrutture, i piani regolatori dell’area metropolitana che contengono le informazioni più importanti per conoscere il territorio metropolitano; open data per l’ambiente, con la definizione di modelli di raccolta, gestione e pubblicazione di tutti i dati sull’energia e sull’ambiente; open data per la formazione e il lavoro: pubblicazione dei dati riguardanti il percorso di formazione e di collocamento dei cittadini per comprendere in modo analitico le relazioni tra istruzione e lavoro.
– Social innovation: Il Piano propone di attuare un programma sulla Social innovation che metta a sistema e sostenga con forza le numerose attività che stanno emergendo dagli attori pubblici e no profit, e le porti ad un maggiore grado di diffusione e capacità di impatto.
Il ruolo della scuola e della ricerca
Si chiamerà “Capitale Torino” la proposta per potenziare e arricchire il capitale umano dell’area metropolitana e regionale. Si rivolge in particolare alla formazione secondaria superiore, post secondaria e terziaria, quella cioè più vicina al mondo del lavoro.
Il progetto Connessione educazione-lavoro sarà quello in caricato di individuare i presupposti necessari affinché i progetti di investimento in capitale umano possano essere elaborati, promossi e sostenuti nel territorio e possano diventare elementi strutturali di sostegno allo sviluppo, mettendo in maggiore connessione il mondo dell’educazione con quello dell’impresa e del lavoro.
Nel piano è prevista anche la nascita di un “LaboraTO”, in accordo con il MIUR, che svilupperà un partenariato tra gruppi d’imprese a vocazione manifatturiera per l’adozione e la riqualificazione dei laboratori degli istituti tecnici locali, aprendoli anche oltre l’orario curriculare. Essi verranno dotati di quegli strumenti tipici della fabbricazione digitale (stampanti 3D, macchine e processi di prototipazione rapida, hardware e software open source): «Forniranno competenze per supportare i ragazzi nello sviluppo e l’inserimento lavorativo nell’ambito delle professioni tecniche tradizionali e nuove. I FabLab costituiscono un esperimento innovativo di educazione tecnica e una lezione da imparare per rilanciare la formazione della nuova manodopera in tutti i settori industriali».
Un’altra iniziativa importante è quella denominata “Talenti a Torino”. Un progetto che promuove, in una logica collaborativa tra i principali attori locali, un insieme di iniziative per trattenere e favorire la crescita, l’integrazione dei talenti locali, attrarre nuovi talenti, promuovere la reputazione di Torino quale area metropolitana attraente e accogliente per i talenti. Una misura che cerca anche di combattere la fuga dei cervelli dal capoluogo piemontese.
Tutti processi che non vogliono dimenticarsi del linguaggio. Per questo verrà una studiata una strategia per una “Torino bilingue“, ovvero un piano d’azione condiviso tra tutti i principali attori locali, che coinvolga il mondo della scuola e formazione a tutti i livelli, e miri a far diventare bilingue la città rispetto alle occasioni e modalità di interazione con i target stranieri che visitano o risiedono in città.
Torino città del cibo
«Torino Città del Cibo è la visione che mira a rendere l’area metropolitana torinese, insieme alla sua Regione, un territorio riconosciuto a livello mondiale per la straordinaria cultura, produzione e diffusione del cibo di qualità». Un progetto ambizioso che punta sulle eccellenze locali (soprattutto della provincia) e che vuole coinvolgere produttori, trasformatori, distributori, associazioni di consumatori, mondo della ricerca e formazione, istituzioni locali e tutti i soggetti promotori di iniziative a carattere sociale e culturale: «Si tratta dunque di un approccio integrato di messa in rete degli attori, d’innovazione, di sostegno e promozione economica, mantenendo insieme tutte le dimensioni del cibo e rinforzandole mutualmente».
Food Commission: si tratta di una commissione che avrà il compito di far fare quel salto di qualità complessivo che consentirà a Torino di essere localmente e globalmente riconosciuta come una Città del Cibo: «Questo risultato dovrà essere misurabile sulla base degli obiettivi che si darà la governance stessa, ad esempio: aumento della quota di cibo prodotto e consumato localmente (consumo privato e collettivo), crescita delle quote di produzione di biologico, incremento della capacità delle piccole imprese di fare sistema per raggiungere mercati più ampi, crescita delle esportazioni di cibo locale, promozione del know-how locale sul cibo in tutto il mondo, riconoscimenti internazionali della gastronomia locale, incremento del turismo eno-gastronomico».