«Ho sbagliato, eccome se ho sbagliato. Ho fatto una serie di cazzate, lo so, lo ammetto. Ma quando hai paura è molto più facile sbagliare. E io ero terrorizzato». Al telefono la voce di Max Uggeri ha perso tutta la sua baldanza. Stavolta non minimizza, non sfotte, non dice «sono tutte cagate». E’ un uomo all’angolo e… Read more »
«Ho sbagliato, eccome se ho sbagliato. Ho fatto una serie di cazzate, lo so, lo ammetto. Ma quando hai paura è molto più facile sbagliare. E io ero terrorizzato». Al telefono la voce di Max Uggeri ha perso tutta la sua baldanza. Stavolta non minimizza, non sfotte, non dice «sono tutte cagate». E’ un uomo all’angolo e sebbene questa frase della paura sia quella che mi rimane più impressa di una lunga conversazione, dico subito che non cerca scuse e nemmeno attenuanti. Vorrebbe solo che la sua storia, la sua rocambolesca, financo tragica storia venisse raccontata per quello che è. Per quello che lui pensa che sia. Lo farà lui, se vorrà. Sul web o in tribunale a questo punto. Perché vista da fuori la sua è soltanto la piccola, miserabile storia delle truffa seriale perpetrata ai danni di decine di aspiranti startupper: sedici denunce sono state depositate alla procura della Repubblica di Milano, il sito di Wired ne ha dato notizia e «io sono diventato il mostro sbattuto in prima pagina».
Inevitabile Max, che ti aspettavi?
«Speravo di sistemare tutto, di avere il tempo e il modo di ripagare tutti, senza sconti. Con qualcuno l’ho fatto. Ma altri hanno deciso che non bastava, che dovevo essere punito con la gogna pubblica ed eccomi qui…». (altro…)