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Come occuparsi della salute mentale dei propri dipendenti?
Andare dallo psicologo non è sempre facile. Oltre alla motivazione personale, a volte è necessario abbattere stigmi e pregiudizi. Per fortuna il muro dell’indifferenza si sta sgretolando perché si parla di più di salute mentale e diverse aziende scelgono di offrire ai dipendenti soluzioni di welfare dedicate alla salute psicologica. In altre parole, coprono del tutto o in parte i costi delle sedute. Nel nostro percorso editoriale insieme a Unobravo, la startup guidata da Danila De Stefano e fondata nel 2019 con l’obiettivo di offrire un servizio innovativo di psicologia online, abbiamo più volte raccontato il servizio lato B2C. Per farci spiegare le opportunità che si stanno aprendo lato B2B, ovvero con le imprese di ogni tipo, abbiamo parlato con Corena Pezzella, Hr Manager e parte del progetto della startup dal giorno uno. «Sempre più aziende si trovano in una situazione che non possono più ignorare: è giusto prendersi cura dei propri dipendenti e favorire una cultura sul work-life balance».
Sul nostro magazine abbiamo seguito tutte le tappe di Unobravo, fino all’ultimo importante traguardo del round da 17 milioni di euro. La startup ha più di 120 tra dipendenti e collaboratori, e oltre 2300 psicologi e psicoterapeuti disponibili per i pazienti che fanno richiesta (ad oggi più di 60mila). Ma, come anticipato, può capitare che i pazienti non arrivino dal mondo B2C. «Quando Unobravo è nata, nel 2019, eravamo focalizzate su questo ambito di mercato, anche se sono arrivate subito le collaborazioni con le aziende».
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Complice il periodo difficile che tutti noi abbiamo affrontato dal 2020 in poi, è aumentata l’attenzione verso la salute mentale. Anche da parte degli imprenditori e dei Ceo. «Tantissimi – spiega Pezzella di Unobravo – continuano a lavorare da casa. Hanno più tempo libero e non son più disponibili a rinunciarci. Di fronte a questo le aziende si sentono responsabili del benessere del proprio personale». Così sono nate collaborazioni con startup, PMI e grandi imprese. «Abbiamo circa 20 attività in corso. La privacy è totalmente garantita: per prenotare una seduta non bisogna assolutamente passare dai superiori. D’altra parte se sei immerso in un’azienda che ti consiglia un servizio simile, non percepisci più certi stigmi che resistono contro chi va dallo psicologo».
Oltre al servizio one-to-one, Unobravo ha organizzato diversi workshop in presenza o da remoto con le aziende che vogliono riunire dipendenti e collaboratori per ragionare di temi e sfide. «In quei casi affrontiamo temi caldi. Ad esempio ci è capitato di lavorare sulla cultura del feedback con teoria e pratica». All’esterno Unobravo continuerà a lavorare, con l’obiettivo di favorire un processo collettivo per far sì che nessuno abbia più problemi nel riconoscere anzitutto a se stesso che andare in seduta è una cosa normale (meglio, di cui non vergognarsi). Ma per quanto riguarda il management interno?
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Lo abbiamo chiesto a Pezzella, che ha seguito Unobravo fino dalla fondazione. «Anzi, da prima ancora. Danila e io eravamo compagne di studi all’università , a Napoli, dove studiavamo psicologia. Poi i nostri percorsi si sono divisi: lei è andata all’estero. E da lì, a un certo punto, mi ha chiamato per propormi l’idea di un servizio di psicologia online». L’azienda è stata sempre 100% full remote, trovandosi così pronta alle sfide del lockdown.
«Lavorare da remoto dà tantissime opportunità nella vita quotidiana. Rende più felici le persone ma dobbiamo comunque stare attenti ai processi e a mantenere un clima positivo. Anche, banalmente, come si strutturano le call: i primi dieci minuti sostituiscono la pausa caffè, per alleggerire. Un venerdì al mese organizziamo il Nonsense Friday: per 2/3 ore alcune persone possono presentare un argomento che non c’entra nulla col lavoro. Un esempio? Come si fanno i tacos. Abbiamo notato che queste iniziative fanno entrare in contatto tra loro le persone». E poi ci sono i ritiri aziendali, due all’anno, gli aperitivi itineranti in giro per l’Italia per incontrare gli psicologi e farli sentire parte integrante del team. «Lavoriamo molto sul recruitment di qualità , per selezionare terapeuti all’altezza». Ma anche i dipendenti di Unobravo possono usufruire dei terapeuti? «Se non andiamo da Unobravo noi…».