Sono più di cento i paesi che stanno sperimentando soluzioni di moneta digitale. In gergo tecnico sono le cosiddette CBDC, le Central Bank Digital Currency. L’ultimo Stato ad annunciare novità in tal senso è il Giappone, che ad aprile dovrebbe lanciare un progetto pilota per lo yen digitale. Si tratta di un’iniziativa su cui i cantieri sono aperti dal 2021. L’obiettivo al momento non è quello di diffondere la moneta digitale in maniera indistinta, ma di «utilizzare le competenze e le intuizioni delle imprese private in termini di tecnologia e operatività per progettare un ecosistema CBDC nell’eventuale caso di implementazione», come spiega la Bank of Japan. Nel frattempo la Cina procede spedita.
Come ha spiegato l’Economist l’obiettivo di Pechino è quello di aumentare il controllo sulla popolazione e sui soldi spesi dai cittadini. Spesso succede di fraintendere le CBDC con le criptovalute, ovvero con sistemi decentralizzati grazie ai quali l’anonimato sarebbe garantito. Sia in Cina sia negli altri Stati le valute digitali emesse dalle banche centrali saranno centralizzate. Giappone, Cina e pochi altri paesi svolgeranno test nel corso del 2023. Cosa sta succedendo invece in Occidente?
Da anni si parla di euro digitale e proprio di recente ci siamo tornati per raccontarvi il profilo di Roberto Liscia, nominato membro del Gruppo per lo Sviluppo del Regolamento dell’euro digitale (Rulebook Development Group) della Banca Centrale Europea. Da Francoforte le intenzioni sembrano quelle di fornire al mercato europeo uno strumento per proteggere l’economia del vecchio continente di fronte alle tempeste geopolitiche che aumentano tra USA e Cina.
Come si legge sul sito della BCE, l’euro digitale risponde anche ad altro: «L’abitudine ai pagamenti delle persone sta cambiando a una velocità senza precedenti: negli ultimi tre anni, i pagamenti in contanti nell’area dell’euro sono scesi dal 72% al 59%, mentre i pagamenti digitali stanno diventando sempre più popolari». L’interesse verso le CBDC è cresciuto anche Oltreoceano: il dollaro domina ancora finanza e commercio internazionali, ma a Washington il timore è che il vantaggio di Pechino sullo sviluppo della propria moneta digitale possa minare il proprio primato.