Dallo studio emerge che gli acquirenti nel nostro Paese preferiscono i negozi fisici per la cancelleria, l’ottica e il bricolage. L’online sfonda nel mercato dell’edutainment, dell’elettronica e dell’homevideo
Come e dove comprano gli italiani prodotti non alimentari? L’Osservatorio Non Food di GS1 Italy ha mappato il comportamento degli acquirenti nel nostro Paese in 13 comparti non alimentari. Un settore che lo scorso anno ha segnato 109.3 miliardi di euro in incassi, +4,3% rispetto all’anno precedente. Dai videogiochi sul web ai giocattoli all’ipermercato, dall’intimo nei grandi magazzini ai cosmetici in profumeria, dal bricolage nei negozi specializzati agli accessori negli outlet fino al tessile per la casa nei grandi mercati. L’online ha, oramai, sopraffatto i negozi fisici?
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I risultati dell’Osservatorio
Dallo studio emerge che i negozi tradizionali specializzati sono preferiti dai consumatori italiani per la loro capillarità e per la consulenza e il servizio offerto negli acquisti di cancelleria, ottica e bricolage. Nello specifico, la cancelleria copre il 69% delle vendite in valore, l’ottica il 64,7%, il bricolage il 63,3%, mobili e arredamento il 48,8% e le attrezzature sportive il 38,9%. Nonostante la rete continui a ridursi, i 27.672 punti vendita della distribuzione moderna specializzata continuano a rappresentare la spina dorsale della rete commerciale Non Food in Italia, soprattutto grazie all’abbigliamento (27,6% del totale negozi), all’intimo (9,9%), all’elettronica di consumo (7,1%), alla profumeria (7,0%), alle calzature (6,1%) e ai prodotti per bambini (6,0%). Qui si concentra oltre la metà della spesa per acquistare capi di abbigliamento (55,9% delle vendite totali di abbigliamento) e articoli per lo sport (55,7%), e sono il canale leader anche per calzature (49,4%), intimo e calzetteria (49,2%) e prodotti tessili (39,7%). Ma il ruolo maggiore è quello degli elettrodomestici a corrente, che sfiorano il 60% di incidenza sulle vendite totali. Mentre nella distribuzione specializzata oltre la metà della spesa si concentra su elettrodomestici, capi di abbigliamento e articoli per lo sport, i factory outlet sono diventati un punto di riferimento per gli acquisti di abbigliamento e accessori e, a distanza, anche per le calzature. Nella GDO in Italia nel 2022 c’erano 21.399 punti vendita, 136 in più rispetto all’anno precedente. Ad aumentare il numero degli store sono stati soprattutto discount e supermercati mentre gli ipermercati perdono terreno e sono poco rilevanti sul totale degli acquisti non alimentari. Restano importanti solo nella cancelleria (31,0% di incidenza sulle vendite), nei giocattoli (22,5%), nel tessile (12,5%) e nell’intimo (11,4%), e ricevono particolare attenzione soprattutto in alcuni periodi dell’anno: quando propongono promozioni, ampliano l’assortimento e danno maggior spazio espositivo in occasione, ad esempio, delle festività.
Come va l’online
L’e-commerce, dopo anni di crescita sostenuta, l’anno scorso ha rallentato la sua escalation, in particolare per quanto riguarda gli acquisti di articoli per lo sport (-1,8 punti percentuali), di libri non scolastici (-1,3%) e capi di abbigliamento e accessori (-1,0%). Ma ha registrato una rilevante crescita annua nei prodotti di automedicazione (+0,8 punti percentuali) e nella profumeria (+0,8%). Resta il canale preferito dagli italiani per gli acquisti di prodotti di edutainment (55,6% di incidenza a valore), in particolare videogiochi (83,9%) e supporti musicali (75,8%), e di elettronica di consumo (28,1%), multimedia storage (48,7%) e hardware (33,9%), dove l’e-commerce si conferma primo canale di vendita. Ha un peso significativo anche sulle vendite di piccoli elettrodomestici (43,2% di quota a valore), e di apparecchi e accessori fotografici (32,1%) ed è leader nel mondo dell’homevideo (63,8%).