Colpo di mano in Parlamento: cambiata la legge per il credito d’imposta alle piattaforme digitali di opere d’ingegno. I fondi andranno alla carta stampata. Vogliamo iniziare a cambiare davvero qualcosa?
Un emendamento del governo ha trasferito i fondi destinati al credito d’imposta per l’offerta digitale delle opere di ingegno all’industria dei giornali stampati. Il comma che sancisce questo cambio di rotta è il 27-undicies che recita: “Sono abrogati i commi 1, 2 e 3 dell’articolo 11-bis del decreto legge 18 ottobre 2012 n.179”. I commi 1, 2 e 3 fanno riferimento al credito d’imposta, il decreto legge è quello della Crescita 2.0, dell’Agenda Digitale.
Ma dove finisce quel fondo? Viene assegnato di fatto all’adeguamento tecnologico della carta stampata. La storia era già controversa. Era previsto un credito pari al 25% dei costi sostenuti dalle “piattaforme telematiche” che distribuiscono, vendono e noleggiano “opere dell’ingegno digitali”. La copertura di tali risorse era legata ad un prelievo erariale unico sui giochi, cioè le slot machine. Il decreto che stabiliva questo prelievo non è mai entrato in vigore, ma la legge di stabilità prevedeva un aumento dello 0.5% di tale prelievo. Sarebbe stato sufficiente l’ammontare derivante dall’aumento? Sì, ma si è preferito dirottarlo altrove.Tutte le informazioni su questo colpo di mano le trovate spiegate su Agenda Digitale.Di seguito riportiamo la testimonianza di Claudio Erba e di Docebo, startup che era stata ammessa al credito. (altro…)